Tensioni commerciali e la Fed: cosa aspettarsi dai dati sull'occupazione USA

Tensioni commerciali e la Fed: cosa aspettarsi dai dati sull'occupazione USA

La calma è stata protagonista nelle sessioni asiatiche, un silenzio eloquente che prelude all'arrivo dei cruciali dati sull'occupazione negli Stati Uniti. Questi numeri potrebbero infatti decidere le sorti di un potenziale taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a luglio, innescando movimenti significativi sui Treasuries e nei mercati dei cambi globali. Gli investitori in Asia non hanno mostrato di condividere appieno l'ottimismo commerciale che ha spinto Wall Street a chiusure record. Notizie recenti indicavano come il presidente Donald Trump avesse dichiarato un accordo commerciale con il Vietnam, ma i dettagli restano ancora nebulosi, lasciando spazio a incertezze diffuse nel panorama economico globale.



Non vi è stata una reazione marcata, almeno per ora, agli ultimi sviluppi riguardanti la cosiddetta "big, beautiful bill", la riforma fiscale del presidente Trump. Mercoledì, i repubblicani alla Camera dei Rappresentanti hanno compiuto passi avanti verso l'approvazione del pacchetto, superando le obiezioni di alcuni membri del partito preoccupati per i costi elevati, una questione non da poco. Gli Stati Uniti imporranno una tariffa del 20% su tutte le importazioni dal Vietnam, una percentuale inferiore al 46% minacciato in precedenza, ma comunque molto più elevata rispetto ai tassi storici. La questione più complessa resta l'applicazione di un dazio del 40% su tutte le merci in trans-shipment attraverso il Vietnam, vale a dire prodotti in gran parte realizzati in Cina e poi etichettati come “Made in Vietnam”. La modalità di implementazione di un tale dazio rimane poco chiara e solleva molti interrogativi pratici. Le borse vietnamite hanno registrato un modesto aumento, seppur raggiungendo il livello più alto dall'aprile del 2022.


La valuta del Vietnam, il dong, è scesa ai minimi storici, toccando quota 26.218 per dollaro, un segnale di tensione. Non solo il Vietnam, ma anche altri paesi asiatici lamentano come i colloqui con gli Stati Uniti si stiano rivelando particolarmente ardui. Molto di questo dipenderebbe dalla difficoltà nel comprendere pienamente le richieste della Casa Bianca. Giovedì scorso, il presidente sudcoreano Lee Jae Myung ha espresso incertezza sulla possibilità di concludere i negoziati sulle tariffe entro il martedì successivo, mentre il Giappone ha invocato interessi nazionali, proprio mentre le discussioni con gli Stati Uniti faticavano a trovare un punto d'incontro. I futures su Wall Street mostrano un lieve rialzo dello 0,1%, con i futures EUROSTOXX 50 che guadagnano lo 0,2%, un movimento modesto in attesa. L'evento più rischioso per i mercati resta l'imminente pubblicazione dei dati sull'occupazione negli Stati Uniti.


La posta in gioco è alta, soprattutto dopo la sorprendente flessione registrata nel rapporto sui salari del settore privato, la prima in oltre due anni, che ha agitato le acque. Molti si aspettano un aumento di 110.000 posti di lavoro a giugno, con il tasso di disoccupazione che potrebbe salire leggermente al 4,3%. I mercati al momento stimano una probabilità del 25% per un taglio dei tassi di interesse della Fed a luglio. Questo suggerisce che un rapporto deludente sui salari potrebbe alterare in modo significativo le aspettative, spingendo i Treasuries al rialzo e il dollaro al ribasso. La sterlina si mantiene stabile a 1,3633 dollari. Ha subito un calo dello 0,8% nella sessione precedente, a causa delle preoccupazioni degli investitori sulle finanze del Regno Unito, dopo la retromarcia del governo sulle riforme del welfare. Questa decisione ha anche fatto schizzare al rialzo i rendimenti dei gilt, i titoli di stato britannici. La dinamica tra politica monetaria, dati economici e decisioni commerciali continua a plasmare il delicato equilibrio dei mercati globali.



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