L'economia dell'eurozona rialza la testa: segnali di crescita e prospettive migliorate

L'economia dell'eurozona rialza la testa: segnali di crescita e prospettive migliorate

L'eurozona sta mostrando segni di un cauto risveglio economico. Le ultime rilevazioni dell'HCOB PMI Composito dell’Eurozona indicano una crescita, pur marginale, che si estende per il sesto mese consecutivo, accompagnata da un aumento dell'occupazione per il quarto mese di fila. Questo quadro suggerisce una stabilizzazione in atto, soprattutto per quanto riguarda i nuovi ordini, che smettono di contrarsi con la stessa intensità del passato, e un rafforzamento delle aspettative future, ora le più positive da quasi un anno. Il mese di giugno ha visto l'indice composito salire a 50.6, un incremento rispetto al 50.2 di maggio e il valore più alto registrato negli ultimi tre mesi.



Questa modesta ma costante espansione, superiore alla media degli ultimi dodici mesi, riflette un miglioramento sia nel settore manifatturiero sia in quello terziario.

La variazione dei prezzi di vendita di beni e servizi provenienti dall'area ha mostrato una leggera accelerazione, mentre l'inflazione dei costi è rimasta contenuta, non discostandosi dai minimi di maggio. Un'analisi dettagliata delle principali economie all'interno dell'eurozona rivela andamenti diversi ma convergenti verso una generale ripresa.

L'Irlanda mantiene la sua leadership di crescita per il quarto mese consecutivo, nonostante un rallentamento rispetto a gennaio.

La Spagna ha superato l'Italia, conquistando il secondo posto. L'economia italiana, dal canto suo, ha registrato il quinto mese consecutivo di espansione, sebbene al tasso più contenuto da marzo.

La Germania è tornata a crescere per la quinta volta quest'anno, con un rilancio della produzione che, seppur debole, segna un passo avanti.


La Francia, ciononostante, resta l'unica economia in calo per il decimo mese consecutivo, seppur con una contrazione marginale. La crescita complessiva è stata sostenuta, in parte, dalla diminuzione delle commesse inevase, un fenomeno che si protrae da ventisette mesi, ma che in giugno ha registrato il calo meno marcato dell'ultimo anno.

I nuovi ordini hanno continuato a diminuire per il tredicesimo mese di fila, ma con un rallentamento significativo della contrazione. In particolare, il settore manifatturiero ha visto i suoi ordini stabilizzarsi, mentre quelli del settore terziario si sono ridotti solo lievemente. Anche la domanda internazionale, inclusa quella intra-eurozona, ha mostrato un leggero calo, ma gli ordini esteri per il manifatturiero sono rimasti stabili. L'occupazione nell'eurozona ha continuato a espandersi per il quarto mese, un segnale positivo. Eppure, la sua intensità rimane modesta, soprattutto perché il settore manifatturiero continua a tagliare posti di lavoro.


Nazioni come Germania, Italia e Austria hanno visto una riduzione degli organici industriali, e in Francia anche il settore terziario ha subito contrazioni. La fiducia delle aziende, che ad aprile aveva toccato i minimi in diciotto mesi, ha mostrato un recupero costante a giugno, raggiungendo il livello più alto da luglio 2024. Le previsioni future sono migliorate sia nel manifatturiero sia nel terziario, ma l'ottimismo generale resta comunque inferiore alla media di lungo periodo. Dal punto di vista dei prezzi, l'inflazione dei prezzi di vendita è rimasta invariata rispetto ai minimi di maggio, mantenendosi al di sotto della media di lungo termine. Questo riflette un ulteriore calo dei costi sostenuti dalle aziende manifatturiere, mentre quelle terziarie hanno continuato a registrare forti aumenti. Similmente, i prezzi di vendita nel settore industriale sono diminuiti, ma i servizi hanno indicato un incremento a un ritmo che continua a superare la media di lungo termine.


La classifica nazionale dell'Indice PMI della Produzione Composita a giugno evidenzia le dinamiche descritte:
- Irlanda: 52.8 (minimo in cinque mesi);
- Spagna: 52.1 (massimo in due mesi);
- Italia: 51.1 (minimo in tre mesi);
- Germania: 50.4 (massimo in tre mesi);
- Francia: 49.2 (minimo in due mesi).

Per quanto riguarda specificamente l'HCOB PMI del Terziario dell’Eurozona, a giugno l'indice ha superato la soglia di 50.0, indicando una ripresa della crescita nel settore. Posizionandosi a 50.5, in aumento rispetto al 49.7 di maggio, la crescita è stata marginale, in linea con l'andamento attenuato della prima metà del 2025 e inferiore al valore medio del 2024. La ripresa è stata frenata da una riduzione, seppur minima, del flusso di ordini. Le commesse inevase sono diminuite ulteriormente, ma al ritmo più lento da maggio 2024.

Il rialzo dell'attività è stato alimentato da un forte aumento dell'occupazione nel settore terziario, estendendo a quasi quattro anni e mezzo la sequenza di creazione di posti di lavoro.


L'aumento degli organici è rimasto modesto, in linea con l'andamento degli ultimi dodici mesi. Le aziende hanno assunto personale aggiuntivo grazie alla progressiva ripresa dell'ottimismo sulle previsioni future, rispetto ai minimi di aprile. In questa prima metà del 2025, la fiducia ha raggiunto un picco, ma è ancora inferiore alla tendenza di lungo termine. I costi sostenuti dalle aziende sono scesi ai minimi in sette mesi, segnando il terzo calo negli ultimi quattro mesi, ma rimangono relativamente alti. Allo stesso tempo, i prezzi di vendita hanno indicato l'aumento più rapido in tre mesi.

Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha offerto una prospettiva su questi dati: il settore terziario è stato sostanzialmente stagnante da aprile scorso. Guardando alla tendenza di lungo periodo, si nota come il tasso di crescita sia inferiore alla media complessiva delle indagini PMI dall'estate 2021.

Questo suggerisce una crescita piuttosto debole, la più prolungata in ventisette anni di dati PMI.


Le due precedenti recessioni del settore dei servizi, legate alla crisi finanziaria del 2008-2009 e alla crisi dell'euro nel 2012, erano state precedute da un rallentamento piuttosto rapido della crescita; è difficile che queste dinamiche si ripetano oggi. La ragione di questa resilienza potrebbe essere legata a una carenza strutturale di manodopera, evidenziatasi dai tempi del Covid. Questo significa che, a differenza del passato, le aziende evitano di licenziare anche durante trimestri meno brillanti. Per tale motivo, il consumo delle famiglie, motore principale della crescita dei servizi, non ha subito un drastico calo dal 2021. In effetti, a giugno le aziende hanno addirittura assunto più personale rispetto a maggio, suggerendo che una recessione potrebbe essere evitata nel prossimo futuro. Resta da vedere quanto sia realistica una forte ripresa, dopo anni di debolezza del settore terziario.

Per l'intera eurozona sarà probabilmente arduo, ma per la sua economia più grande, la Germania, è sicuramente probabile, dato lo straordinario pacchetto di stimoli che il nuovo governo sta attuando.


Anche se i maggiori beneficiari saranno probabilmente l'ingegneria civile e la difesa, lo stimolo fiscale si propagherà probabilmente nel settore terziario, specialmente nel prossimo anno. Le aspettative per l'eurozona nei prossimi dodici mesi sono migliorate, sebbene i valori rimangano inferiori alla media di lungo termine.

La Banca Centrale Europea non accoglierà con entusiasmo l'aumento più aggressivo dei prezzi di vendita del settore terziario a giugno e il nuovo forte incremento dei costi. Comunque, se si considerano altri fattori come la forza dell'euro e l'effetto deflazionistico dei dazi degli Stati Uniti sull'eurozona, la rilevanza di un'inflazione dei servizi, che un anno fa sembrava più grave, si sta ritirando dietro le quinte.


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