Il settore terziario in Italia rallenta, ma le assunzioni segnano un record

Il settore terziario in Italia rallenta, ma le assunzioni segnano un record

A metà anno, il dinamismo del settore terziario italiano ha mostrato una leggera flessione. Ciononostante, l'attività complessiva e i nuovi ordini hanno continuato a espandersi, mantenendosi su livelli superiori alle medie storiche. Questo segnale di rallentamento emerge dai più recenti dati HCOB PMI®, raccolti tra il 12 e il 25 giugno, che dipingono un quadro di robusta crescita, sebbene con un passo meno sostenuto rispetto al mese precedente. L'Indice HCOB PMI® dell'Attività Terziaria in Italia si è attestato a 52.1 a giugno. Questo valore rappresenta un calo rispetto al 53.2 di maggio, che aveva toccato il picco in quasi un anno, portando l'indice ai minimi degli ultimi tre mesi. Eppure, una produzione al di sopra della media storica conferma la capacità del settore di sostenere un ritmo espansivo.



Molti operatori hanno sottolineato come la spinta sia arrivata da un incremento delle commesse, dal lancio di servizi innovativi e dall'efficace acquisizione di nuova clientela.

I nuovi ordini totali hanno mostrato un continuo incremento a giugno, prolungando una tendenza positiva che persiste da febbraio. Se da un lato l'espansione ha perso un po' di slancio rispetto al mese di maggio, dall'altro lato si mantiene comunque elevata se confrontata con l'andamento di lungo termine. La domanda di servizi è cresciuta, con numerose aziende che hanno stipulato nuovi contratti. Ma non tutto procede senza intoppi. La domanda interna è stata il vero motore di questa crescita, ma le vendite di servizi all'estero hanno subito un'ulteriore diminuzione. Questa contrazione, la più rapida degli ultimi cinque mesi, è stata influenzata dal ridotto interesse proveniente dai principali mercati europei e dalle complesse dinamiche geopolitiche globali, che hanno indebolito la domanda da parte dei clienti internazionali. Nonostante le sfide esterne, le imprese del settore terziario hanno mantenuto una prospettiva complessivamente positiva riguardo all'aumento dell'attività nei prossimi dodici mesi.


Le aspettative ottimistiche sono state alimentate dall'ingresso di nuovi clienti e dalla speranza di una maggiore stabilità del mercato. L'ottimismo ha raggiunto il valore più alto degli ultimi quattro mesi, ciononostante rimane al di sotto della media di lungo termine. Il persistente clima di incertezza economica e geopolitica rappresenta un freno alla piena fiducia. In risposta alle previsioni future più favorevoli e alla necessità di gestire un carico di lavoro maggiore, le aziende hanno continuato a espandere il proprio organico. È il quinto mese consecutivo di aumento dei livelli occupazionali nei servizi, con un tasso di espansione che non si vedeva da un anno intero. Questo riflette una chiara fiducia delle aziende in un aumento duraturo dei volumi di lavoro. Al contempo, il volume delle commesse in giacenza ha registrato un nuovo, seppur lieve, calo a giugno. Ciò suggerisce una gestione efficiente della capacità operativa, dove le aziende riescono a smaltire il lavoro accumulato con maggiore rapidità. Le spese operative hanno continuato a rappresentare una sfida significativa per le aziende dei servizi in Italia, spingendo al rialzo a giugno a causa dell'incremento dei salari, dei costi energetici e delle materie prime.


Questo aumento dei costi, il più consistente degli ultimi tre mesi, ha messo sotto pressione i margini di profitto. Però, il settore ha mostrato un approccio misurato nell'imporre i prezzi ai clienti. Se alcune aziende hanno cercato di trasferire l'aumento dei costi, altre hanno preferito contenere gli aumenti o addirittura offrire sconti. La crescita delle tariffe applicate è stata meno aggressiva rispetto a maggio, mostrando una controtendenza rispetto all'andamento storico che spesso indicava prezzi in calo.

Nils Müller, Junior Economist presso la Hamburg Commercial Bank AG, ha osservato che il settore terziario italiano mantiene una traiettoria di crescita. Ha evidenziato come le dinamiche sottostanti suggeriscano un comparto ancora sostenuto da una domanda nazionale resiliente e da un cauto ottimismo. L'attività economica e i nuovi ordini continuano a crescere a tassi superiori agli standard storici, spinti dal lancio di nuovi servizi e dall'acquisizione di nuova clientela. Lo slancio si è indebolito, indicando un ritmo di ripresa più misurato per la seconda metà dell'anno.


L'occupazione ha registrato il tasso più rapido dell'anno, riflettendo la fiducia in carichi di lavoro sostenuti. Eppure, l'ottimismo generale rimane attenuato, con le aspettative future che, pur migliorando, si mantengono sotto la media di lungo termine a causa delle persistenti incertezze geopolitiche ed economiche. Resta il punto debole degli affari esteri, con una contrazione che non si vedeva da gennaio, per via della debole domanda proveniente dai principali mercati europei e le tensioni commerciali globali che continuano a pesare sulle vendite internazionali.

Ha aggiunto che la pressione sui costi si intensifica, alimentata dall'aumento dei salari, dei prezzi energetici e delle materie prime. Ciononostante, le aziende hanno limitato l'aumento dei prezzi di vendita, saliti in modo più lieve. Questo suggerisce un'azione di bilanciamento strategico, volta a proteggere i margini senza allontanare i consumatori attenti al prezzo. Guardando ai prossimi mesi, il settore italiano dei servizi appare stabile ma cauto. Con la domanda interna che si mantiene solida e il miglioramento delle condizioni finanziarie attraverso l'allentamento delle politiche della BCE, le basi per continuare l'espansione appaiono al loro posto, a meno che non si intensifichino i venti contrari provenienti dall'esterno.



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