Dopo il no fermo della Germania all’acquisizione del gruppo tedesco da parte della banca italiana guidata dal CEO Andrea Orcel, il dossier UniCredit-Commerzbank diventa un caso politico.
Il governo di Berlino ha espresso chiaramente la sua contrarietà a un eventuale takeover di Commerzbank da parte di UniCredit, definendolo un “attacco ostile”. Il cancelliere Olaf Scholz ha parlato di un approccio non appropriato, sostenendo che in Europa e in Germania non è positivo cercare di acquisire società in modo aggressivo e senza consultazione.
Lo stesso giorno in cui Scholz ha espresso la sua contrarietà, UniCredit ha annunciato di essere salita al 21% di Commerzbank. La banca italiana ha portato la sua quota in Commerzbank al di sopra del 10% facendo shopping di una ulteriore partecipazione dell’11,5%, un’operazione che necessita dell’approvazione della Banca centrale europea.
La reazione dell’Italia alle parole di Scholz non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto sorpreso per le parole del cancelliere, sottolineando che in Europa c’è il libero mercato. Tajani ha definito le manovre di UniCredit in Commerzbank “più che legittime”.
Da quando UniCredit ha annunciato la sua prima partecipazione in Commerzbank, le azioni di Commerzbank sono balzate alla borsa di Francoforte del 24% circa. Anche il titolo UniCredit viene scambiato a un valore più alto rispetto a quello precedente l’annuncio.
La vigilanza della Bce si trova tra l’incudine e il martello. Con una eventuale mossa volta a tutelare l’indipendenza di Commerzbank, la Bce rischierebbe di contraddirsi, dal momento che è stata tra le prime istituzioni a dirsi favorevole alle operazioni di fusioni e di acquisizioni cross border tra le banche europee.
Il dossier UniCredit-Commerzbank si conferma dunque cruciale banco di prova per la Bce, che ha l’occasione di dimostrare il sostegno alle operazioni transfrontaliere tra le banche europee. Lo stesso dossier metterà alla prova anche la volontà dell’Europa di seguire i consigli dell’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Bce Mario Draghi, che ha auspicato il completamento dell’Unione bancaria e dell’Unione dei mercati dei capitali. Con l’operazione lanciata su Commerzbank, il Ceo Andrea Orcel si sta confermando praticamente pioniere e paladino delle fusioni cross border. A questo punto la domanda è se la sua ambizione – mai nascosta – di creare una vera banca in Europa riuscirà a farsi realtà. “Vogliamo diventare davvero una banca paneuropea”, aveva detto già nell’ottobre del 2022. Tra l’altro l’interesse di UniCredit verso Commerzbank, va ricordato, non è neanche un mistero, né qualcosa di nuovo.