E adesso chi glielo spiega a Lagarde che la lotta all’inflazione a colpi di rialzi dei tassi d’interesse non ha più senso, se mai l’avesse avuto? I prezzi calano ovunque per la decrescita dei consumi e per quello dei salari reali. Solo la speculazione su materie prime, difficoltà di supply chain ed energia ha di fatto importato inflazione nell’eurozona. Certo, per ritornare al 2%, obiettivo della BCE, ci vorrà tempo, anche perché con i tassi così alti i costi di produzione per aziende e fornitori di servizi rimangono elevati.
Secondo quanto comunicato da Eurostat, il tasso di inflazione annuale dell’area euro è stato del 5,2% ad agosto 2023, in calo rispetto al 5,3% di luglio. Un anno prima il tasso era del 9,1%. L’inflazione annuale dell’Unione Europea è stata del 5,9% ad agosto 2023, in calo rispetto al 6,1% di luglio. Un anno prima il tasso era del 10,1%.
I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Danimarca (2,3%), Spagna e Belgio (entrambi 2,4%). I tassi annuali più alti sono stati registrati in Ungheria (14,2%), Repubblica Ceca (10,1%) e Slovacchia (9,6%). Rispetto a luglio, l'inflazione annua è diminuita in quindici Stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in undici. In Italia è stato registrato un tasso del 5,5%, in Germania del 6,4% e in Francia del 5,7%.
Ad agosto, il contributo più elevato al tasso annuo di inflazione dell’area dell’euro è venuto dai servizi (+2,41 punti percentuali, pp), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (+1,98 pp), beni industriali non energetici (+1,19 pp) ed energia. (0,34 pp).