Gli effetti del caro energia si stanno facendo sentire e il futuro non si può certo definire roseo. Infatti, secondo quanto comunicato dal Eurostat, a luglio 2022 la produzione industriale destagionalizzata è diminuita del 2,3% nell'eurozona e dell'1,6% nell'UE, rispetto a giugno 2022. A giugno la produzione industriale era aumentata dell'1,1% nell'area dell'euro e dell'1,0% nell'UE. A luglio 2022 rispetto a luglio 2021, la produzione industriale era diminuita del 2,4% nell'area dell'euro e dello 0,8% nell'UE.
Nell'eurozona a luglio 2022, rispetto al mese precedente, la produzione di “beni strumentali” è diminuita del 4,2%, i “beni di consumo durevoli” dell'1,6% e i “beni intermedi” dello 0,8%, mentre la produzione di “energia” è aumentata dello 0,4% e i “beni di consumo non durevoli” dell’1,2%.
Nell'UE, la produzione di “beni strumentali” è diminuita del 3,2%, i “beni di consumo durevoli” dell'1,6% e i “beni intermedi” dello 0,8%, mentre la produzione di “energia” è aumentata dello 0,7% ei “beni di consumo non durevoli” dell'1,0%.
Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, le maggiori diminuzioni mensili sono state registrate in Irlanda (-18,9%), Estonia (-7,4%) e Austria (-3,2%). Gli aumenti più elevati sono stati osservati in Lituania (+6,5%), Svezia (+5,8%) e Malta (+4,2%). L’Italia ha fatto registrare un +0,4%, la Germania un -0,7% e la Francia un -1,5%.
Nell'area dell'euro a luglio 2022, rispetto a luglio 2021, la produzione di “beni strumentali” è diminuita del 5,4%, i “beni intermedi” dell'1,8% e i “beni di consumo non durevoli” dell'1,1%, mentre la produzione di “energia” è aumentata dell'1,1% e i “beni di consumo durevoli” dell'1,4%.
Nell'UE, la produzione di “beni strumentali” è diminuita del 3,5% e quella di “beni intermedi” dell'1,4%, mentre la produzione di “beni di consumo durevoli” è aumentata dello 0,9%, quella di “beni di consumo non durevoli” del 2,1% e quella di “energia” del 3,1%.
Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, le maggiori diminuzioni annuali sono state registrate in Irlanda (-23,7%), Estonia e Slovacchia (entrambe -6,4%) e Belgio (-5,1%). Gli aumenti più elevati sono stati osservati in Bulgaria (+17,6%), Danimarca (+12,0%) e Polonia (+10,3%). L’Italia ha fatto registrare un -1,4%, la Germania un -1,0% e la Francia un -1,2%.