Produzione industriale: a marzo indice invariato su mese e +3,0% su anno
Produzione industriale: a marzo indice invariato su mese e +3,0% su anno


E’ già molto aver fatto di gran lunga meglio della Germania, che ha visto la produzione industriale a marzo crollare del 3,9% su mese e del 3,5% su anno. In qualche modo, le imprese italiane mostrano un certo grado di resilienza, che però sarà messo duramente alla prova nei prossimi mesi dal caro energia e materie prime.



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In ogni caso, per l’Istat a marzo il valore dell’indice destagionalizzato della produzione industriale rimane invariato rispetto a quello di febbraio, mentre il primo trimestre dell’anno si conclude con una flessione congiunturale dello 0,9%.
In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, la dinamica resta positiva sia nel mese di marzo (+3,0% rispetto a un anno prima), sia nel complesso del primo trimestre, in aumento dell’1,3% rispetto ai primi tre mesi del 2021.
Ad esclusione dei beni intermedi, tutti i principali settori di attività crescono sia su base mensile sia in termini tendenziali. Su base annua gli incrementi più ampi riguardano i beni di consumo e l’energia. Ma passiamo ad analizzare i dati più in profondità.
Secondo quanto comunicato dall’Istat, a marzo 2022 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale rimanga invariato rispetto a febbraio. Nella media del primo trimestre il livello della produzione diminuisce dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti.
L’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale sostenuto per l’energia (+2,7%) e una crescita più contenuta per i beni di consumo (+1,0%) e i beni strumentali (+0,4%); viceversa, si osserva una diminuzione per i beni intermedi (-0,7%).

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Al netto degli effetti di calendario, a marzo 2022 l’indice complessivo aumenta in termini tendenziali del 3,0% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 come a marzo 2021). Si registrano incrementi tendenziali marcati per i beni di consumo (+8,1%), l’energia (+5,2%) e in misura meno rilevante per i beni strumentali (+3,0%); diminuisce, invece, il comparto dei beni intermedi (-0,4%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più ampi sono le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+15,0%), la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+7,5%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+7,4%). Le flessioni tendenziali maggiori si registrano nelle attività estrattive (-9,0%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-3,0%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-1,8%).

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