Le borse mondiali si muovono con cautela oggi, quasi in una sorta di attesa sospesa. Lo sguardo di tutti è rivolto a Londra, dove sono in corso i colloqui commerciali cruciali tra i rappresentanti degli Stati Uniti e della Cina. Questo appuntamento pesa sull'umore dei mercati. C'è una speranza nell'aria: Kevin Hassett, uno dei massimi consiglieri economici della Casa Bianca, ha suggerito che l'incontro potrebbe essere rapido e produttivo. Intanto, una notizia interessante trapela: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, parrebbe aperto all'idea di rimuovere alcune restrizioni imposte al settore tecnologico cinese. Questo scenario potrebbe dare un po' di respiro ai titoli delle aziende del comparto, che hanno sofferto molto per le tensioni recenti.
Non solo: Hassett ha anche menzionato la possibilità che l'accordo già raggiunto tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping sull'esportazione di minerali rari e magneti dalla Cina verso gli Stati Uniti venga formalizzato proprio in questa occasione.
In questo clima di incertezza, Piazza Affari mostra una leggera flessione. Il listino principale cede lo 0,35% e si mantiene vicino ai 40.500 punti base. Le performance delle singole azioni sono piuttosto variegate in giornata. Si distingue in positivo Stm, che segna un progresso del 2,87%, mentre sul fronte opposto si trova Iveco, in calo del 2,48%. Il panorama politico interno ha visto intanto la conferma della mancata affluenza per i referendum su cittadinanza e lavoro; il quorum si è fermato attorno al 30%.
Anche nel resto dell'Europa la situazione è simile. Francoforte arretra dello 0,54%, Parigi segna un ribasso dello 0,17% e Londra è in leggero calo dello 0,06%. Ci sono segnali appena positivi solo ad Amsterdam, che sale dello 0,23%, e a Madrid, con un incremento dello 0,15%.
Questa tendenza si riflette anche oltreoceano, almeno nella mattinata americana. A Wall Street, il Dow Jones Industrial Average cede lo 0,14%, mentre l'S&P 500 riesce a segnare un modesto aumento dello 0,08%. I guadagni sono più consistenti per il Nasdaq Composite, che sale dello 0,31%. Questo è dovuto in parte ai progressi dei titoli tecnologici, ma soprattutto a Warner Bros Discovery che registra un balzo del 7,48%. La società ha annunciato l'intenzione di dividersi in due entità separate, una focalizzata sulla TV tradizionale e l'altra sullo streaming; l'obiettivo dichiarato è massimizzare il potenziale di ciascuna parte.
Altri mercati si muovono con poca convinzione. Sul fronte dei cambi, l'euro galleggia intorno a 1,04 dollari. I future del petrolio mostrano un timido segno più. Il contratto di agosto per il Brent sale dello 0,38%, attestandosi a 66,72 dollari al barile. Il future del greggio texano, quello con scadenza luglio, si apprezza dello 0,5%, arrivando a 64,90 dollari al barile.
Un elemento di fondo contribuisce alla prudenza degli investitori. I recenti dati sull'export cinese hanno deluso le aspettative. In particolare, le esportazioni del Dragone verso gli Stati Uniti hanno subito una contrazione significativa, scendendo del 35% su base annua. Questo calo è stato solo parzialmente compensato da incrementi nelle esportazioni verso il Sud-Est asiatico e l'Unione Europea. Tra i nodi cruciali dell'incontro in corso tra USA e Cina, il tema delle terre rare provenienti dall'Impero Celeste assume grande rilevanza. Esiste il timore concreto che una loro eventuale scarsità possa nuovamente mettere in difficoltà il settore automobilistico. Oggi, infatti, le automobili utilizzano motori che contengono terre rare in decine di componenti fondamentali, che vanno dai semplici specchietti laterali agli altoparlanti stereo, dalle pompe dell'olio fino ai tergicristalli. La dipendenza da queste materie prime rende l'industria particolarmente vulnerabile a interruzioni nelle forniture.
A Piazza Affari, la tensione si concentra su alcuni titoli specifici.
Tra le blue chip che registrano le perdite maggiori oggi c'è Generali, in calo del 2,15%. La compagnia assicurativa è un tassello fondamentale nella complessa partita in atto nel settore bancario. L'attenzione è rivolta a Mediobanca, che scende dello 0,58%. Proprio Mediobanca, in occasione di un'assemblea cruciale, potrebbe mettere in gioco la sua partecipazione nel Leone di Trieste. Questo sarebbe il prezzo nell'ambito dell'offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata su Banca Generali, che a sua volta arretra del 2,38%. L'assemblea di Mediobanca, fissata per il 16 giugno e chiamata a deliberare sull'OPS, si preannuncia con un'affluenza record: fonti finanziarie indicano che potrebbe superare l'80% del capitale. Questa soglia non è mai stata raggiunta in passato da Mediobanca ed è un chiaro segno del grande peso che questa decisione riveste per il mercato.
Nel settore bancario, spicca in positivo Banco Bpm, con un aumento dello 0,48%. Domani, inoltre, il Tar del Lazio si pronuncerà sul ricorso presentato proprio da Banco Bpm.
L'istituto ha contestato la decisione della Consob di congelare per 30 giorni il periodo di adesione all'OPS lanciata da Unicredit, che intanto segna un modesto +0,15%.
Tra le blue chip più dinamiche della giornata ci sono Stm, che abbiamo già visto in evidenza, e Campari, che sale del 2,19%. Bene anche Diasorin, con un progresso dell'1,93%. La società beneficia della notizia del via libera ricevuto dalla FDA degli USA per il suo test Liaison Plex Gram-Positive Blood Culture Assay. Si tratta dell'ultimo pannello di test molecolari multiplex per la diagnosi delle infezioni del sangue, un prodotto importante per il settore sanitario.
Anche i titoli legati al petrolio mostrano interesse da parte degli investitori. Tenaris sale dell'1,71% e Saipem guadagna l'1,08%. Positiva Finecobank (+1,69%), sostenuta dai dati sulla raccolta del mese di maggio.
Tra i maggiori ribassi della giornata, si notano diverse utility.
Tra queste, Hera perde l'1,7%. Le vendite colpiscono anche il settore della difesa, una tendenza che si osserva a livello europeo. C'è il timore diffuso che la Francia possa rinunciare a un previsto incremento della spesa militare per ragioni di budget, come riportato domenica scorsa dal Financial Times. A Milano, questo si traduce in un calo per Iveco, che abbiamo già menzionato, e per Leonardo, che cede l'1,06%. Nel comparto automobilistico, Ferrari è in rosso con una perdita dell'1,18%.
Fuori dal paniere principale, svetta Class Editori con un rialzo spettacolare del 20,1%. Questa impennata è legata alla notizia che Francesco Gaetano Caltagirone ha acquisito una quota del 2,5% nel gruppo editoriale. Il mercato reagisce con entusiasmo all'ingresso di un investitore di questo calibro.
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
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