Milano vola sui massimi dal 2007 spinta dai dati USA e dalle banche centrali

Milano vola sui massimi dal 2007 spinta dai dati USA e dalle banche centrali

Un traguardo che non si vedeva da quasi diciassette anni: la Borsa di Milano, misurata dall'indice Ftse Mib, ha raggiunto un picco che ci riporta indietro fino all'ottobre 2007. Questo balzo è arrivato grazie a un mix di fattori positivi, su tutti i recenti dati sull'occupazione negli USA e le mosse (e parole) delle grandi banche centrali, come la Federal Reserve e la BCE.

Il rapporto sull'occupazione d'Oltreoceano è stato una vera spinta per i mercati. Ha superato le previsioni degli analisti, allontanando le ombre sulla salute del mercato del lavoro americano che si erano addensate ultimamente in un contesto segnato da turbolenze tariffarie. Questo dato robusto ha anche riacceso la speranza tra gli investitori: la Fed potrebbe davvero considerare un taglio dei tassi di interesse già nella sua riunione di luglio.



E in Europa? Gli operatori di mercato hanno soppesato con attenzione le dichiarazioni di Christine Lagarde, presidente della BCE. Le sue parole sembrano suggerire che potremmo assistere a una pausa nei rialzi dei tassi dopo la sforbiciata di 25 punti base decisa dall'istituto di Francoforte il giorno precedente. Questo quadro monetario meno restrittivo piace ai mercati azionari.

L'indice Ftse Mib a Piazza Affari ha chiuso la giornata con un guadagno dello 0,55%, arrivando a quota 40.601 punti. Anche le altre Borse europee hanno mostrato slancio, consolidando i rialzi iniziati dopo un avvio incerto. L'ottima performance di Wall Street ha sicuramente dato un'ulteriore mano.

Guardando ai singoli titoli a Piazza Affari, un nome ha brillato più di altri: Recordati. Il titolo farmaceutico ha segnato un +3,78%. La raccomandazione positiva arrivata da JPMorgan e la ripresa dell'attività di fusioni e acquisizioni nel settore biotecnologico hanno acceso l'interesse sul titolo.


In fondo al listino, invece, ha sofferto Leonardo, lasciando sul terreno il 3,09%. Gli investitori guardano all'incontro tra i Paesi della NATO previsto all'Aia il 24 e 25 giugno, dove si discuterà dell'aumento della spesa militare, un tema che a volte crea incertezza per le aziende del settore difesa in attesa di decisioni chiare. Vendite anche per Amplifon (-0,67%) e STMicroelectronics (-0,54%), dopo i forti guadagni delle sedute precedenti.

Sul fronte dei cambi, l'euro è passato di mano a 1,139 dollari. Questo rappresenta un passo indietro rispetto a ieri, quando aveva chiuso a 1,145 dollari e toccato un massimo di 1,15 dollari, livello che non si vedeva dal novembre 2021. Il prezzo del petrolio, invece, ha accelerato. Il WTI con scadenza ad agosto è salito dell'1,6%, attestandosi a 63,48 dollari al barile. Il gas naturale scambiato ad Amsterdam è rimasto quasi invariato, con una lieve flessione dello 0,16% a 36,335 euro per megawattora. Il Bitcoin ha guadagnato un modesto 0,2%, raggiungendo i 104.763 dollari.


Restano sullo sfondo le questioni legate al commercio internazionale e alle trattative sui dazi. Si è osservato anche il breve episodio riguardante Donald Trump ed Elon Musk, quest'ultimo recentemente al centro dell'attenzione per la sua posizione su Doge. Inizialmente si era parlato di una possibile telefonata per ricucire i rapporti, ma la Casa Bianca ha smentito, e Musk stesso ha detto di non essere interessato a un contatto con il patron di Tesla. Nonostante questo, il titolo di Tesla a Wall Street ha recuperato terreno dopo il calo di ieri.


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