Andrea Mazzalai (Icebergfinanza): analisi delle sfide economiche di Francia, Germania e USA
Andrea Mazzalai (Icebergfinanza): analisi delle sfide economiche di Francia, Germania e USA


Le crisi di Germania e Francia, la situazione in Cina, e le prossime elezioni negli USA, sono alcuni dei temi affrontati nell'intervista con Andrea Mazzalai, consulente finanziario e autore del seguitissimo e pluripremiato blog Icebergfinanza.
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La Francia è una polveriera economica e sociale: deficit di spesa statale e di bilancia commerciale. Hanno anche perso le ex colonie africane e hanno ricevuto l'avviso di procedura di infrazione dalla Commissione europea. Cosa dovremmo aspettarci dalla UE e dalla BCE a livello di raccomandazioni?

Difficile che una BCE a guida Lagarde, si occupi di dare delle raccomandazioni al governo francese, almeno sino a quando Macron avrà sotto controllo l'Assemblea, come sembra al momento, visto che ha accantonato per il momento le velleità, soprattutto della sinistra e di Melenchon e in parte della LePen.
Non dimentichiamoci che la Lagarde è francese, anche se questo non ha impedito ad un italiano, Mario Draghi di scrivere la famosa letterina all'Italia del 2011.
Varoufakis nel suo libro 'Adulti nella stanza' a proposito di Draghi e della BCE, scrisse che lungi dall'essere apolitica, la BCEusa il suo potere discrezionale per decidere quando applicare le sue regole o aggirarle, quando strangolare un governo o quando no.

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Detto questo, sappiamo come agisce la commissione europea, raccomandazioni, avvertimenti, procedure di infrazione che contano poco o nulla, solo la BCE può aiutare un Paese, con il TPI che le consente di acquistare un numero illimitato di obbligazioni, se la situazione comporta un inasprimento disordinato e ingiustificato delle condizioni di finanziamento. Basterebbe dire che il TPI richiede il rispetto delle regole fiscali europee, rispetto sistematicamente ignorato dalla Francia. Il rischio contagio sarebbe significativo, quindi can che abbaia non morde.

La Francia godrà di un trattamento di favore o rischia di subire la cura Grecia di Draghi o quella italiana con Monti? Come prenderanno i francesi queste decisioni? Nel caso in cui si decidesse di chiedere misure blande alla Francia, gli altri Paesi si ribellerebbero. Sarebbe l'inizio dello smantellamento istituzionale di Bruxelles?

Torno a ripetere che la Francia, come l'Italia e la Germania, sono Paesi che rappresentano il rischio sistemico.
Pensiamo a cosa è successo nel 2011 con l'Italia. Un vero e proprio colpo di Stato, con la solita scusa inutile del rischio sostenibilità del debito.

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Come ho più volte scritto, oggi la sostenibilità del debito è fuori discussione, nel senso che non esiste una risoluzione a questo problema, abbiamo imboccato da tempo, il Giappone per primo, la strada di non ritorno.
Sono in tanti oggi i Paesi che hanno un debito insostenibile.
L'Italia meno di altri, se si guarda al debito complessivo, non solo pubblico, ma privato, delle imprese e delle banche.
La procedura per deficit eccessivo, riguarda non solo la Francia, ma oltre l'Italia, tanto per non cambiare, altri 5 Paesi, Belgio, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia.
I francesi hanno reagito come sempre accade in questi casi a seconda dello schieramento politico. Hanno preso al volo l'occasione per agitare lo spauracchio Melenchon, con la sua promessa di aumentare la spesa pubblica di 150 miliardi e di alzare del 10 % i salari del settore pubblico.
Deficit al 5,5 % e debito al 105 %, tutti parametri da tempo oltre i limiti, soprattutto il deficit e si svegliano solo ora che i francesi devono scegliere il nuovo governo? Ma davvero qualcuno pensa che in una unione monetaria dove è essenziale deflazionare i salari per tenere in piedi la baracca, gli Stati possano riuscire a ricondurre il livello del debito sotto il 60 %.



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Una barzelletta, non si può più tornare indietro.
No, non credo sarà più possibile assistere a quanto è successo in Grecia, la devastazione di un popolo, sarebbe la dissoluzione dell'Europa, nessuna Nazione, permetterebbe quello che è accaduto al popolo greco, per salvare le banche francesi e tedesche.

Se Parigi piange, Berlino non ride di certo, con le elezioni di settembre alle porte e un'economia in grave crisi. Quali scenari si prospettano per la Germania, e a questo punto, per l'Eurozona?

E' davvero incredibile come in Europa si ignori le condizioni del sistema manifatturiero tedesco e francesela recessione in corso, il crollo costante dei consumi e con essi dell'inflazione.
Produzione industriale, ordinativi, non c'è nulla di positivo soprattutto in Germania, nulla.
La recente tornata elettorale europea, ha dato un segnale che è stato completamente ignorato in Europa e in Germania.
Le stesse logiche di potere, le stesse facce, le stesse ricette, austerità, New Green Deal, economia di guerra, ma soprattutto la sensazione di una politica assediata, barricata, mentre il mondo intorno è in fiamme.




Sono sempre gli stessi, si scambiano di posto, nei governi dei singoli Stati, nelle commissioni, da sempre la storia funziona così, sino a quando all'improvviso? A settembre ci saranno le elezioni nei lander della Sassonia, Turingia e Brandeburgo, nel 2014 le prime vittorie per AFD negli stessi lander.
Oltre otto milioni di tedeschi di nuovo alle urne. Alle elezioni europee la destra estremista ha conquistato la Germania dell'Est, una vera e propria polveriera.
Secondo partito tedesco, superando la SPD, AFD ha recentemente incassato successi anche in Assia, non è solo ad est il malcontento.
Ignorare o sottovalutare questa tendenza, potrebbe essere fatale alla Germania e soprattutto per l'Europa.
E' una Germania, sotto assedio, che difficilmente troverà l'energia sufficiente per rilanciare il Paese, visto che nulla cambia. Una Germania che cerca disperatamente con la von der Leyen e i soliti giochi di potere anche nella BCE di imporre la sua idea di Europa.
Probabilmente è troppo tardi.


Il mondo sta cambiando in fretta, una svolta storica che l'Europa ignora, continuando a vivere nei suoi salotti, cercando di mantenere disperatamente lo status quo, a stretto contatto con le lobbies.
Lo insegna la storia, lo urlano due guerre mondiali

Un'ultima domanda: ma tutti quelli che vedevano il petrolio100 dollari al barile e l'oro alle stelle che fine hanno fatto?

In fondo la finanza è la più semplice delle occupazioni, chiunque può dire qualunque cosa, salvo poi cambiare idea quando non si realizza, perché spesso e volentieri, la memoria è corta.
Sappiamo da tempo che i prezzi degli asset non rispondono più mediamente a logiche fondamentali o alla realtà, ma a dinamiche economiche.
Il dominio della fisica sui mercati è assoluto. 
Algoritmi o sistemi operativi a dir poco occulti, rendono ormai ridicolo fare analisi o previsioni, nel breve termine. 
Si può dire tutto e il contrario di tutto, come è successo per il prezzo del petrolio, ma alla fine il prezzo va li dove l'analisi econofisica e cinematica ha stabilito, qualunque cosa accada nel breve termine Il tutto con la complicità della politica, che ha venduto l'anima alla manipolazione sistematica finanziaria. Alla fine l'oro è davvero andato alle stelle.


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