Produzione industriale: a giugno -2,1% su mese e -1,2% su anno
Produzione industriale: a giugno -2,1% su mese e -1,2% su anno


Se la Germania è in crisi, quindi il nostro miglior cliente per l’export e lo sbocco principale delle nostro aziende di subfornitura, non poteva durare a lungo la nostra situazione di un indice di produzione superiore a Berlino. Con l’energia che costa sempre di più, come le materie prime, l’Italia non poteva non subire la frenata generale del commercio mondiale oltre che l’impennata dell’inflazione, che si preannunciano come l’antipasto della recessione che verrà. A giugno infatti si rileva, per il secondo mese consecutivo, una flessione congiunturale dell’indice destagionalizzato della produzione industriale. La dinamica negativa è estesa a quasi tutti i settori, con l’eccezione di quello dell’energia. Se guardiamo al secondo trimestre nel suo complesso, la variazione congiunturale risultante è positiva.



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Anche in termini tendenziali la produzione, al netto degli effetti di calendario, è in diminuzione. A livello settoriale è ampia la flessione dei beni strumentali, mentre sono in crescita i beni di consumo e l’energia. Ma passiamo ai dati.
Secondo quanto comunicato dall’Istat, a giugno 2022 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 2,1% rispetto a maggio. Nel secondo trimestre il livello della produzione aumenta dell’1,2% rispetto ai tre mesi precedenti.
L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l’energia (+1,9%), mentre cala per i beni strumentali (-3,3%), i beni di consumo (-2,1%) e i beni intermedi (-1,3%).
Corretto per gli effetti di calendario, a giugno 2022 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dell’1,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a giugno 2021). Crescono l’energia (+2,7%) e i beni di consumo (+2,6%); diminuiscono, invece, i beni intermedi (-2,1%) e, in misura più marcata, i beni strumentali (-4,3%).
Tra i settori di attività economica che registrano variazioni tendenziali positive si segnalano la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+9,3% per entrambi i settori), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+5,5%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-9,8%), nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-6,9%) e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche (-6,1%).

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