Manifattura dell'Eurozona ottobre 2025: un'espansione fragile tra speranze e nuovi cali

Manifattura dell'Eurozona ottobre 2025: un'espansione fragile tra speranze e nuovi cali

I segnali dall'economia manifatturiera dell'Eurozona a ottobre dipingono un quadro complesso, dove una pur modesta crescita della produzione si scontra con una domanda fiacca e continue riduzioni di personale. La ripresa appare, per ora, più un tenue bagliore che un vero e proprio slancio. Questo emerge chiaramente dall'ultimo rapporto HCOB PMI® del Settore Manifatturiero Eurozona, compilato da S&P Global, che ha registrato un valore di 50.0 punti. Questo dato indica una sostanziale stagnazione delle condizioni operative rispetto al mese precedente, a fronte di un leggero peggioramento registrato a settembre (49.8).



La produzione manifatturiera dell'Eurozona ha segnato, per l'ottavo mese consecutivo, una fase di espansione, evidenziando una crescita seppur lieve. Il dato specifico del PMI della Produzione Manifatturiera nell'Eurozona ha raggiunto i 51.0, il valore più alto degli ultimi due mesi, dopo il 50.9 di settembre. Ciononostante, la moderazione del ritmo è stata determinata dalla stagnazione dei nuovi ordini e da una costante diminuzione dell'occupazione. Le aziende continuano la loro politica di riduzione delle scorte, sia di fattori produttivi che di prodotti finiti, in un prolungato processo di destoccaggio.

Sul fronte dei prezzi, i costi di acquisto sono rimasti stabili rispetto a settembre. Per la prima volta da aprile, i prezzi di vendita hanno registrato un leggero aumento, indicando un tentativo da parte delle imprese di recuperare marginalità, sebbene con un tasso di inflazione ancora contenuto. Guardando al futuro, le aspettative delle aziende manifatturiere dell'Eurozona per i prossimi dodici mesi mostrano un cauto ottimismo riguardo all'aumento dei livelli di produzione.


Nondimeno, questo ottimismo si è affievolito per il secondo mese consecutivo, attestandosi al di sotto della media storica.

L'andamento non è uniforme in tutta l'area. Ad ottobre, le condizioni manifatturiere sono migliorate soprattutto nei paesi dell'Europa meridionale. La Grecia e la Spagna hanno riportato gli sviluppi più positivi, con indici in crescita rispetto al mese precedente. I Paesi Bassi, che a settembre avevano mostrato performance eccellenti, hanno visto un rallentamento della crescita, raggiungendo il minimo degli ultimi quattro mesi, mentre anche l'Irlanda ha perso vigore. La contrazione continua in Germania, Francia e Austria, seppur con un tasso di declino meno accentuato. In Italia, le condizioni manifatturiere sono rimaste sostanzialmente invariate.

La crescita della produzione, sebbene modesta, si è verificata nonostante la stagnazione dei nuovi ordini. La domanda di beni nell'area dell'euro è aumentata in un solo mese negli ultimi tre anni e mezzo.


I nuovi ordini dall'estero, che comprendono anche gli scambi all'interno dell'Eurozona, hanno continuato a frenare le vendite delle aziende manifatturiere, diminuendo per il quarto mese consecutivo.

Le aziende manifatturiere dell'Eurozona hanno continuato a ridurre i livelli di occupazione a ottobre, prolungando una sequenza negativa che dura da quasi due anni e mezzo. Il ritmo di calo è stato leggermente più rapido, raggiungendo il livello più elevato da giugno. Ciononostante, gli ordini in fase di lavorazione sono diminuiti, suggerendo l'assenza di pressioni sulla capacità produttiva.

Le giacenze hanno continuato a diminuire in tutta l'Eurozona, estendendo un lungo periodo di tagli alle scorte. Le scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti sono calate a tassi superiori alle rispettive medie di serie. Gli acquisti di materie prime e prodotti intermedi sono diminuiti per il quarantesimo mese consecutivo, nonostante i tempi medi di consegna da parte dei fornitori abbiano continuato ad allungarsi.


L'entità dei ritardi segnalati è stata la più elevata degli ultimi tre anni.

Analizzando i dati PMI, il Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha affermato che: "In merito al settore manifatturiero dell'Eurozona, quello che possiamo fare al meglio è di riportare un debole barlume di speranza di una ripresa economica." Ha sottolineato come la produzione sia aumentata per l'ottavo mese consecutivo, ma si tratti di una crescita modesta senza un vero e proprio slancio, comparabile a quella dei mesi precedenti. La domanda nell'economia dell'Eurozona è rimasta debole, con i nuovi ordini in stagnazione.

Le riduzioni di personale continuano, e il loro ritmo è persino aumentato leggermente, a causa della domanda fiacca che spinge le aziende a tagliare i costi o a migliorare la produttività. Le incertezze sulla fornitura, in particolare per i semiconduttori di base, potrebbero aver contribuito all'allungamento dei tempi di consegna e a pesare sulla produzione in settori chiave come l'automobilistico e l'ingegneria meccanica, rendendo improbabili nuove assunzioni nel breve termine.


La situazione del settore manifatturiero è fragile in Germania, in recessione in Francia, persistentemente debole in Italia e con una crescita modesta solo in Spagna. Le tensioni politiche in Francia stanno contribuendo a un calo della produzione e a una contrazione dell'indice delle aspettative future, frenando la domanda di beni industriali anche negli altri paesi dell'Eurozona. Il ciclo delle scorte non mostra segnali di inversione, con le aziende che continuano a ridurle, principalmente a causa della debolezza della domanda industriale.

Ecco una panoramica dei dati PMI® Manifatturiero per paese di ottobre:

- Grecia 53.5; massimo in 2 mesi;

- Spagna 52.1; massimo in 2 mesi;

- Paesi Bassi 51.8; minimo in 4 mesi;

- Irlanda 50.9; minimo in 10 mesi;

- Italia 49.9; massimo in 2 mesi.

In sintesi, l'economia manifatturiera dell'Eurozona naviga in acque complesse.


La produzione mostra una tenace, seppur debole, crescita, ma la persistente stagnazione dei nuovi ordini e la continua riduzione dell'occupazione indicano sfide strutturali. Le aziende sperano in una ripresa futura, ma il quadro attuale invita alla cautela.


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