
I mercati azionari asiatici hanno aperto la settimana con una robusta crescita, sostenuti da una combinazione di fattori globali. Una tregua commerciale raggiunta tra gli Stati Uniti e la Cina, insieme all'ingente e crescente spesa in AI, ha infuso ottimismo, spingendo gli investitori verso asset più rischiosi. Tuttavia, il dollaro americano mostra una notevole forza, mantenendosi vicino ai massimi di tre mesi dopo le recenti dichiarazioni restrittive dei funzionari della Federal Reserve. Il panorama degli investimenti continua a essere modellato dagli eventi della settimana precedente. Le riunioni delle banche centrali e l'accordo di tregua commerciale di un anno tra le due maggiori economie mondiali, sebbene ampiamente atteso, lasciano comunque interrogativi sulla sua piena durata.


Il sentiment complessivo rimane positivo. L'indice più ampio di MSCI per le azioni dell'Asia-Pacifico al di fuori del Giappone ha registrato un aumento dello 0,35%, attestandosi a 727,82 punti, vicino al picco di quattro anni e mezzo toccato nei giorni scorsi. Questo indice ha già guadagnato oltre il 27% quest'anno, proiettandosi verso la sua migliore performance annuale dal 2017. Le azioni blue-chip della Cina hanno invece mostrato un lieve calo dello 0,6%, a seguito di dati che indicavano un rallentamento nell'espansione dell'attività manifatturiera cinese ad ottobre rispetto a settembre. Ordini e produzione sono diminuiti, complice l'incertezza legata ai dazi. Al contrario, l'indice Hang Seng di Hong Kong ha segnato un rialzo dello 0,3%. Sembra opportuno per gli investitori capitalizzare una parte dei guadagni recenti e accumulare sulle correzioni, orientandosi verso posizioni più difensive in vista della fine dell'anno, considerando che l'ottimismo legato alla tregua commerciale USA-Cina è già stato assimilato dal mercato.
I mercati giapponesi sono rimasti chiusi per festività, con un'attività contenuta per i titoli del Tesoro durante le ore asiatiche. I futures del Nasdaq Composite hanno segnato un aumento dello 0,25%, mentre i futures europei anticipavano anch'essi un'apertura al rialzo. Diverse figure della Federal Reserve hanno espresso perplessità la scorsa settimana riguardo alla decisione della banca centrale degli Stati Uniti di tagliare i tassi di interesse. Nondimeno, l'influente governatore della Fed, Christopher Waller, ha sostenuto la necessità di ulteriori allentamenti della politica monetaria per rafforzare un mercato del lavoro in fase di indebolimento. Dopo la riunione di politica monetaria di ottobre, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha chiarito che un taglio dei tassi di interesse alla prossima riunione di dicembre non era affatto "una conclusione scontata". Questo ha sorpreso molti operatori, che lo consideravano quasi certo. La motivazione per i tagli dei tassi di interesse è coerente con la prospettiva di un ulteriore indebolimento del dollaro americano: l'economia degli Stati Uniti non supererà le aspettative nella stessa misura di prima.
Ciò porterà a un dollaro più debole nel tempo, sebbene parta da una posizione forte. Attualmente, gli operatori di mercato attribuiscono una probabilità del 68% a un taglio dei tassi a dicembre, in calo rispetto a una quasi certezza della scorsa settimana prima della riunione della Federal Reserve, durante la quale la banca centrale ha ridotto i tassi di 25 punti base come previsto. Questo ha contribuito a rafforzare il dollaro. L'euro ha toccato quota $1,1524, un minimo di tre mesi. La sterlina è scesa dello 0,2% a $1,3142, mentre lo yen si è attestato a 154,05 per dollaro americano, quasi al suo livello più basso da metà febbraio. Con la possibilità che lo shutdown del governo degli Stati Uniti si prolunghi anche questa settimana, non saranno disponibili i dati sulle offerte di lavoro e sui nonfarm payrolls. Lo shutdown, iniziato il 1° ottobre, è ora il secondo più lungo nella storia, dopo quello del 2018-2019 durato 35 giorni. L'attenzione si concentrerà dunque sul rapporto sull'occupazione ADP e sulla componente occupazionale degli ISM PMI per valutare lo stato di salute del mercato del lavoro statunitense.
Il periodo dei guadagni societari rimane sotto i riflettori. Dopo un panorama misto emerso dai bilanci delle grandi aziende, che hanno evidenziato la ricerca di un ritorno sugli ingenti investimenti in infrastrutture per l'AI, l'attenzione si sposta sulle aziende tecnologiche che presenteranno i loro risultati questa settimana. L'entusiasmo per l'AI ha alimentato i mercati azionari globali, ma gli investitori desiderano prove concrete che questi investimenti stiano effettivamente generando profitti, mostrando al contempo cautela per una potenziale eccessiva euforia legata al tema. Le aziende di semiconduttori come Advanced Micro Devices (AMD) e Qualcomm, insieme alla società di analisi dati Palantir Technologies, sono attese con i loro rapporti. Altre importanti aziende che pubblicheranno i risultati questa settimana includono McDonald's e Uber. Sul fronte delle materie prime, l'oro ha superato i $4.000 nelle prime ore di trading, con gli operatori che hanno approfittato del calo per acquistare. I futures sul petrolio Brent sono aumentati dello 0,32% a $64,98 al barile, mentre il greggio West Texas Intermediate degli Stati Uniti si è attestato a $61,16 al barile, in crescita dello 0,28%, dopo che l'OPEC+ ha deciso di non aumentare la produzione nel primo trimestre del prossimo anno.

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