L'ombra della guerra commerciale: Wall Street respira, ma l'incertezza resta

L'ombra della guerra commerciale: Wall Street respira, ma l'incertezza resta


La decisione del Presidente Donald Trump di sospendere temporaneamente le tariffe sui prodotti messicani ha mitigato, almeno in parte, le paure di una guerra commerciale globale devastante. Lunedì, il mercato azionario americano ha chiuso in negativo, ma al di sopra dei minimi di giornata. Alle 21:00 GMT, il Dow Jones Industrial Average ha perso 161 punti (0,4%), lo S&P 500 lo 0,9% e il NASDAQ Composite l'1,3%. La sospensione delle tariffe, annunciata sabato, segue una telefonata descritta come "molto amichevole" tra Trump e il suo omologo messicano.


In cambio della tregua di un mese, il Messico si è impegnato a schierare 10.000 soldati per rafforzare il controllo del confine con gli Stati Uniti. Durante questo periodo, le due nazioni proseguiranno i negoziati per un accordo più definitivo. L'azione di Trump alimenta le speranze che le tariffe vengano usate come strumento di negoziazione, evitando un conflitto commerciale su vasta scala. Gli analisti prevedono, però, che le tariffe, in larga parte a carico degli importatori americani, alimenteranno l'inflazione. Questo potrebbe ridurre le possibilità di ulteriori tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve. "L'impennata dell'inflazione americana derivante da queste tariffe e da altre future misure sarà più rapida e consistente di quanto inizialmente previsto… la possibilità che la Fed riprenda a tagliare i tassi nei prossimi 12-18 mesi è tramontata", si legge in una nota di Capital Economics.


Aziende come General Motors, Ford e Stellantis, che importano componenti dal Messico, hanno mitigato parte delle perdite. Anche Constellation Brands, penalizzata dalle contromisure canadesi in risposta alle tariffe americane, ha recuperato terreno. Questa settimana è particolarmente importante per i risultati finanziari del quarto trimestre. Oltre 120 società dello S&P 500 pubblicheranno i propri dati, tra cui Alphabet (società madre di Google) e Amazon, rispettivamente martedì e giovedì. Altre aziende importanti come Alibaba, AMD, Walt Disney, Qualcomm e Uber si aggiungono al calendario fitto di appuntamenti. Sul fronte economico, oltre all'indice PMI manifatturiero di gennaio, l'attenzione è focalizzata sul rapporto sull'occupazione non agricola di gennaio, in uscita venerdì.


Morgan Stanley stima un aumento di soli 140.000 posti di lavoro, citando l'impatto di incendi, temperature rigide e uno sciopero. Il presidente della Federal Reserve di Atlanta, Raphael Bostic, ha avvertito che la Fed potrebbe dover attendere "per un po'" prima di riprendere i tagli dei tassi, per valutare l'impatto delle precedenti misure, in un contesto economico offuscato dalle tensioni commerciali.


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