PMI terziario: a gennaio si torna alla crescita grazie al forte aumento dei nuovi ordini
PMI terziario: a gennaio si torna alla crescita grazie al forte aumento dei nuovi ordini


Il settore terziario italiano ha iniziato il 2023 in modo positivo segnando il primo aumento simultaneo sia dell'attività sia dei nuovi ordini da giugno scorso. Le aziende monitorate hanno peraltro continuato ad assumere personale aggiuntivo, rispecchiando in parte il crescente ottimismo sul futuro. L'inflazione dei costi ha continuato a rallentare restando tuttavia elevata poiché i salari e gli alti costi dei fornitori hanno continuato ad accrescere le spese operative. Le aziende terziarie monitorate dall'indagine hanno reagito aumentando i prezzi di vendita, registrando il più alto incremento in oltre 25 anni di storia dell'indagine.



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L'Indice destagionalizzato S&P Global PMI dell’Attività Terziaria in Italia di gennaio si è posizionato su 51.2, in rialzo da 49.9 di dicembre. Quest'ultima lettura è stata la migliore da giugno scorso, anche se ancora inferiore alla media di lungo termine dell'indagine. L'indice peraltro ha indicato la prima crescita in cinque mesi, superando la soglia critica di non cambiamento di 50.0 che separa l'espansione dalla contrazione.

Aumentano i nuovi ordini

Le aziende terziarie intervistate hanno collegato questo modesto incremento dell'attività all'aumento del flusso dei nuovi ordini, in rialzo per il secondo mese consecutivo. La crescita è stata forte, la più alta da maggio 2022, ed è stata collegata al miglioramento della domanda. A contribuire alla crescita dei nuovi ordini è stato anche il lancio di nuovi servizi ad inizio anno, che ha generato commesse principalmente sul territorio italiano, visto che il volume di quelle estere di gennaio è diminuito per il sesto mese consecutivo. Ad inizio del 2023, le aziende del settore terziario italiano monitorate dall'indagine hanno assunto personale aggiuntivo, estendendo un andamento mensile iniziato a maggio 2021. La creazione occupazionale riflette in parte gli sforzi di gestione dell'attuale carico di lavoro, riuscendo generalmente nell'intento: i livelli di ordini inevasi sono infatti diminuiti per il terzo mese consecutivo, indicando il maggiore calo dell'attuale sequenza.

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Ottimismo sul futuro

Dai dati raccolti in sede d'indagine, si evince che le aziende hanno assunto personale aggiuntivo in un momento di crescente ottimismo nei confronti del futuro. Il livello di fiducia di gennaio è salito al valore più alto degli ultimi nove mesi, spinto dalla speranza di un calo dell'inflazione e di una generale stabilizzazione delle condizioni economiche. Persistono però le preoccupazioni sulla forza della ripresa e, vista la continuazione della guerra in Ucraina, l'ottimismo è rimasto storicamente basso. L'inflazione dei costi gestionali di gennaio ha continuato decisamente a diminuire, scendendo ai minimi in 15 mesi. I prezzi, tuttavia, continuano ad aumentare a ritmi storicamente elevati. Le aziende hanno segnalato il continuo aumento dei prezzi imposti dai fornitori, con le spese salariali che contribuiscono al rialzo dei costi operativi. A tale rialzo dei costi, il campione intervistato ha reagito con l'aumento delle tariffe applicate ai clienti, approfittando anche del miglioramento della domanda di inizio anno. I prezzi di vendita sono generalmente aumentati per il sedicesimo mese consecutivo, segnando oltretutto il più alto rialzo in più di 25 anni di raccolta dati.

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Secondo Paul Smith, Economist presso S&P Global Market Intelligence, 'Ad inizio anno si è registrato un gradito ritorno alla crescita dell'economia terziaria italiana. Più che lo scenario di un mite inverno e gli effetti residui del rialzo post pandemico dell'attività di mercato, i timori di recessione dovrebbero in qualche modo essere mitigati dal modesto aumento della produzione e soprattutto dal forte incremento del volume di nuovi ordini. Le aziende continuano peraltro ad aumentare i loro organici nella speranza che le condizioni del mercato continuino a stabilizzarsi. Tuttavia, il sottostante profilo di crescita del settore resta abbastanza debole e le preoccupazioni sulla forza di ripresa persistono. Inoltre, lo spettro dell'inflazione è ancora presente. C'è inoltre il timore che le spinte inflazionistiche resteranno elevate ancora per qualche tempo, visto che i dati d'indagine evidenziano un rafforzamento del potere delle aziende sui prezzi e una persistente pressione salariale al rialzo'.

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