PMI composito eurozona: a gennaio prima crescita dell'economia da giugno 2022
PMI composito eurozona: a gennaio prima crescita dell


Ad inizio 2023 e dopo sei mesi di contrazione, l’economia dell’eurozona ha indicato una marginale espansione. Maggiori livelli di attività si sono accompagnati ad una più forte crescita occupazionale con il mercato del lavoro dell’eurozona che ha continuato a mostrare una capacità di recupero significativa, ma anche un rafforzamento della fiducia. Nonostante il calo degli ordini, che continua dall’estate del 2022, il tasso di contrazione è stato il più debole della sequenza. Anche il lavoro inevaso è diminuito, soprattutto nel settore manifatturiero. L’inflazione dei prezzi di acquisto ha continuato a segnare un declino, rallentando ai minimi in 21 mesi, mentre i prezzi di vendita di gennaio sono aumentati un po’ più velocemente.



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Per la prima volta da giugno 2022, l’Indice destagionalizzato S&P Global PMI della Produzione Composita dell’Eurozona a gennaio ha segnato un’espansione. Con 50.3, rispetto a 49.3 di dicembre, ha indicato un progressivo recupero per il terzo mese consecutivo. Nel complesso, l’indice principale ha indicato una crescita marginale dell’attività del settore privato dell’eurozona. Dal punto di vista settoriale, i dati hanno mostrato che il nuovo aumento è stato esclusivamente alimentato dalle aziende terziarie. I volumi di produzione di inizio anno hanno continuato a diminuire, anche se al tasso più debole da giugno 2022. L’attività terziaria è invece aumentata per la prima volta dalla scorsa estate. Gli ultimi dati d’indagine offrono il timido suggerimento di un’economia che ha toccato il picco negativo lo scorso ottobre e, da allora, gli indici di produzione di entrambi i settori hanno indicato un progressivo e fermo rialzo.

Bene Irlanda, Spagna e Italia

Tra le nazioni i cui dati compositi PMI sono disponibili, che ammontano a circa il 78% della produzione del settore privato dell’eurozona, l’Irlanda ha registrato a gennaio la prestazione più forte, con un modesto aumento. Anche Spagna e Italia hanno indicato incrementi dell’attività in quest’ultima indagine, mentre l’economia tedesca si è generalmente stabilizzata. Nel frattempo, il settore privato in Francia ha continuato a contrarsi, anche se solo marginalmente.

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La crescita economica dell’eurozona è stata frenata dalla persistente debolezza della domanda, come mostrato dagli ultimi dati, registrando il settimo mese consecutivo di calo dei nuovi ordini. Il flusso delle commesse in entrata è tuttavia diminuito solo marginalmente ed al tasso più debole della sopradetta sequenza. La domanda terziaria di gennaio si è infatti stabilizzata, terminando sei mesi consecutivi di declino. Di conseguenza, il maggior freno è scaturito dal forte calo dei nuovi ordini manifatturieri. Le aziende del settore privato dell’eurozona hanno anche segnalato un mercato estero difficile, registrando un calo degli ordini esteri, inclusi gli scambi intra eurozona. La contrazione è stata però la più lenta da giugno 2022. Con l’aumento dell’attività economica, ma il flusso di nuovi ordini di nuovo in calo, le aziende dell’eurozona hanno ridotto a gennaio l’accumulo di ordini inevasi. Il volume degli ordini acquisiti ma non ancora completati è infatti diminuito per il settimo mese consecutivo, segnando un altro forte declino soprattutto nel manifatturiero. Eppure, nonostante sia evidente la presenza di una capacità operativa adeguata nel gestire l’attuale domanda, i livelli occupazionali del settore privato di gennaio dell’eurozona sono aumentati. Il tasso di creazione di posti di lavoro ha addirittura indicato un picco in tre mesi restando al di sopra della media storica. Ad inizio anno, il tasso di assunzione è migliorato in entrambi i settori.

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Cala l’inflazione ma salgono i prezzi di vendita

Intanto, i dati raccolti dall’indagine di gennaio hanno registrato un nuovo rallentamento dell’inflazione dei prezzi di acquisto, segnando il valore più basso da aprile 2021. L’indebolimento della pressione sui costi è stato elevato nel settore manifatturiero, dove il corrispondente indice di gennaio è sceso al di sotto del trend di lungo termine. L’inflazione dei costi del settore terziario si è mostrata di gran lunga maggiore e, anche se rallentata in quest’ultima indagine mensile, ha comunque indicato il valore maggiore da novembre 2021, con dati che hanno segnalato forti pressioni salariali. Allo stesso tempo, sempre a gennaio si è registrato un leggero rialzo dell’inflazione dei prezzi di vendita. Guardando alle prospettive future, le aziende dell’eurozona si sono mostrate più ottimiste per i prossimi 12 mesi di attività. Il livello di fiducia è migliorato segnando il valore più alto degli ultimi nove mesi. Tale valore è però molto inferiore a quello avutosi a febbraio 2022, prima dell’invasione russa in Ucraina.



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Secondo Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence, “La ripresa della crescita della produzione, anche se marginale, è una buona notizia e ci suggerisce che l’eurozona potrebbe evitare la recessione. Con il forte calo della pressione sui prezzi dei mesi recenti, il rallentamento dei disagi sulla catena di approvvigionamento e la riduzione delle preoccupazioni sul mercato energetico grazie ai sussidi, ai prezzi minori e ad un inverno mite, anche la fiducia è aumentata, rafforzando la speranza che questo rialzo acquisirà slancio nei prossimi mesi. Tuttavia, è ancora troppo presto per dissipare i rischi di recessione. Soprattutto non si è ancora fatto sentire in pieno l’effetto dei maggiori tassi di interesse sulla crescita economica, e molte sono le aziende che contano sugli ordini inevasi, accumulati nel periodo pandemico per sostenere la ripresa. Per essere più solida, è necessario che la crescita della domanda acceleri ed in questo senso è preoccupante osservare che a gennaio i nuovi ordini continuano a diminuire. Resta ancora da capire se l’eurozona può contare sulla marginale espansione di gennaio o se dobbiamo temere un nuovo 2012, anno in cui l’incoraggiante ritorno alla crescita di inizio anno si dimostrò fragile e lasciò poi il posto ad una nuova recessione”.



Classifica del PMI Composito per Stato di gennaio

- Irlanda: 52.0 (massimo in 3 mesi);
- Spagna: 51.6 (massimo in 6 mesi);
- Italia: 51.2 (massimo in 7 mesi);
- Germania: 49.9 (flash 49.7 e massimo in 7 mesi);
- Francia 49.1 (flash 49.0 e Invariato).

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