IHS Markit PMI Terziario: a novembre riprende la crescita
IHS Markit PMI Terziario: a novembre riprende la crescita


L’ultima lettura dei dati PMI ha continuato a mostrarci un settore terziario italiano in espansione. L’attività economica ed i nuovi ordini sono aumentati nettamente ed al tasso più rapido da agosto, con le aziende che hanno registrato un rafforzamento della domanda. Questo ha alimentato il più veloce rialzo delle assunzioni in quattro mesi, anche se le pressioni sulla capacità operativa sono rimaste tra le maggiori dell’indagine. Allo stesso tempo, le pressioni inflazionistiche si sono intensificate, indicando costi e tariffe in rialzo ai tassi più rapidi mai registrati sinora. L'Indice principale destagionalizzato IHS Markit PMI dell’Attività Terziaria in Italia è salito a novembre a 55.9 da 52.4 di ottobre, segnalando il settimo mese consecutivo di crescita della produzione terziaria e al valore maggiore da agosto. Le ragioni principali di quest’accelerazione dell’espansione, nel corso del quarto trimestre, sono legate soprattutto al maggiore incremento dei nuovi ordini ricevuti. Il flusso delle nuove commesse è aumentato per la settima volta in altrettanti mesi, indicando a novembre un forte rialzo ed il più veloce da agosto.



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Allo stesso tempo, dopo il leggero calo di ottobre, le commesse estere sono aumentate segnalando una maggiore domanda proveniente dai mercati chiave come Europa e USA. Il tasso di crescita delle esportazioni è stato solo marginale, ma il più veloce da luglio. Questo ha alimentato il tasso di assunzione, con le aziende dei servizi che a novembre hanno continuato ad accrescere la loro forza lavoro prolungando l’attuale sequenza di creazione occupazionale iniziata a maggio, collegandola alle forti vendite. Il tasso di incremento è stato peraltro forte ed il più rapido da luglio. Ciononostante, a novembre la pressione sulla capacità ha continuato a crescere visto che il livello di commesse inevase è aumentato per la settima volta in otto mesi. È da sottolineare che il tasso di accumulo di ordini in giacenza è stato il più elevato da maggio 2006.

Pressioni inflazionistiche senza precedenti

I dati di novembre hanno anche mostrato che le aziende terziarie in Italia hanno sostenuto pressioni inflazionistiche senza precedenti. I costi di gestione hanno indicato il più rapido rialzo dal 1998, anno d’inizio della raccolta dati, con riferimenti all’aumento di utenze, energie e materiali. Ne è conseguito un innalzamento delle tariffe applicate dalle aziende, il più alto registrato nella storia dell’indagine. Secondo il parere del campione intervistato, il settore ha trasferito l’aumento dei costi ai clienti qualora possibile, nel tentativo di mantenere il livello dei margini. Guardando al futuro, le aziende terziarie in Italia sono rimaste ottimiste sull’attività nei prossimi 12 mesi. Dai dati raccolti, la fiducia è stata attribuita alla forte domanda da parte dei clienti e alla speranza di un robusto rilancio economico. Detto ciò, i livelli di ottimismo si sono mostrati moderati segnando il valore minimo in dieci mesi. Alcune aziende hanno mostrato preoccupazioni sulla pandemia e sulle pressioni inflazionistiche.

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Secondo Lewis Cooper, Economist presso IHS Markit, Il settore terziario in Italia ha registrato a novembre una crescita più forte, con attività economica e nuovi ordini che hanno indicato i tassi di rialzo più veloci da agosto, collegati al rafforzamento della domanda. Le aziende hanno, quindi, aumentato gli organici, registrando un forte tasso di assunzione, il maggiore in quattro mesi. La produzione complessiva del settore privato ha indicato il più rapido tasso di espansione in tre mesi, con un’accelerazione della crescita dell’attività terziaria unitasi ad un aumento quasi record del manifatturiero. Ad inizio dell’ultimo mese dell’anno, tutto questo è di buon auspicio per l’economia italiana. Le preoccupazioni sulle pressioni inflazionistiche, che si sono intensificate a tassi senza precedenti tra i disagi sulla fornitura, gli aumenti dei costi energetici e di trasporto così come il rialzo dei contagi da Covid-19, hanno attenuato i livelli di fiducia ai minimi in dieci mesi, ma gran parte delle aziende è rimasta positiva in merito alle prospettive di attività nei prossimi 12 mesi”.

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