HCOB PMI Manifatturiero Italia: a settembre calano nuovi ordini ed export
HCOB PMI Manifatturiero Italia: a settembre calano nuovi ordini ed export


A settembre, il settore manifatturiero italiano continua a contrarsi sempre di più conseguentemente al maggiore declino dei livelli della produzione, dei nuovi ordini e delle giacenze dei fattori produttivi. Malgrado il peggioramento generale dello stato di salute del settore, le aziende manifatturiere hanno innalzato il loro livello del personale al tasso maggiore in circa due anni e mezzo. Detto questo, l’ottimismo sull’attività futura è calato considerevolmente. In merito ai prezzi, a settembre, i costi sono aumentati lievemente e i prezzi di vendita sono, anche se solo lievemente, diminuiti.



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L'Indice HCOB PMI (Purchasing Managers' IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, un indicatore composito a una cifra della prestazione del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di acquisto, ha postato a settembre 48.3, in discesa da 49.4 di agosto. La contrazione si è estesa al sesto mese consecutivo e si è intensificata per il forte calo di tre dei cinque componenti del PMI: produzione, nuovi ordini e giacenza degli acquisti. La debolezza della domanda è la causa principale di questo peggioramento. Sia gli ordini totali che quelli esteri sono calati a settembre con dei tassi elevati e più rapidi. Le deboli condizioni della domanda hanno inoltre influenzato i piani di produzione dei manifatturieri.
I livelli produttivi sono calati ad un tasso elevato e più veloce rispetto ad agosto. Le minori esigenze produttive hanno ridotto ulteriormente i volumi degli acquisti di settembre ad un tasso che in generale è risultato elevato. Nel corso dell’ultima indagine, le giacenze degli acquisti inoltre hanno riportato un calo. Alcune aziende hanno riportato di aver ridotto volontariamente le giacenze dei fattori produttivi, mentre altre hanno indicato di aver rinviato gli ordini. È evidente che la ridotta domanda di beni ha causato minori pressioni sulla capacità operativa dei fornitori, infatti, anche se leggermente, i tempi medi di consegna sono migliorati per il secondo mese consecutivo. Secondo le aziende campione, la migliore disponibilità di materie prime ha inoltre agevolato i fornitori nel completamento tempestivo degli ordini.

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A settembre, le aziende manifatturiere in Italia hanno continuato ad assumere nuovo personale, con i livelli occupazionali in aumento per il secondo mese consecutivo. Il tasso di creazione del lavoro, inoltre, è stato tra i più rapidi osservati in circa due anni e mezzo. Il livello del lavoro inevaso è calato rapidamente a causa della combinazione delle più veloci assunzioni e della riduzione del volume dei nuovi ordini. Il tasso di contrazione è stato il più veloce osservato nel terzo trimestre. Intanto, a settembre, aumentano solo lievemente, e al tasso più lento da marzo, i prezzi di acquisto. La maggiore fonte di pressione sulle spese operative riportata dalle aziende campione è stato l’incremento del prezzo delle materie prime. Allo stesso tempo, dopo il forte incremento di agosto, la minore pressione sui costi ha incoraggiato i manifatturieri a ridurre le tariffe. La contrazione dei prezzi di vendita riflette la combinazione di attività promozionali e di sforzi per rimanere competitivi. Il tasso di sconto dei prezzi di vendita, tuttavia, è stato solo leggero. Infine, anche se generalmente ottimistiche, le previsioni mensili sull’attività nei prossimi dodici mesi sono peggiorate notevolmente e sono crollate al di sotto della media storica. Anche se l’ottimismo è stato generato dall’afflusso di nuovi clienti, dai tagli dei tassi di interesse e dalle favorevoli previsioni, alcune aziende hanno riportato preoccupazioni sulle condizioni della domanda futura.

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Secondo Jonas Feldhusen, Junior Economist, Hamburg Commercial Bank AG, “La situazione del settore manifatturiero italiano rimane incerta. Dopo aver riportato ad agosto un leggero miglioramento, l’indice principale di settembre ha di nuovo registrato un calo, restando decisamente in territorio di recessione. La contrazione globale dell’attività manifatturiera, peggiorata nel terzo trimestre, chiaramente sta avendo un impatto sulle aziende manifatturieri italiane. La competizione dall’estero, l’incertezza politica in Germania e Francia, così come gli alti tassi di interesse e la cautela dei clienti causata dai prezzi elevati, pare abbiano indebolito la domanda. Sia gli ordini nazionali che quelli esteri di conseguenza sono calati significativamente. Con i nuovi ordini in calo maggiore rispetto alla produzione, le aziende manifatturiere hanno osservato il primo accumulo di giacenze in svariati mesi. Le aziende manifatturiere italiane stanno avendo un approccio più cauto in merito alle prospettive future. La debolezza della domanda sta ponendo una pressione maggiore sul settore industriale, e ciò si riflette sulle aspettative future, calate al di sotto della media storica. Tuttavia, sono evidenti alcuni sviluppi positivi. Malgrado il minore livello del lavoro inevaso, le aziende manifatturiere italiane hanno accelerato a settembre l’attività di assunzione del personale. La pressione sui prezzi rallenta e nonostante le materie prime rappresentino ancora una minaccia sul fronte dei costi, l’inflazione dei prezzi di acquisto è rallentata. Questa tendenza, assieme all’indebolimento della domanda, pare abbia influenzato i prezzi di vendita. Le aziende campione, di conseguenza, hanno cercato di ridurre leggermente i loro prezzi nel tentativo di rimanere più competitivi. Ciò in qualche modo ha colmato il divario tra i prezzi di acquisto e quelli di vendita”.



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