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Messico: gli investitori possono fidarsi di Obrador?

Robins (T. Rowe Price): la grande incognita è come AMLO reagirà di fronte alle pressioni, e se il possibile fallimento dei suoi piani migliori alimenterà il suo lato più populista

Chi è davvero Andrés Manuel López Obrador (AMLO), presidente neoeletto del Messico? Un uomo del popolo che giura di porre fine ai ?fallimenti e alla corruzione evidenti delle politiche neoliberali', o lo statista sostenitore di una spesa pubblica responsabile che promette un ?New Deal' per il Messico? La risposta a questa domanda potrebbe fornirci alcune indicazioni sull'orientamento che Obrador darà al suo mandato presidenziale di 6 anni.

Un difficile esercizio di equilibrismo

È evidente che le elezioni del luglio 2018 hanno rappresentato una rottura con il passato. AMLO è arrivato al potere sulla scia di un malcontento diffuso nei confronti dell'élite politica messicana. Per mantenere le sue promesse elettorali di sviluppo sociale e di creazione di nuovi posti di lavoro, il nuovo presidente avrà bisogno di un contesto favorevole alle imprese che incoraggi nuovi investimenti. Tuttavia, ciò mal si concilia con alcune delle sue mosse di stampo più populista, come l'annullamento, prima ancora del proprio insediamento ufficiale, del progetto di costruzione da 13 miliardi di dollari di un aeroporto internazionale, già per un terzo avviato, o l'annuncio di una sospensione di tre anni delle aste per nuovi blocchi di esplorazione petrolifera, che lascia presagire una marcia indietro sulla deregulation del settore energetico.
Il presidente sta tentando un difficile esercizio di equilibrismo. Molti fattori giocano tuttavia in suo favore. Il suo livello di popolarità è alle stelle, Inoltre, il suo movimento, Morena, e i partiti alleati hanno la maggioranza in entrambe le camere del Congresso.
I mercati hanno reagito favorevolmente alla presentazione del bilancio per il 2019, giudicato cauto, e alle iniziative volte a rafforzare e consolidare il settore finanziario e i mercati dei capitali locali. Sulla scia di queste notizie, le azioni e le obbligazioni messicane e il peso hanno registrato una ripresa. A fine gennaio, gli investitori hanno dato al governo un primo voto di fiducia, superando con le loro richieste di sottoscrizione l'offerta di titoli sovrani denominati in USD pari a 2 miliardi di dollari.

Venti internazionali in favore del Messico

Anche sul fronte internazionale i venti soffiano in favore del Messico. L'indebolimento del dollaro USA e la sospensione dei rialzi da parte della Fed si tradurranno con ogni probabilità in minori pressioni nei confronti di Banxico, la banca centrale messicana, spianando potenzialmente la strada a politiche monetarie meno restrittive nei prossimi mesi.
Paradossalmente, pur essendo un Paese produttore di petrolio, il calo dei prezzi del greggio contribuirà al miglioramento della bilancia dei pagamenti messicana, dato che il paese accusa un disavanzo commerciale nei prodotti petroliferi raffinati. Malgrado la retorica protezionistica del presidente Trump, gli scambi commerciali con gli Stati Uniti si mantengono sostenuti grazie ad una crescita economica statunitense ancora solida.

Quali sono i rischi in agguato?

I segnali contrastanti provenienti dalla nuova amministrazione - che un momento alimenta i sentimenti populisti e quello successivo si mostra vicina alle esigenze degli investitori - sono poco rassicuranti. Esistono inoltre ragioni fondate per dubitare delle competenze della nuova amministrazione nel portare a termine il programma del presidente: al di là del Ministro delle Finanze e di Banxico, le posizioni più importanti tendono ad essere occupati da rappresentanti politici con poca esperienza professionale.
Un'ulteriore serie di rischi riguarda la capacità di Obrador di mettere in atto il programma di sviluppo sociale sul quale si basa la sua popolarità. Per combattere il crimine e la disoccupazione giovanile, che vanno spesso di pari passo, il presidente ha promesso di creare 2,6 milioni di posti di lavoro attraverso un programma di apprendistato. Finora il settore privato ha offerto soltanto poche migliaia di posti. Analogamente, i piani di investimento e di crescita del governo dipendono in larga parte dal sostegno del settore privato, che è rimasto debole di fronte a questi segnali contrastanti.
Alcuni rischi possono provenire inoltre dall'estero. Nel bene o nel male le economie del Messico e degli Stati Uniti sono profondamente collegate. E, come spesso si dice, se gli Stati Uniti starnutiscono, il Messico si prende il raffreddore. Un possibile rallentamento negli Stati Uniti, in concomitanza al venir meno dello stimolo fiscale, potrebbe far presagire tempi difficili da entrambi i lati del confine.
Un'altra incertezza è rappresentata dalla rinegoziazione del NAFTA, tra Stati Uniti, Messico e Canada, che deve ancora essere ratificata nei parlamenti dei tre paesi. Se il processo si intoppasse, la fiducia delle imprese in Messico e verso il paese potrebbe risentirne.

Cosa farà AMLO se la situazione economica dovesse deteriorarsi?

Nel programma del nuovo presidente ci sono molti punti positivi: austerità fiscale, rafforzamento degli investimenti, riduzione di povertà e disoccupazione giovanile e investimenti nelle regioni trascurate del sud.
Malgrado tutte le questioni ancora aperte, la luna di miele di Obrador sarà probabilmente più lunga di quanto la maggior parte degli osservatori si aspetti. Grazie alla sua popolarità e al suo carisma, gli errori iniziali gli saranno perdonati: nel suo Paese alcuni lo chiamano "il Messia dei tropici".
Tuttavia, siamo convinti che il presidente andrà incontro a due grandi rischi: il fallimento del suo programma di riforme sociali e il mancato decollo dei suoi programmi infrastrutturali. La grande incognita è quindi come AMLO reagirà di fronte alle pressioni, e se il possibile fallimento dei suoi piani migliori alimenterà il suo lato più populista.

Benjamin Robins, Portfolio Specialist, Emerging Markets Fixed Income, T. Rowe Price