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Italia: c'è una giustizia alternativa al tribunale

Cresce il peso della mediazione volontaria scelta da cittadini e imprese invece del tribunale e quella disposta dal giudice

Le imprese litigano e raggiungono un accordo sempre più spesso fuori dalle aule dei tribunali. E' quanto emerge dal Rapporto Isdaci, giunto alla decima edizione e promosso da Unioncamere e dalle Camere di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, Torino, Genova e Cosenza. Sono ben 275 mila le liti gestite nel 2016 per un valore di circa 26 miliardi di euro.
Un mondo che si suddivide in mediazione tra cittadini e con le imprese (184 mila, valore medio di ognuna 140 mila euro), Corecom-telecomunicazioni (90 mila per 31 milioni di euro in tutto l'anno) e arbitrato (circa mille, valore medio 184 mila euro). Cresce il peso della mediazione volontaria scelta da cittadini e imprese invece del tribunale (9% rispetto all'8% del 2015) e quella disposta dal giudice (11%, +6%).
Il rapporto è stato presentato la scorsa settimana a Milano, offrendo un interessante spaccato del pianeta giustizia, in senso molto lato, nel nostro Paese.
Giustizia che vuoi per la diffidenza vergo i giudizi togati, vuoi per la necessità di far presto, si cerca altrove, pronti se del caso a trovare un punto d'incontro certo e definitivo piuttosto che attendere invano l'isola che non c'è.
Le domande di mediazione tra cittadini e con le imprese registrate sono state 184 mila, per un valore medio ognuna di 140 mila euro: liti quindi non più di natura bagatellare come alle origini della mediazione in Italia. Sono oltre 90 mila i procedimenti gestiti presso il Corecom, nel settore delle telecomunicazioni, per un valore complessivo di 31 milioni di euro. A quota 708 le domande di arbitrato amministrato per un valore medio di 184mila euro.
Cresce in un anno il peso della mediazione volontaria, scelta da cittadini e imprese in alternativa al tribunale, che pesa l'8,8% (era l'8,3%). In aumento anche la mediazione demandata, disposta dal giudice (pesa l'11% nel 2016, +6% rispetto al 2015).
Le mediazioni riguardano soprattutto contratti bancari (20,5%), diritti reali (14,4%), condominio (12,2%), locazione (11,6%), risarcimento del danno da responsabilità medica (6,7%), contratti assicurativi (6,2%), divisioni dei beni (5,1%), e successioni ereditarie (4,5%). Mentre resta prevalente per l'arbitrato amministrato la materia societaria (26%), immobiliare (21%) e gli appalti (20%). Vengono gestiti esclusivamente dalle Camere di Commercio gli arbitrati internazionali.
Milano è prima tra le Camere di commercio per arbitrati (134 nel 2016, +2% in un anno, il 19% di tutte le procedure rilevate a livello nazionale e un valore medio di 3,6 milioni di euro). Gli organismi di mediazione sono concentrati a Roma, Napoli, Milano, Salerno, Torino e Caserta.
"Oggi presentiamo a Milano in Camera di commercio" ha dichiarato Massimo Maria Molla, presidente ISDACI, presentando il rapporto sulla giustizia alternativa, "la soluzione delle controversie è spinta dalla mediazione, ma mantiene dei livelli di utilizzo non ancora soddisfacenti. Si tratta di strumenti importanti, a servizio della crescita economica e della qualità dei servizi del nostro Paese. Per questo occorre rafforzarli con azioni adeguate, a partire da iniziative formative e conoscitive diffuse".
"Questo rapporto conferma un dato di fondo - spiega Tiziana Pompei, vice segretario generale Unioncamere Nazionale -, ovvero che l'andamento positivo del numero degli accordi conclusi e la loro durata media oltre che il valore medio dei procedimenti gestiti si pone come certezza per milioni di imprese".
Da segnalare, su tutti, due universi. In primo luogo la riassegnazione di nomi a dominio: 37 i procedimenti gestiti nel 2016, +48% rispetto al 2015 per un valore medio, a procedura, di circa 1.500 euro e una durata media di 48 giorni (era 57 giorni nel 2015) con i ricorsi accolti nel 67% dei casi. Cinque i centri attivi, 4 privati ed 1 pubblico (la Camera Arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi).
"La vera rivoluzione che il nuovo regolamento comporta non è tanto nel dato normativo, quanto nell'approccio che dovranno adottare coloro che fondano la propria attività economica o amministrativa sul trattamento dei dati personali. Sono necessarie nuove generazioni di manager e consulenti pronti ad assumersi la responsabilità connesse all'adozione di misure sulla base delle valutazioni dei rischi. Dove per rischio legato al trattamento dei dati personali non deve intendersi esclusivamente quello connesso alla sicurezza del dato personale, quanto anche quello relativo alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali degli interessati, messe in pericolo dall'incredibile quantità di dati e trattamenti che possono rivelarsi invasivi e discriminatori", continua Pompei.
L'altra riguarda l'arbitrato amministrato: nel 2016 sono state registrate 708 domande di arbitrato amministrato (-10%) di cui 456 domande (64%) ricevute dalle Camere Arbitrali delle Camere di Commercio. Diminuzione in parte dovuta, forse, all'utilizzo della mediazione per controversie un tempo portate in arbitrato e alla concentrazione dei procedimenti presso la Camera Arbitrale di Milano (che ha visto infatti una crescita della propria attività rispetto all'anno precedente, in controtendenza quindi rispetto al dato nazionale). Il 97% degli arbitrati è nazionale e gli arbitrati internazionali (21 nel 2016) vengono gestiti esclusivamente dalle Camere di Commercio.
Sempre le Camere di commercio gestiscono la totalità degli arbitrati tra imprese e consumatori (115 su 708, pari al 16%). Il 67% degli arbitrati ha riguardato controversie sorte tra imprese o tra un ente e un'impresa. Il 26% degli arbitrati è in materia societaria, il 21% immobiliare, il 20% in materia di appalti, il 9% commercio, il 2% finanziario e collaborazione/consulenza. 184.234 euro il valore medio delle procedure arbitrali, non considerando le domande con valori sopra la media ricevute dalla Camera di Commercio di Cuneo, dalla Camera Arbitrale dell'Autorità Anticorruzione - già Camera Arbitrale per i Lavori pubblici - e dalla Camera Arbitrale di Milano. Il valore medio degli arbitrati delle Camere di Commercio è di ? 255.640, cinque volte quello delle Camere Arbitrali non espressione del circuito delle Camere di Commercio.
 

@federicounnia - Consulente in comunicazione