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Economia mondiale in crescita ma Italia sotto la media europea

Secondo l'Associazione Italiana Economisti d'Impresa e Oxford Economics, per Cina e India prevista crescita di oltre 6%. Usa sotto le attese

L'economia mondiale ha mostrato importanti segni di miglioramento nella prima parte del 2017 e le attese sono ora per un tasso di crescita del Pil 2017 intorno al 2,7-2,9%. Ad una serie di dati positivi provenienti dall'andamento del commercio globale, dal settore manifatturiero e dal mercato del lavoro in gran parte dei maggiori Paesi (sia avanzati che emergenti), si è accompagnata una significativa riduzione dei rischi percepiti a inizio anno: bolla immobiliare in Cina, populismo e hard-Brexit in Europa, settore bancario dei paesi sud Europei, protezionismo USA.
Permangono tuttavia una serie di ostacoli alla crescita globale che spingono alla cautela per i prossimi anni, nonostante il perdurare della spinta proveniente dall'area asiatica, Cina e India in particolare (con tassi di crescita attesi superiori al 6% per entrambe).
E' quanto emerso da un incontro che l'Associazione Italiana degli Economisti d'Impresa (GEI) insieme con Oxford Economics hanno tenuto presso Assolombarda. Oxford Economics ha in particolare curato la sintesi dell'andamento congiunturale e le previsioni mentre i membri del Direttivo GEI Andrea Goldstein (Managing Director di Nomisma), Valeria Negri (Responsabile del Centro Studi Assolombarda) e Pietro Modiano (Presidente SEA) hanno contribuito all'analisi dei dati e alla discussione sulle prospettive future.
Il principale motivo di cautela a livello internazionale è legato al rinvio dell'approvazione del forte stimolo di bilancio che Trump aveva promesso in campagna elettorale, ormai rimandata sicuramente al bilancio 2018 con un pacchetto di misure che non supererà il 10% di quanto promesso. Altro elemento di forte cautela è il permanere di un basso profilo dell'inflazione e dei salari a livello globale, accompagnato dal ridimensionamento della crescita del commercio mondiale.
Secondo Emilio Rossi Senior Advisor di Oxford Economics, "a fronte di una crescita che permane stentata e con un'inflazione che fatica a ritornare ai livelli obiettivo, le politiche monetarie delle principali banche centrali rimarranno sostanzialmente espansive e con la Fed meno orientata all'aumento dei tassi".
In Europa l'eurozona mostra un'evoluzione nel complesso solida anche se ancora modesta (con, addirittura, un tocco d'inflazione). La ripresa dell'eurozona dovrebbe continuare nei prossimi trimestri e nel 2017 il Pil è visto in crescita di oltre il 2%, la crescita più alta dal 2007. Il motivo principale di questa ripresa è da individuare nel QE della BCE, accompagnato da politiche di bilancio meno restrittive che nel passato. Il Regno Unito per ora sembra non aver troppo sofferto a causa del Brexit mentre l'Europa Orientale continua a svilupparsi a ritmi sostenuti.
Andrea Boltho, MoB Oxford Economics ed Emeritus Fellow Oxford University ha commentato lo scenario europeo: "Le politiche economiche europee dovrebbero rimanere permissive nei prossimi anni e quindi i maggiori rischi per l'Europa potrebbero venire da shock esterni, quali il ridimensionamento della Cina o l'imprevedibilità di Trump".
Gli ultimi dati sull'Italia confermano che la ripresa continua, ma rimane una ripresa sotto la media europea, con poco slancio ferma nel range 1-1,5% di crescita del Pil. Gli ultimi indici di fiducia rimangono positivi e coerenti con un'espansione del PIL attorno allo 0,3-0,4% sul trimestre. Per ora è mancata una forte ripresa dei prestiti alle aziende, ma le ultime vicende bancarie potrebbero essere un punto di svolta positivo per il sistema creditizio italiano. Le prossime elezioni saranno causa di incertezza: molto probabilmente non risulteranno in un governo riformista in grado di affrontare gli annosi problemi dell'economia italiana.
Secondo Nicola Nobile, Senior Economist Oxfrod Economics, "la ripresa dell'economia italiana continuerà anche nei prossimi trimestri, ma rimarrà frammentata e poco dinamica. Secondo le nostre previsioni il Pil aumenterà dell'1,3% quest'anno e di circa l'1% nel 2018. I rischi principali sono nelle prossime elezioni legislative, che saranno molto probabilmente causa di incertezza".
Ha chiuso i lavori il Presidente GEI Massimo Deandreis (nella foto) per il quale: "i dati sull'economia italiana sono incoraggianti, anche il Mezzogiorno è ripartito con uno slancio superiore alle aspettative. Tutto questo va consolidato con un progetto di rilancio che poggi sul recupero della produzione industriale persa in questi 7 anni di crisi e su una maggiore coesione territoriale tra Nord e Sud del Paese. Un'Italia più robusta è garanzia di stabilità per tutta l'Europa".