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Il sistema delle Blockchain va regolamentato per tutelare la trasparenza delle transazioni 

Di Marco (Federnotai): la sicurezza informatica di aziende e persone non deve essere sotto minaccia. Occorre una alleanza tra operatori del sistema, giuristi e imprese

Riciclaggio, rischio di frode: chi garantisce la tenuta del sistema Blockchain? Agli attacchi informatici che hanno fatto tremare il mondo si è accompagnata la richiesta da parte degli hackers di un riscatto in Bitcoin.
Il sistema delle Blockchain consente di tenere traccia dell'avvenuta transazione, ma non di certificarne e controllarne il contenuto: per questo, il suo utilizzo presta il fianco al rischio di infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali.
Un sistema innovativo, non compatibile con la complessità della contrattazione, ma capace di dare tracciabilità a tipologie di transazione che oggi ne sono sprovviste, rischia di essere lo strumento di finanziamento privilegiato per le organizzazioni terroristiche, per chi esercita traffici illeciti e per chi intende riciclare il denaro proveniente da attività criminali.
Qualcosa si può fare perchè non è vero che il sistema Blockchain sia privo di intermediari: il compito di validare le transazioni, anziché essere affidato allo Stato o a soggetti delegati dallo Stato, viene affidato ai nodi, dunque pur sempre intermediari, ma a differenza di quelli tradizionali non sono soggetti ad alcun controllo, quindi manipolabili.
Per questa ragione, Federnotai sostiene la necessità di una regolamentazione che veda alleati gli operatori del sistema, i giuristi e le imprese, al fine di garantire che le nuove tecnologie siano uno strumento per l'incremento della sicurezza e non una minaccia per i diritti delle persone.

Carmelo Di Marco, Presidente di Federnotai