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I Paesi dell'Emerging Asia vedono una crescita sana a medio termine

Tamaki (OCSE): Ma sono necessarie capacità istituzionali rafforzate e governi efficaci in tutta la regione per promuovere la crescita sostenibile e inclusiva

Mentre le prospettive di molti paesi OCSE rimangono contenute, il settore Emerging Asia è impostato per una crescita sana nel medio periodo. E' quanto emerge dal'ultimo Economic Outlook for Southeast Asia, China and India. La crescita del PIL annuale per l'ASEAN, Cina e India si prevede in media del 6,5% nel periodo 2015-19. La dinamica di crescita rimane sostenuta nei 10 Paesi dell'ASEAN, con una crescita economica media del 5,6% per il 2015-19. La regione rimane esposta a rischi interni ed esterni, tuttavia, che rendono critiche le riforme continue, l'integrazione regionale e il rafforzamento delle capacità istituzionali.
La prospettiva vede le grandi economie dell'ASEAN-5 - Indonesia, Malaysia, Filippine, Thailandia e Vietnam - che sostengono la loro dinamica di crescita nel medio periodo, guidata dall'Indonesia (6,0%) e dalle Filippine (6,2%). Le prospettive economiche per Brunei Darussalam e Singapore sono stabili, mentre la Cambogia, Laos e Myanmar sono impostati per accelerare con una crescita media annua superiore al 7%.
Delle due maggiori economie emergenti dell'Asia, la crescita della Cina si prevede in rallentamento al 6,8% nel periodo 2015-19, in adattamento ai diversi cambiamenti demografici, come il passaggio dalla crescita guidata dagli investimenti a quella trainata dai consumi, oltre che le sfide agricole, ambientali ed educative. La crescita dell'India dovrebbe rimanere stabile al 6,7%, stimata prima di ogni spinta potenziale da piani di riforma del nuovo governo.
"Mentre le economie asiatiche emergenti mostrano capacità di recupero, rimangono comunque esposte a diversi rischi, tra cui il rallentamento delle fonti esterne di domanda e di instabilità politica regionale", ha affermato il segretario generale dell'OCSE Rintaro Tamaki. "E' necessaria un'ulteriore accelerazione del processo di integrazione regionale per costruire la Comunità economica dell'ASEAN entro il 2015, come la costruzione delle capacità nazionali del settore pubblico per sostenere l'attuazione di politiche che favoriscano la crescita e lo sviluppo".
"Sono necessarie capacità istituzionali rafforzate e governi efficaci in tutta la regione per promuovere la crescita sostenibile e inclusiva. L'Outlook evidenzia l'importanza di perseguire le riforme complete, ben progettate e a un ritmo adeguato, pur riconoscendo l'importanza dei contesti specifici di ogni Paese nel definire i propri risultati", ha commentato Mario Pezzini, Development Centre Director dell'OCSE.
Gli obiettivi nazionali dei piano di sviluppo a medio termine identificano ed esprimono le priorità dei governi. Le prestazioni nel trasformare questi obiettivi in risultati sono notevolmente diverse tra Paesi e settori di intervento all'interno degli stati.
Per esempio, il piano Nazionale di sviluppo a medio termine (2010-2014) dell'Indonesia e il Piano di Sviluppo delle Filippine (2011-2016) hanno contribuito alle forti performance economiche in entrambi i Paesi, ma le sfide rimangono nella riduzione delle disuguaglianze. I forti tassi di crescita promossi dal Decimo Piano della Malaysia (2011-2015) mettono il Paese su un percorso favorevole, ma molto resta ancora da fare per raggiungere obiettivi di inclusione e di sostenibilità. La Malaysia dovrà anche migliorare i propri livelli di produttività per diventare un Paese ad alto reddito.
Le riforme del settore pubblico hanno fatto realizzare progressi sostanziali nel sud-est asiatico, in Cina e India, anche se molti Paesi della regione devono compiere ulteriori miglioramenti per un miglior posizionamento sul Government Effectiveness Index e altre misurazioni di performance del settore pubblico.
Allo stesso modo, Emerging Asia ha avuto alterne fortune nella costruzione delle istituzioni su cui si basano i mercati - come ad esempio lo stato di diritto e l'applicazione dei contratti - e nel far rispettare esigenze normative fiscali e nel settore privato. Queste aree individuate di potenziale debolezza devono essere affrontate per far fronte all'informalità, che ostacola il vero potenziale di crescita, e per favorire l'espansione dei mercati formali flessibili.