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Il rallentamento della crescita cinese inciderà fortemente sull'economia globale

Eberhardt (Credit Suisse): La Fed USA ha cominciato a preparare i mercati a un inasprimento della politica, mentre la BCE procede verso un ulteriore allentamento

Negli ultimi mesi si moltiplicano dei segnali di un rallentamento del mercato immobiliare cinese. I prezzi degli immobili residenziali hanno registrato un rallentamento o sono persino calati. Dall'eccesso di offerta di immobili in diverse regioni si evince che l'attività edilizia resterà debole anche l'anno prossimo. Considerata l?importanza di questo settore per l'economia nel suo complesso, abbiamo pertanto ridotto la nostra previsione di crescita del PIL 2015, relativamente alla Cina, al 6,6% YoY. Mentre il governo sta rispondendo all?indebolimento della crescita con uno stimolo mirato, non prevediamo ingenti misure di spesa. Considerando la creazione di credito in eccesso, e le spese troppo elevate dei governi locali in passato, non ci attendiamo nemmeno una posizione più accomodante su questi fronti.

Limitati effetti di propagazione verso i Paesi industrializzati

Il rallentamento della crescita cinese dovrebbe avere solo un effetto trascurabile sulla performance economica di Eurolandia e degli USA. In base a un recente studio dell'OCSE, un rallentamento di due punti percentuali della crescita della domanda interna cinese frena la crescita nei paesi OCSE solamente di 0.1 punti percentuali.
La principale ragione di tale limitato impatto è che la Cina fa parte della catena di fornitura globale, e una larga quota delle sue importazioni dalle economie avanzate è destinata a essere riesportata. Inoltre, i collegamenti ancora limitati tra il sistema bancario cinese e quello globale riducono l'impatto sul resto del mondo delle tensioni creditizie in Cina.

L'esile ripresa in Eurolandia spingerà la BCE a intervenire ulteriormente

Ciononostante, la debolezza della crescita del PIL di Eurolandia nel 1Q mette in evidenza la fragilità della ripresa nell'unione monetaria. Sebbene prevediamo che la dinamica si animerà un po' nel corso dell'anno, l'anemica crescita creditizia limita il potenziale al rialzo. Dal momento che l'inflazione è ben al di sotto del target, ipotizziamo pertanto che la Banca centrale europea (BCE) entrerà in azione tagliando il suo tasso di riferimento a giugno e, prevedibilmente, portando il tasso sui depositi delle banche commerciali detenuti presso la BCE in territorio leggermente negativo. Per via delle problematiche tecniche e politiche è improbabile che vengano avviati acquisti di asset diretti prima dell'ultima parte del 3Q o del 4Q, ma la BCE potrebbe annunciare presto ulteriori misure a sostegno dei prestiti diretti alle aziende di piccole e medie dimensioni.

Rimbalzo delle costruzioni residenziali e degli investimenti corporate negli USA

Dal momento che l?economia USA è sulla buona strada per riprendersi in modo solido dalla battuta d'arresto nel 1Q, con ogni probabilità la Fed continuerà a ridurre i suoi acquisti di asset mensili (tapering), ridimensionando il programma di quantitative easing (QE) a novembre. Dopo un periodo di debolezza, anche i dati recenti mostrano un rimbalzo delle costruzioni residenziali, e gli indicatori anticipatori continuano a segnalare un rialzo degli investimenti corporate.
Vista la robusta crescita, la Fed ha di recente cominciato a "discutere" pubblicamente degli aspetti tecnici su come potrebbe inasprire la politica una volta concluso il QE. Si sono iniziati a testare nuovi strumenti di politica, come gli accordi di riacquisto inverso (reverse repo), destinati a far crescere gradualmente i tassi sul mercato monetario nel breve termine, e nel contempo a evitare un forte incremento dei rendimenti sul più lungo termine. Con ogni probabilità l'impiego di questi strumenti da parte della Fed sarà più consistente nell'ambito dei suoi sforzi per segnalare ai mercati finanziari le rispettive intenzioni sul piano della politica monetaria.

Björn Eberhardt, Global Macro Research Credit Suisse