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Archimed: il progetto italiano alla conquista del Mediterraneo

Ha le dimensioni di una valigia il primo presidio medico-sanitario in mobilità, adottato per il programma di telemedicina Piattaforma Globale per i Servizi Digitali riconosciuto dall’ONU

Per una volta l’Italia è all’avangardia nei progetti sanitari. Con Archimed, b! ha costruito un’architettura che integra tecnologie elettromedicali, informatiche, infrastrutture di rete e sistemi di comunicazione voce-dati-video. Un sistema che ha riscosso grande interesse a livello internazionale. Ne parliamo con Luigi De Vecchis e Stefano Giannini di b! S.p.A.  

Come si inquadra il progetto Archimed nelle vostre soluzioni per la sanità?

Risponde Luigi De Vecchis, Sales Director b! SpA. Facciamo una breve premessa per raccontare come nasce il progetto. Il contesto è europeo e nasce da relazioni che abbiamo stretto con l’Agenzia italiana dell’ONU, OCCAM, nella persona dell’Architetto Pierpaolo Saporito. Con lui abbiamo avanzato numerose ipotesi sull’utilizzo di tecnologie innovative da mettere a disposizione delle popolazioni povere. Si tratta di servizi innovativi essenziali, utili ad incoraggiarle a sconfiggere la povertà e creare le basi per un percorso di crescita sostenibile. In questo senso sono state realizzate, nell’ambito del programma Infopoverty, alcune infrastrutture, quali ad esempio: la costruzione di villaggi ICT in Honduras, San Ramon, San Francisco de Limperia, Lebanon e, nell’ambito del World Summit of Information Society of the United Nations in Madagascar. Il progetto ArchiMed si colloca in questo scenario e si innesta nella Piattaforma Globale per i Servizi Digitali (Global Platform for Digital Services) riconosciuta dall’ONU ed introdotta per la prima volta con ECOSOC a Ginevra. Il suo scopo è di favorire lo sviluppo di tecnologie nei settori della Telemedicina, della Sanità, della Sicurezza, dell’Alimentazione, dell’e-learning, oltre che nella creazione di posti lavoro.
Il progetto “Euromediterraneo”, sotto l’egida ONU, indirizza il tema della Telemedicina ed è rivolto ai Paesi del Mediterraneo, ma non solo. La finalità è  di realizzare un nuovo paradigma del Servizio Sanitario di ciascuno Stato che sia basato su una struttura dai costi molto bassi, capace di erogare servizi efficienti, di migliorare la qualità del rapporto cittadino-struttura sanitaria, di estendere il servizio a tutti gli abitanti. Quindi un paradigma che garantisca a tutti il diritto alla cura e crei le condizioni per una vita migliore, assicurando, al contempo, la sostenibilità economica del servizio. 
ArchiMed soddisfa appieno i requisiti sopra elencati che sono parte integrante del progetto e-MedMed. L’iniziativa richiede il coinvolgimento dell’Italia che, in occasione del semestre italiano alla Presidenza della Commissione Europea, avrà l’opportunità di lanciare e governare uno dei progetti più grandi ed ambiziosi che sia mai stato realizzato dal nostro Paese a livello internazionale per scopi umanitari e per lo sviluppo di relazioni bilaterali, industriali e politiche, con i Paesi del Mediterraneo. 
Per far capire l’importanza di tale iniziativa basti pensare che il Governo francese, che nel corso degli anni scorsi ha acquisito diversi fondi dall’ONU per iniziative similari, oggi spinge affinché l’Italia supporti tale progetto. Addirittura vuole sostenere, con finanziamenti propri, l’iniziativa che vede coinvolti alcuni Paesi del Mediterraneo, tra i quali Libia, Marocco, Tunisia e Egitto
La fase iniziale del progetto prevede l’avvio di una sperimentazione completa di ArchiMed su un campione di popolazione. Successivamente, i Paesi destinatari del progetto, avranno la possibilità di estendere il servizio a tutta la cittadinanza. Nell’aprile scorso abbiamo presentato ArchiMed alla XIV Conferenza Mondiale di Infopoverty, tenutasi presso la sede newyorkese dell’ONU. Numerosi Paesi, africani e non, hanno espresso interesse verso ArchiMed a conferma che i Governi di tutto il mondo prestano un’attenzione prioritaria verso il settore della Sanità ed il diritto alla cura. Abbiamo, quindi, colto un interesse addirittura superiore a quanto ci saremmo aspettati. 
ArchiMed nasce dalla nostra capacità di integrare tecnologie elettromedicali, informatiche, infrastrutture di rete e sistemi di comunicazione voce-dati-video con altre Soluzioni da noi sviluppate per il mercato italiano. Basti pensare ad alcune applicazioni specifiche per il controllo degli asset elettromedicali, che sono già state adottate da alcune ASL italiane. Soluzioni che consentono al sistema sanitario di controllare gli acquisti, facendo in modo che le best practices siano condivise da tutti gli enti sul territorio. Inoltre, tali Soluzioni garantiscono una gestione sicura degli apparati e macchinari utilizzati, ovviando a casi di furti, indisponibilità, obsolescenza degli elettromedicali stessi
Nello sviluppare tali soluzioni e, in primis ArchiMed, abbiamo prestato una particolare attenzione al risvolto economico che esse comportano, offrendo al sistema sanitario una chance per ridurre i costi. Come ad esempio la spesa per l’ospedalizzazione: sappiamo che una delle voci di costo che più incide sulla Sanità è quella relativa ai posti letto, che sono statisticamente disponibili in funzione della popolazione del bacino da servire. 
Bene, anziché tagliare il numero di posti letto per guadagnare efficienza, noi siamo partiti da un presupposto differente: utilizzare maggiormente la telemedicina e ricorrere a soluzioni come l’Architettura Archimed, che consente di fare analisi e diagnosi ai pazienti presso le loro abitazioni, semplicemente usando gli elettromedicali che oggi sono già disponibili sul mercato. In tal modo si riuscirebbe a ridurre il numero totale delle ospedalizzazioni, mantenendo efficiente e di elevata qualità il servizio sanitario nazionale. 
Inoltre, se i dati relativi ai pazienti visitati e/o semplicemente monitorati fossero utilizzati per costruire il percorso sanitario di ogni paziente e/o individuo sin dalla nascita; se tutte le informazioni fossero registrate, secondo un protocollo univoco in un sistema centrale (Data Center), dove sono descritti sintomi, patologie, cure somministrate, efficacia della cura, ecc.; se tali informazioni fossero accessibili a centri di eccellenza e specialistici e si implementasse un sistema di alert, capace di rilevare segnali utili alla diagnosi precoce o alla prevedibilità di insorgere di possibili patologie, ... se tutti queste opportunità che ora ho elencato trovassero reale applicazione, si riuscirebbe a prevenire l’insorgere di alcune patologie, richiamando il paziente in un ospedale locale, prima dell’insorgere del sintomo stesso. In tale caso si realizzerebbe il sogno di ognuno di noi, vale a dire di prevenire una cura invece di chiedere un intervento quando il sintomo si è già trasformato in malattia cronica. 
Anche in Italia abbiamo avuto grandi manifestazioni di interesse in merito ad AchiMed. Ad esempio, il Direttore del Sistema Informativo di una ASL italiana presente al Convegno di New York ha dichiarato la propria disponibilità di sperimentare sull’area di competenza la nostra Architettura. Lo scopo della sperimentazione rientra proprio nell’ambito di rendere più snella la struttura dei costi, di migliorare l’efficienza e la qualità del servizio e di avere un rapporto medico-paziente più efficace. I risultati dovrebbero essere messi a disposizione del Governo e del Ministro della Salute affinché, in caso di sperimentazione positiva, il sistema possa essere preso come riferimento per un processo di rinnovamento generale della Sanità italiana.

Quali sono i punti cardine del progetto?

Risponde Stefano Giannini, Chief Offer Engineering Officer b! SpA. La nostra azienda è votata alla ricerca e sviluppo e indirizza la tecnologia verso mercati maggiormente reattivi. L’area mediterranea e la platea di New York si sono dimostrate sensibili ad ArchiMed. In particolare alla realizzazione di una soluzione innovativa che supporti lo sviluppo di un nuovo modello di Sanità e che sia in grado di implementare un “servizio di formazione e assistenza medica in mobilità”, efficace ed economicamente sostenibile da declinare su qualsiasi Paese nel mondo. 
A livello architetturale ArchiMed assume il ruolo di collante ed aggregatore di tecnologie che già appartengono al nostro DNA, come ad esempio: le piattaforme di comando e controllo per la previsione di eventi che caratterizzano il territorio  e le soluzioni di Asset Management, già fortemente orientate al settore sanitario. Quello che abbiamo fatto è stato utilizzare queste soluzioni non come prodotti finiti ma come “semilavorati” in un disegno più ampio, e guardare con occhio diverso al Piano Nazionale della Prevenzione, in cui si citano molti progetti interessanti, ma si lascia all’iniziativa dei singoli implementarli. 
Il nostro obiettivo è stato quello di pensare la Sanità sulla base di un nuovo paradigma, che implica il passaggio da una medicina reattiva a una medicina preventiva e proattiva sul territorio, la quale arriva laddove serve, e sfrutta la telemedicina per attività di formazione e pratica medica sul campo (Health Human Management). In tal modo il Servizio sanitario riuscirebbe a guadagnare efficienza, ottimizzando quei processi che oggi pesano in modo eclatante sulla spesa sanitaria, e si otterrebbe un immediato risvolto positivo anche sul vivere sociale. Ad esempio: tutti sentiamo parlare di malattie croniche, ma quanti di noi sanno che la loro incidenza è molto alta e riguarda fino al 40% della popolazione? In termini pratici significa che ogni giorno assistiamo ad un vero e proprio pellegrinaggio di persone dalla propria residenza al presidio ospedaliero, le quali vengono accolte, controllate o monitorate puramente sul piano degli esami clinici. Esami che potrebbero essere condotti  tranquillamente all’interno delle mura domestiche, utilizzando apparecchiature elettromedicali già in commercio. Bene, tale processo crea una vera emorragia economica al servizio sanitario, che potrebbe essere facilmente fermata. Partendo da tali presupposti, per lo sviluppo di ArchiMed siamo partiti dal concetto di Human Lifecycle, un ciclo di vita non di un’apparecchiatura ma di una persona e abbiamo codificato quello che è un piano di prevenzione, calando all’interno di questo quelle che sono le tappe fondamentali per creare uno screening di livello. Al piano della prevenzione è stato poi associato un concetto di gestione della diagnosi e della cura, affinché queste due fasi possano avvenire anche all’esterno del perimetro puramente ospedaliero. 
Associando ad un ciclo di prevenzione ben codificato, che possa essere svolto a domicilio, un’attenzione spasmodica verso quelle che sono le problematiche di gestione e monitoraggio del malato cronico, e i criteri di deospedalizzazione (che portano e trasferiscono a casa molte delle attività di riabilitazione che avvengono all’interno del presidio ospedaliero,,) si può iniziare a parlare in maniera sana e costruttiva di telemedicina. Telemedicina intesa non semplicemente come trasferimento del dato secondo certi protocolli, bensì come costume, cultura, come un modo di fare diverso, attraverso il quale si riesce a portare a casa degli utenti uno stile e una pratica sanitaria diversi. 
E la figura principe su cui fa leva questo nuovo concetto di Sanità, quindi ArchiMed, è il medico di famiglia. Ad esso viene data una nuova connotazione, che non è più di semplice prescrittore di farmaci, bensì è colui che mantiene una coscienza su quelli che sono gli aspetti di anamnesi delle patologie del singolo paziente, anche all’interno del perimetro famigliare. 
Da qui, ovviamente, prende vita un corner funzionale a casa dell’utente, all’interno del quale vengono dati in dotazione tutti gli apparecchi elettromedicali utili a risolvere o curare la specifica patologia, e che sono stati a priori configurati in base a tale obiettivo. Non solo. Abbiamo concepito ArchiMed, quindi tutta l’Architettura, in mobilità, al fine di concretizzare il concetto di servizio sanitario in mobilità. Gli elettromedicali, infatti, possono sussistere non solo all’interno della casa del paziente, ma anche in una valigetta in dotazione a figure mediche e paramediche. Esse avranno a disposizione un “kit di lavoro” per raggiungere ed assistere la persona ovunque si trovi. 
E’ questa la filosofia che ha fatto nascere ArchiMed e che va a sposare il concetto di riuscire a creare un presidio sanitario in mobilità, utile a portare un servizio di medicina di base a tutte quelle popolazioni che possono averne bisogno. Una filosofia che ha trovato grande interesse nelle Nazioni Unite e nei Paesi dell’area del Mediterraneo, cui si sono associati Ghana, Nigeria e Zambia. Sono Paesi che hanno dei centri ospedalieri importanti, ma molto concentrati o singolari, e che non riescono a portare il servizio medico di base all’interno del territorio. Ecco, quindi, che ArchiMed è lo strumento che può soddisfare questa loro imperante necessità: all’interno di una valigetta portatile, la cd. “unità operativa mobile”, sono custoditi elettromedicali di ultima generazione e un tablet per il collegamento da remoto in tempo reale.

Ma riassumendo, cos’è Archimed?

Archimed è l’Architettura che implementa un Servizio di formazione e assistenza medica in mobilità e che è in grado di offrire un servizio sanitario esteso a tutta la popolazione, anche in quegli Stati che tipicamente non hanno un’organizzazione medica o paramedica pronta a supportare la cittadinanza. ArchiMed è un’architettura complessa che che si compone di vari elementi: la Valigetta Sanitaria, il Data Center, Na-If, i Centri Medici di supporto, l'Ente Sanitario (Nazionale/Regionale) e il Network Satellitare. Bisogna precisare che le funzionalità di Archimed non si riassumono nell’attività di campo su territori molto vasti, attraverso la “valigetta sanitaria” (e-health). A questa, si aggiungono altre due funzioni: e-learning, vale a dire il sistema si occupa di sviluppare e diffondere la cultura medica in paesi disagiati o in via di sviluppo. E e-training, in quanto ArchiMed diffonde la conoscenza formando altro personale medico e paramedico in loco. Perchè questo? Perché solo queste tre funzionalità insieme sono davvero il motore che consentirà alla medicina di diffondersi e svilupparsi sul territorio, garantendo standard di efficacia ed efficienza. Sappiamo, infatti, che l’attività di esercitazione in campo, il training-on-the-job, è una delle modalità più efficaci affinché la cultura si trasformi in capacità di fare. 
In secondo luogo, offrire strumenti per svolgere un’attività medica in campo, selezionandoli e configurandoli in relazione alla mission, rende il servizio davvero efficace. Un’efficacia che viene amplificata grazie alla possibilità resa all’operatore medico/paramedico di collegarsi in tempo reale con un presidio sanitario remoto per quella che comunemente viene definita una ”second opinion”. Il supporto di un centro medico di eccellenza potrà aiutare l’operatore a comprendere meglio la patologia o magari fornire quelle informazioni necessarie per poter intervenire tempestivamente. Ma anche viceversa: il medico in campo potrà fornire ad un presidio sanitario remoto dati preziosi; ad esempio per accelerare il ricovero, qualora il paziente assistito mostri un forte disagio e necessiti di essere trasportato in ospedale. Capiamo quindi che la “valigetta sanitaria” è una propaggine funzionale e operativa di una struttura più articolata, dove ovviamente non solo c’è la possibilità di svolgere delle attività, ma anche di concentrare tutte le informazioni rilevate sul paziente all’interno di una specifica cartella clinica. 
L’Architettura ArchiMed contempla, infatti, anche una console di supervisione, amministrazione e monitoraggio (Na-If), che funge da controllore di quelle che sono tutte le azioni svolte sul territorio. Questo permette di governare la mission, di avere un quadro chiaro del dove il sistema sanitario si sta diffondendo. Possiamo quindi notare che all’interno della Sanità viene adottato il modello funzionale del “deploy”, che è comune ad ambiti quali quello militari e/o della Protezione Civile
Concludendo, quindi, ArchiMed è un’architettura end-to-end in grado di sviluppare e far crescere un servizio sanitario sul territorio, nobilitando figure attraverso la formazione ed esercitazioni in campo; facendo in modo che questo tipo di cultura diventi residente anche in aree disagiate. Allo stesso tempo ArchiMed offre la possibilità di avere un collegamento con dei presidi sanitari remoti di eccellenza, che supportano l’operatore in campo, con una cultura medica specifica.