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_Gennaio2013

economia

Nel 2012 le imprese non hanno smesso di richiedere credito: +1,8% rispetto al 2011

Capecchi (CRIF): Malgrado il difficile scenario manifestano ancora l’esigenza del sostegno del credito, anche se più per gestire l’attività corrente che per finanziare nuovi investimenti

Nel corso dell’intero anno 2012 appena concluso la domanda di credito da parte delle imprese italiane (in termini di numero di finanziamenti richiesti, analizzati sulla base delle anagrafiche riconducibili sia a imprese individuali sia a società di persone e capitali) ha fatto segnare complessivamente un +1,8% rispetto all’anno precedente, a parità di giorni lavorativi, nonostante la chiusura negativa registrata nel mese di dicembre (-3%). Questa evidenza emerge dal Barometro CRIF sulla domanda di credito da parte delle imprese italiane, elaborato sulla base del patrimonio informativo di EURISC. Il calo registrato a dicembre riporta un segno negativo dopo che dallo scorso mese di marzo 2012 i valori non erano mai scesi in rosso rispetto ai corrispondenti mesi del 2011.
“L’andamento delle richieste di finanziamento rappresenta un indicatore fondamentale per tastare il polso, in modo sistematico e tempestivo, alle imprese e valutare il loro livello di fiducia”, spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF. “La dinamica registrata nel corso dell’anno appena concluso è ovviamente strettamente riconducibile alla estrema fragilità del quadro congiunturale complessivo, con la grande debolezza della domanda interna e le incerte prospettive di ripresa dell’economia nazionale.

Malgrado questo difficile scenario le imprese italiane non hanno però smesso di rivolgersi agli istituti bancari, manifestando ancora l’esigenza del sostegno del credito anche se plausibilmente più per gestire l’attività corrente che per finanziare nuovi investimenti”.
Se si suddivide la domanda di credito tra Imprese Individuali e Società il trend risulta sostanzialmente speculare nel corso dell’intero 2012 con la differenza significativa proprio dell’ultima rilevazione mensile di dicembre in cui le Imprese Individuali hanno fatto registrare un decremento molto marcato (-9% rispetto al corrispondente mese del 2011) rispetto alle Società che, pur in calo rispetto ai mesi precedenti, si hanno mantenuto un segno positivo (+2%).
Analizzando la domanda di credito da parte delle imprese in funzione dell’importo, dal Barometro CRIF emerge che nel 2012 oltre il 32,2% delle richieste si è concentrato nella fascia fino a 5.000 euro (nel 2011 in questa classe si collocava il 37% delle richieste), seguite da quelle comprese tra 20 e 50.000 euro (21,3% del totale, erano pari al 19,9% nel 2011) e da quelle oltre i 50.

000 euro (17,9% nel 2012, erano il 17,4% nel 2011). Quindi, nel complesso, negli ultimi 12 mesi si è registrato uno spostamento verso le classi di importo richiesto più consistenti.
Relativamente all’importo medio dei finanziamenti complessivamente richiesti, però, il 2012 evidenzia un lieve calo (-0,8%) rispetto all’anno precedente, assestandosi a 53.621 euro contro i 54.023 euro del 2011 in virtù del maggior peso della fascia di importo più contenuto.
Entrando maggiormente nel dettaglio, l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle ditte individuali è stato pari a 31.200 euro (in crescita del +2,5% rispetto al 2011) contro una media di 69.325 euro richiesti dalle società (-1,2% rispetto all’anno precedente).
“A fronte di un numero di finanziamenti richiesti in lieve crescita rispetto all’anno precedente, nel corso del 2012 le politiche di erogazione adottate dagli istituti bancari sono state ancora orientate ad una sostanziale prudenza – conclude Capecchi – dovendo scontare le perduranti tensioni e gli impatti derivanti dalle difficoltà e dal costo della provvista e dai vincoli rappresentati dai requisiti di capitale.


Questo ha determinato una inevitabile maggiore selettività sul fronte degli impieghi, anche per la necessità di tenere sotto controllo la crescente rischiosità dei portafogli. Il rinnovo di interventi di sostegno alle imprese, in primis alle PMI, unitamente ad altre misure che potranno nascere dai tavoli di confronto tra associazione bancaria e associazioni d’imprese indubbiamente potranno svolgere un ruolo molto positivo per favorire l’accesso al credito e per sostenere la ripresa e lo sviluppo, la cui portata andrà però monitorata nel corso dei prossimi mesi, sicuramente impegnativi e delicati”.


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