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_Febbraio2013

economia

2013: l’inizio della fine della grande crisi finanziaria?

Utermann (AllianzGI): I rischi saranno ancora molti e la volatilità marcata. Tuttavia, nel complesso le prospettive globali per il 2013 sono oggi migliori rispetto agli ultimi cinque anni

Scenario Economico ed Eurozona
Pur restando su valori positivi, nel 2012 la crescita globale risulta ancora, come previsto, inferiore alla media. Ciò dipende principalmente dalla brusca flessione della crescita in Giappone, dal contesto recessionistico in Europa, dal rallentamento della crescita nei mercati emergenti e dalla ripresa costantemente inferiore alla media negli Stati Uniti. I principali fattori macroeconomici che hanno contribuito a questo andamento sono ancora il debito eccessivo del settore privato in molte economie, l’aumento del debito nel settore pubblico in quasi tutte le economie, le persistenti difficoltà del settore bancario e finanziario in Europa e i problemi politici che coinvolgono l’Eurozona. Grazie all’intervento decisivo della Banca Centrale Europea (BCE) nell’estate del 2012, seguito da un processo politico di rinnovamento in Europa, per la prima volta dopo diversi anni possiamo prevedere uno scenario migliore per l’Area Euro nel medio termine. Mentre la recessione continuerà a frenare la crescita per buona parte del 2013, ci sono timidi segnali di ripresa nei paesi periferici dell’Area Euro, in particolare l’azzeramento del deficit delle partite correnti e la Grecia ancora nell’Eurozona.


È incoraggiante il fatto che l’Irlanda, il primo paese ad aver ricevuto gli aiuti dell’Eurozona, potrebbe rientrare sui mercati finanziari nel corso del 2013. Tuttavia i problemi restano, tra cui le elezioni in Italia e il piano francese di “riforme” economiche che potrebbe aggravare anziché porre rimedio ai problemi strutturali della Francia. I timori di un hard landing per l’economia cinese e l’incertezza politica non si sono concretizzati e probabilmente nel 2013 continueremo a registrare una crescita robusta in Cina. Fattore ancora più positivo, nel 2013 gli Stati Uniti potrebbero registrare una ripresa sorprendente.
Ciò dipende soprattutto dalla nostra convinzione che il mercato immobiliare negli Stati Uniti sia vicini a una svolta; infatti è in corso una ripresa generalizzata del mercato immobiliare che dovrebbe alimentare la fiducia dei consumatori e probabilmente incoraggerà le società ad investire parte dell’abbondante liquidità accumulata.

Deficit di bilancio e politica delle banche centrali
La situazione fiscale nella maggior parte delle economie ha continuato a deteriorarsi nel 2012, come previsto.

Di conseguenza, le banche centrali hanno continuato ad adottare politiche monetarie eccessivamente accomodanti. In molti casi, come in Giappone, negli Stati Uniti, nell’Area Euro e nel Regno Unito, queste politiche sono state riconfermate e rafforzate. Inoltre, aspetto più importante, come avevamo sperato la BCE è intervenuta in modo decisivo durante l’estate del 2012 e ha assunto un ruolo più credibile di creditore di ultima istanza, sostenendo una ripresa generalizzata delle attività rischiose verso la fine del 2012. Se la crescita nel 2013 sarà sorprendente come previsto, il tasso di crescita del debito pubblico dovrebbe rallentare su scala globale. Prevediamo per il 2013 e oltre, ancora una politica monetaria eccessivamente accomodante per i paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), almeno fino al momento in cui non si consoliderà una crescita economica nella media o superiore alla media.

Inflazione
Come previsto, né l’inflazione né la deflazione hanno influito sui risultati dei mercati del 2012. Per il 2013 non prevediamo che possano costituire una fonte di preoccupazione rilevante.


Mentre la crescita globale resta sotto tono e il debito del settore privato molto alto, l’inflazione difficilmente sarà un problema grave, mentre le politiche aggressive di quantitative easing continueranno a tenere la deflazione sotto controllo.

Tassi di interesse e obbligazioni
Nel primo semestre dell’anno i mercati obbligazionari dell’UME sono stati fortemente influenzati dagli avvenimenti politici. Come previsto, la propensione al rischio nei mercati periferici in Europa si è ripresentata quando la BCE ha annunciato il suo impegno a evitare un fallimento dell’UME, dichiarazioni poi confermate dai politici europei. Prevedibilmente le politiche aggressive di quantitative easing continueranno nel corso del 2013, limitando così le perdite. Tuttavia, con i rendimenti obbligazionari ancora su livelli estremamente bassi lungo l’intera curva, non prevediamo rendimenti nominali in linea con l’inflazione nei prossimi 10 anni. I rendimenti delle obbligazioni di riferimento (titoli di stato giapponesi, titoli del Tesoro degli Stati Uniti, Bund tedeschi e Gilt britannici) appaiono sopravvalutati.


Per il 2013 continuiamo a privilegiare i titoli corporate e high yield, altri prodotti a spread e soprattutto le obbligazioni in valuta dei mercati emergenti.

Azioni
Per i primi sette mesi del 2012 i mercati azionari sono stati molto volatili e i titoli a dividendo hanno riportato performance particolarmente positive, come avevamo previsto. Sempre come previsto, i mercati azionari hanno registrato un rimbalzo a seguito dell’intervento decisivo della BCE, e la maggior parte dei mercati azionari ha chiuso l’anno su valori a due cifre. In valuta locale al 27/12/2012, il mercato azionario tedesco ha riportato la performance più brillante con un rendimento del 30% circa, seguito dai mercati asiatici col 20% circa e dall’S&P 500 col 15% circa. Per il 2013 prevediamo che i mercati azionari continueranno a superare le obbligazioni con un rendimento complessivo nell’ordine dell’8% -10%. La volatilità persisterà ma si potranno sfruttare i segnali di debolezza per assumere posizioni a più lungo termine.

Valute
Per le principali valute - euro, dollaro statunitense e sterlina - lo scorso anno è stato testimone di molta volatilità, ma come da nostro scenario, non si sono registrati grandi cambiamenti nei valori.


Come previsto, il renminbi ha continuato ad apprezzarsi rispetto al dollaro statunitense e all’euro mentre lo yen sembra aver iniziato il suo lungo declino atteso. Per il 2013, ci aspettiamo il protrarsi di quanto iniziato.


Mercati Emergenti
La maggior parte delle asset class dei mercati emergenti hanno, come previsto, sovraperformato nel 2012; in un contesto di mercato favorevole i mercati emergenti dovrebbero continuare a registrare performance interessanti nel 2013.

Conclusioni
Il 2013 potrebbe essere l’anno in cui la crescita degli Stati Uniti sorprenderà al rialzo e i mercati cominciano a anticipare l’inizio della fine della grande crisi finanziaria. I rischi saranno ancora molti e la volatilità contraddistinguerà le attività più rischiose. Tuttavia, nel complesso le prospettive globali per il 2013 sono oggi migliori rispetto agli ultimi cinque anni.

Andreas Utermann, Global CIO Allianz Global Investors


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