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Giugno2013

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A maggio rallenta la contrazione del settore manifatturiero dell’eurozona

Williamson (Markit): Anche se il settore sembra lontano dalla stabilizzazione, è riassicurante osservare come il tasso di declino registrato sia stato parecchio più lento

Per la prima volta in quattro mesi rallenta a maggio la contrazione del manifatturiero nell’Eurozona, inoltre tutti i sottoindici dell’indagine ad eccezione dei tempi medi di consegna da parte dei fornitori, sono migliorati rispetto alla precedente stima flash.
A maggio, attestandosi al valore più alto in 15 mesi di 48.3, e in salita dal valore più basso in quattro mesi di 46.7 di aprile, l’Indice destagionalizzato finale Markit Eurozone Manufacturing PMI ha segnalato la più lenta contrazione da febbraio 2012.
Le condizioni operative continuano però a peggiorare, estendendo l’attuale periodo di contrazione a ventidue mesi consecutivi. Tutti i PMI nazionali hanno indicato a maggio una contrazione, col PMI della Germania che ha segnalato il più lento tasso di declino avvicinandosi a livelli di quasi stabilizzazione. Ciò pare si sia verificato a causa della produzione e dei nuovi ordini che sono aumentati per la prima volta in tre mesi. Anche i PMI dei Paesi Bassi e dell’Austria
hanno registrato livelli di contrazione moderati.

Classifica PMI Manifatturiero per Paesi (maggio)
• Germania 49.

4 (flash 49.0) Massimo su 3 mesi
• Paesi Bassi 48.7 Massimo su 3 mesi
• Austria 48.2 Massimo su 3 mesi
• Spagna 48.1 Massimo su 24 mesi
• Italia 47.3 Massimo su 4 mesi
• Francia 46.4 (flash 45.5) Massimo su 13 mesi
• Grecia 45.3 Massimo su 23 mesi

La nazione che ha registrato il cambiamento maggiore è stata la Spagna, dove il PMI è aumentato al tasso più veloce mai registrato in precedenza, e raggiungendo inoltre il valore più alto in due anni. Anche le contrazioni in Francia, Italia e Grecia sono state più lente, registrando rispettivamente valori più bassi in 13, 4 e 23 mesi.
Rallentano i tassi di declino della produzione manifatturiera dell’eurozona e dei nuovi ordini, con la produzione che si contrae al tasso più lento dell’attuale periodo di contrazione di 15 mesi, mentre i nuovi ordini diminuiscono al tasso più debole da giugno 2011.
Le aziende campione continuano ad attribuire la debole domanda alle scarse condizioni del mercato nazionale, visto che le esportazioni hanno mostrato a maggio segnali di stabilizzazione. Gli ordini destinati al mercato estero sono rimasti generalmente invariati durante il mese con un ritorno alla crescita registrata in Spagna, Paesi Bassi e Austria; mentre il tasso di declino riportato dalla Germania è stato lieve.


Durante l’ultima indagine ha continuato a contrarsi la pressione sui prezzi, con una diminuzione media al tasso maggiore dal luglio 2009, e dovuta principalmente alla contrazione dei prezzi dei beni di base e delle materie prime. Parte della riduzione rispecchia la minore pressione presso i fornitori che registrano il primo accorciamento dei tempi medi di consegna in otto mesi. La Grecia è stata l’unica nazione che ha riportato a maggio un aumento dei costi di acquisto.
Allo stesso tempo, la combinazione dei minori costi di acquisto e la debole domanda, situazione questa che limita il potere nel fissare i prezzi, ha causato la riduzione maggiore dei prezzi di vendita in 40 mesi.
Tutte le nazioni coperte dall’indagine hanno segnalato prezzi di vendita minori.Per il sedicesimo mese consecutvo sono stati riportati tagli occupazionali presso il settore manifatturiero dell’eurozona. Contrazioni sono stati registrate in tutte le nazioni monitorate, con i tassi maggiori riportati in Grecia, Francia e Austria. Una forte riduzione è stata osservata in Spagna, anche se ciò rappresenta un forte rallentamento del tasso di declino se paragonato al mese precedente.


Rimangono contrastanti a maggio i livelli di fiducia circa l’attività futura, con il rapporto tra nuovi ordini e prodotti finiti, che tende ad anticipare la tendenza della produzione, che ha avuto un’impennata sino a raggiungere, ex aequo, il valore più alto degli ultimi due anni. Ad ogni modo sono evidenti rischi sul futuro del settore manifatturiero in quanto le aziende rimangono caute circa le giacenze e i nuovi acquisti, provocando ulteriori contrazioni dell’attività di acquisto e delle giacenze sia delle materie prime che dei prodotti finiti.
Secondo Chris Williamson, Chief Economist presso Markit, “a maggio, nonostante l’economia manifatturiera dell’area euro abbia continuato a contrarsi, è riassicurante osservare come il tasso di declino registrato sia stato parecchio più lento. Ad ogni modo il settore sembra ancora lontano da una stabilizzazione, e rimane quindi un freno per l’intera economia. Malgrado l’indice PMI finale si sia attestato al di sopra della stima flash, l’indagine suggerisce come il PIL potrebbe diminuire dello 0.2% durante il secondo trimestre, estendendo quindi il periodo di recessione della regione al settimo trimestre consecutivo.



“I governanti - conclude Williamson - saranno tuttavia contenti di osservare che la contrazione non sta peggiorando, e che la BCE non avrà il bisogno immediato di attuare ulteriori misure durante l’incontro di giugno. In particolare, le indagini hanno fornito buone notizie circa segnali di stabilizzazione in Germania, e una crescita guidata dalle esportazioni in Italia e Spagna. In quest’ultima sembra che le riforme strutturali stanno stimolando la concorrenza. La preoccupazione principale arriva dalla Francia dove la contrazione risulta a tassi superiori rispetto a quelli della Spagna e dell’Italia durante l’anno in corso. La continua e netta diminuzione dei livelli occupazionali, e il maggiore crollo dei prezzi di vendita in tre anni e mezzo, fanno riflettere su come la regione stia facendo i conti sia con l’aumento record della disoccupazione che con le pressioni deflazionistiche in corso”.


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