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27/03/2024

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AI Act, il Regolamento non è ancora in vigore ma le aziende devono iniziare a muoversi

Portolano Cavallo: dovranno capire quale ruolo assumono o assumeranno nella filiera dell'intelligenza artificiale

Il 13 marzo 2024 il Parlamento europeo ha varato l'AI Act, un passo epocale nell'ambito dell'intelligenza artificiale (IA). Questa legislazione incide profondamente su chiunque operi nel campo dell'IA o la utilizzi nelle proprie attività. Secondo esperti legali come Lydia MendolaLuca Tormen e Francesca Ellena dello studio legale Portolano Cavallo, specializzato in Digital-tech-media e Life Sciences-Healthcare, pur essendo un'innovazione di rilievo, il processo legislativo non è ancora concluso, e ci vorranno anni prima che entri pienamente in vigore. Esiste quindi il rischio che la normativa diventi obsoleta prima ancora di essere pienamente applicata. Nonostante ciò, le aziende coinvolte devono prepararsi per comprendere appieno il proprio ruolo nella filiera dell'IA, valutare i nuovi obblighi legali, fare un inventario dei sistemi AI utilizzati attualmente o futuri e individuare professionisti tecnici e legali in grado di guidarli nell'adattamento alla nuova legislazione. Incertezze e opportunità per le aziende

La nuova normativa rappresenta un punto di svolta per le aziende, che si trovano di fronte a nuove sfide e opportunità nell'utilizzo dell'IA.

Mentre da un lato si aprono nuovi orizzonti per l'innovazione e lo sviluppo tecnologico, dall'altro sorgono incertezze riguardo all'adeguamento normativo e alle possibili sanzioni in caso di violazioni. È quindi fondamentale per le imprese comprendere appieno l'impatto dell'AI Act sulle loro operazioni e intraprendere azioni concrete per garantire la conformità.

Ruolo degli esperti legali


L'interpretazione e l'applicazione della nuova normativa richiederanno una profonda conoscenza legale e tecnica. È qui che entrano in gioco professionisti esperti , capaci di fornire consulenza specializzata per guidare le aziende attraverso il complesso panorama normativo dell'IA. Grazie alla loro esperienza nel settore e alla comprensione approfondita delle implicazioni legali dell'AI Act, questi esperti sono in grado di supportare le imprese nell'identificazione dei rischi e nell'implementazione delle migliori pratiche per garantire la conformità. "Il testo dell'AI Act è tuttora soggetto a un controllo finale e manca l'approvazione del Consiglio europeo - commentano gli avv.ti Mendola, Tormen ed Ellena di Portolano Cavallo - Anche i tempi di entrata in vigore degli obblighi e delle sanzioni previsti dal testo di legge non sono immediati, posto che l'AI Act entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e sarà pienamente applicabile solo 24 mesi dopo la sua entrata in vigore, ad eccezione di alcune previsioni che prevedono tempistiche ancora più lunghe: le previsioni sulle applicazioni AI vietate (6 mesi dopo la data di entrata in vigore); le previsioni sui codici di condotta (9 mesi dopo l'entrata in vigore); le regole AI di portata generale, compresa la governance (12 mesi dopo l'entrata in vigore) e gli obblighi per i sistemi AI ad alto rischio (36 mesi dopo l'entrata in vigore).

E proprio questa scaletta temporale ha sollevato alcuni commenti negativi, perché la norma rischierebbe di nascere obsoleta".

Chi sono i destinatari del Regolamento?


"Sono gli sviluppatori/fornitori (providers), i distributori, i produttori, gli importatori di sistemi di intelligenza artificiale, anche con sede fuori dall'Unione europea purché utilizzino dati di soggetti residenti nel territorio europeo o offrano servizi a questi ultimi (si parla di efficacia extra-territoriale del Regolamento). Ci sono poi previsioni anche per gli utilizzatori (deployers) di sistemi di intelligenza artificiale".

Quali sono gli obblighi di natura tecnica in capo ai soggetti interessati?


Variano a seconda del ruolo concretamente assunto nella filiera che va dallo sviluppo alla messa in commercio, fino all'utilizzazione dei sistemi di intelligenza artificiale. "Essenzialmente, la maggior parte degli obblighi sono posti a carico dei provider di sistemi di AI -proseguono gli avvocati- Ad esempio, sono i provider di sistemi di general purpose AI a dover soddisfare gli obblighi di disclosure previsti dal Regolamento (e.


g. pubblicazione dei contenuti usati per il training per le verifiche copyright, messa disposizione di documentazione tecnica e istruzioni per l'uso), così come sono i provider di sistemi di AI ad alto rischio a dover condurre valutazioni di rischio, assicurare supervisione umana dei sistemi e gestire le richieste di informazioni dei cittadini. Le sanzioni previste per Il mancato rispetto di questa normativa sono significative. A seconda della gravità della violazione, è infatti previsto che le sanzioni varino in un range tra 10 e 40 milioni di euro o tra il 2% e il 7% del fatturato annuo globale dell'azienda".


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