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13/12/2023

economia

COP28: in Europa si attenua la sensibilità dei cittadini verso le questioni climatiche

Moëc (AXA IM): cittadini preoccupati delle conseguenze economiche della lotta al cambiamento climatico

Sebbene non ci aspettiamo una svolta alla COP 28 tale da consentire un rapido adeguamento verso un percorso di decarbonizzazione coerente con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, cogliamo l'occasione dell'attuale focus sulla conferenza negli Emirati Arabi Uniti per fare il punto sulle attitudini dei cittadini nei confronti del cambiamento climatico e sulle preferenze politiche, così come delineate dalla Climate Survey della Banca Europea per gli Investimenti. Contrariamente alla vox populi, non sembra esserci alcun divario tra europei e americani quando si tratta di considerare il cambiamento climatico come una questione cruciale. Dall'altra parte dell'Atlantico, la stessa percentuale di intervistati (39%) lo cita come una delle tre principali sfide che il proprio Paese dovrà affrontare nei prossimi anni.  In modo forse controintuitivo, sembra che la sensibilità al clima si sia un po' attenuata in Europa negli ultimi anni, mentre è rimasta invariata negli Stati Uniti.
Gli europei si dimostrano più preoccupati degli americani, dei cinesi e degli indiani per quanto riguarda le conseguenze economiche della lotta al cambiamento climatico, con maggiori preoccupazioni per il suo impatto sull'occupazione, sul reddito o sull'uguaglianza sociale.

 Sono anche più cauti riguardo a eventuali Carbon Tax. Sospettiamo che molto di questo abbia a che fare con il fatto che, rispetto ad altre circoscrizioni, gli europei pagano già tasse significative legate all'ambiente. Il pubblico europeo affronta già alcuni dei costi della decarbonizzazione, mentre altre aree sono state finora ampiamente risparmiate. Riteniamo che il Carbon Border Adjustment Mechanism, che ha l'obiettivo di evitare la rilocalizzazione delle emissioni di CO2, e incoraggiare i paesi partner a definire politiche di fissazione del prezzo del carbonio per combattere i cambiamenti climatici, con la giusta narrazione, possa aiutare a prevenire un eventuale contraccolpo politico. Intanto i mercati sono concentrati sulle prospettive di una rapida inversione dell'orientamento della politica monetaria e hanno accolto con favore altre buone notizie sul fronte dei prezzi. L'inflazione di novembre nell'Eurozona ha sorpreso nuovamente al ribasso. A nostro avviso, le quotazioni di mercato stanno diventando eccessive, con il primo taglio della Bce ora previsto per la fine del primo trimestre del 2024. Pur concordando sul fatto che i dati dell'indice dei prezzi al consumo di novembre sono in gran parte incoraggianti, rimaniamo fermi su quanto espresso la scorsa settimana: se da un punto di vista "normativo" gli scenari macro plausibili suggerirebbero tagli rapidi e sostanziali nel 2024, manteniamo il nostro scenario di base secondo cui la prima mossa avverrà a giugno.


I messaggi della Bce non possono essere ignorati.

Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research



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