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26/04/2023

digital

Fintech e finanza tradizionale: un matrimonio sempre più stretto

Marco Folcia (PwC): i modelli collaborativi hanno maggiori possibilità di generare valore e sinergie rispetto ai modelli alternativi. Il mercato in Italia ha superato gli 882 milioni nel 2022, con una crescita del 240% degli investimenti dei Venture Capital

In Italia la collaborazione tra finanza tradizionale e Fintech è oggi un fenomeno di grande rilievo che riesce consolidare un ecosistema di oltre 600 aziende attive in Italia. È quanto emerge dal 5° Osservatorio Fintech PwC in Italia.
L'incertezza del contesto economico e geopolitico del nostro Paese negli ultimi anni ha determinato uno scenario che sta ancora condizionando le strategie degli operatori finanziari e dell'ecosistema delle Fintech, riflettendo tendenze già osservate. Tra queste: la progressiva compressione dei margini e la pressione sulla profittabilità, la ricerca di elevati livelli di efficienza operativa, la scalabilità dell'innovazione tecnologica e l'impegno per la sostenibilità.
"La collaborazione fra finanza tradizionale e Fintech è uno tra i fenomeni più rilevanti del settore, certificato da alcune analisi che confermano come i modelli collaborativi abbiano maggiori possibilità di generare valore e sinergie rispetto ai modelli alternativi. La tendenza a stringere accordi con le Fintech è stata alimentata dall'interesse dei player incumbent verso una fonte di innovazione caratterizzata dall'ampia disponibilità di soggetti con cui attivare sinergie e dalla possibilità di essere svincolati da legacy di natura tecnologica", spiega Marco Folcia, Partner Transformation FS PwC Italia.



Mercato Fintech italiano e Venture Capital


Il 79% delle startup Fintech con headquarter in Italia ha sede nel Nord, a conferma del gap esistente fra le diverse aree del Paese (rilevazioni Pitchbook 2022), e Milano è al primo posto per imprese Fintech, vantando sul proprio territorio il 54% delle presenze a livello nazionale, concentrando il 70% degli investimenti e confermando la propria vocazione di piazza finanziaria di riferimento per il mercato.
Nel 2022, comprendendo nel conteggio gli "undisclosed deal", il mercato del Fintech in Italia ha superato complessivamente quota 882 milioni di euro con una crescita del 240% degli investimenti effettuati dai Venture Capital rispetto all'intero volume di finanziamenti distribuito nel 2021.
Tra il 2020 ed il 2022 si sono verificati alcuni mega-round (fundraising superiori ai 50 milioni di euro). L'ecosistema italiano, al netto di queste operazioni, avrebbe tutt'altra connotazione, con una raccolta di finanziamenti che nel 2022 ammonterebbe a soli 76,2 milioni di euro, cifra inferiore del 11% rispetto a quanto investito dagli operatori nel 2021 e che limiterebbe al 16,9% l'incremento del CAGR (tasso di crescita composto annuo) a partire dal 2017.

La crescente enfasi sui mega-deal riflette invece la consuetudine dei Venture Capital stranieri a selezionare startup che scalano più rapidamente e che adottano modelli di business distintivi e meno esposti alla competizione.
Secondo Folcia, "lo scenario Fintech italiano nel 2022 si potrebbe così riassumere: escludendo i mega-round, il mercato evidenzierebbe una stabilità rispetto ai valori dell'anno precedente, allineandosi alle tendenze globali. La crescente enfasi sui mega-deal riflette invece la consuetudine dei VC stranieri a selezionare startup che scalano più rapidamente e che adottano modelli di business distintivi e meno soggetti alla competizione. In linea generale è chiaro come la qualità delle Fintech nazionali e la maturità degli imprenditori che creano nuovi modelli di business abbiano attratto sia fondi esteri sia operatori nazionali tipicamente restii a questi investimenti".

I segmenti più maturi in cui operano le Fintech in Italia


L'ecosistema Fintech italiano vede alcuni settori più maturi - Digital Payments, Lending e Insurtech e altri - Asset & Wealth Management, RegTech, Capital Market & Trading e Open Banking - ancora in fase di iniziale sviluppo.


Digital payments: nei pagamenti è in corso una trasformazione che porterà i tradizionali strumenti/servizi a convergere verso un'offerta completamente rinnovata in termini di modelli di business (vedi trend emergenti come il "Buy Now Pay Later") e processi operativi, continuando a catturare l'attenzione degli investitori e proseguendo nel percorso di consolidamento e di crescita già avviato negli anni precedenti, a conferma della grande attrattività del comparto nell'industria finanziaria. Il settore ha registrato la chiusura di diversi round da parte delle Fintech e il suo dinamismo è confermato anche dal costante aumento del numero dei nuovi player entranti: nel solo biennio 2021-2022, in Italia risultano autorizzati 59 operatori, di cui 30 di derivazione non bancaria.
Lending: sebbene l'incertezza del contesto economico, le Lending Fintech italiane continuano ad evidenziare una dinamica di sviluppo importante e in modo particolare per i finanziamenti erogati alle imprese, specialmente quelle di piccole e medie dimensioni, che hanno superato nei primi sei mesi del 2022 i 2 miliardi di euro e registrato un salto in avanti del 49% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.



Inoltre, il crescente numero di partnership fra Fintech e banche, spesso promosse da queste ultime per accelerare il processo di trasformazione della propria infrastruttura IT, è stato anche uno dei driver della crescita del settore Lending negli ultimi due anni.
Insurtech: dopo la crescita accelerata degli scorsi anni per numero di startup attive (a fine 2021 erano 120 secondo la rilevazione del Politecnico di Milano), la curva di sviluppo del comparto Insurtech ha iniziato a flettere nel corso del 2022 principalmente per due motivi: la diminuzione di investimenti finanziari in soluzioni Insurtech da parte delle compagnie assicurative tradizionali - che stanno intensificando l'internalizzazione di progetti di trasformazione digitale, acquisendo le competenze necessarie dal mercato o attraverso partnership con startup già affermate per ridurre i rischi di implementazione di nuove soluzioni -; e il consolidamento delle start up Fintech già attive sul mercato.
Nonostante la crescita sia meno significativa rispetto agli scorsi anni, la qualità di nuove iniziative in ambito Insurtech sta comunque diventando via via più rilevante e si esprime in una maggiore efficacia a livello di innovazione nei processi di core business, di strumenti che abilitano funzionalità self service a disposizione del cliente o di un approccio di business focalizzato sulla specializzazione dei servizi (per esempio le polizze Life Home, le polizze Pet, le micro-polizze) erogati attraverso piattaforme aperte in una logica quasi esclusivamente B2B/B2B2C.



Conclude Folcia: "attraverso l'Osservatorio Fintech 2023 di PwC Italia, abbiamo rilevato i segmenti del mercato Fintech più maturi in termini di sviluppo del business e delle collaborazioni con gli intermediari finanziari. È certo che nuovi segmenti di mercato stanno crescendo, come quello delle Fintech in ambito ESG o quello delle piattaforme/soluzioni di Intelligenza Artificiale per l'automazione dei processi di customer care, KYC, credit scoring. Sono segmenti che rappresentano un trend in divenire, pur non avendo ancora raggiunto track record o massa critica (per es. volume di fatturato o collaborazioni instaurate) sufficienti a permettere oggi un'analisi approfondita".


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