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26/10/2022

economia

Si riducono gli investimenti per far fronte alle spese, ma c'è più fiducia nel quarto trimestre

Emanuela Manor (eToro): persiste l'errata percezione che gli investitori retail siano dei day trader a breve termine che non capiscono i mercati. Ma non è così: la maggior parte conserva gli asset per anni e reagisce alle condizioni di mercato, quando necessario

Un investitore retail su cinque (18%) sta riducendo l'importo investito per contribuire a coprire l'aumento delle bollette domestiche, ma il sentiment per il quarto trimestre appare più ottimista, secondo l'ultimo sondaggio Retail Investor Beat della community di investimento eToro.
L'indagine, riproposta da eToro su base trimestrale e condotta su 10.000 investitori retail in 13 Paesi e 3 continenti, ha rilevato che due investitori su cinque (41% nel campione globale, 42% in quello italiano) hanno ridotto la quantità di denaro investito negli ultimi tre mesi. Ciò riflette un calo della fiducia degli investitori retail nei propri investimenti, che è scesa di 17 punti percentuali negli ultimi dodici mesi, passando dall'81% del terzo trimestre 2021 al 64% del terzo trimestre di quest'anno. Il calo della fiducia tra gli investitori in Italia è stato ancora più pronunciato, con una percentuale scesa in un anno dall'80% al 53%.
Mentre uno su cinque (18%) di tutti gli investitori retail sta riducendo gli investimenti per pagare l'aumento delle bollette domestiche, il 16% lo sta facendo per accumulare risparmi di emergenza e il 12% sta conservando la liquidità, pronto a investire quando i mercati inizieranno a riprendersi.

La preoccupazione per i costi dell'energia investe anche il campione italiano, con il 35% degli investitori che hanno ridotto, o pensano di ridurre, le proprie esposizioni (16% del totale degli intervistati in Italia) che citano come motivo principale il rincaro delle bollette, mentre il 28% (13% del campione totale in Italia) cerca di aumentare i propri risparmi e il 23% (11% degli intervistati italiani) attende momenti più favorevoli per investire.
Nonostante il peggioramento delle condizioni di mercato abbia intaccato la fiducia, la percentuale di coloro che intendono ridurre l'ammontare degli investimenti nel corso del quarto trimestre scende al 31% (29% nel campione italiano), il che suggerisce un sentimento meno ribassista degli investitori retail per il quarto trimestre.
"Gli investitori retail italiani si trovano ad affrontare un cocktail di condizioni di mercato difficili, con bollette in aumento e tassi ipotecari più severi, quindi non c'è da stupirsi che molti abbiano cambiato le proprie priorità. La fiducia ha subito un duro colpo nell'ultimo anno, ma è ammirevole che la maggioranza rimanga positiva, il che dimostra la capacità di questo gruppo di affrontare le sfide macroeconomiche pensando a più lungo termine", commenta Emanuela Manor, Regional manager Italia di eToro.


"Mantenere una prospettiva a lungo termine offre un enorme vantaggio nei mercati volatili. Si tratta inoltre di un quadro degli investitori retail molto diverso da quello che spesso viene dipinto, ovvero di speculatori guidati dalla FOMO o di avventati che comprano nei momenti di picco e vendono nei momenti di ribasso".
Per il secondo trimestre consecutivo, per il campione complessivo l'inflazione rimane la principale preoccupazione degli investitori retail: il 24% la cita come rischio principale per i propri portafogli, seguita dallo stato dell'economia globale (22%). Diversa la classifica per gli investitori italiani, più preoccupati dalla salute dell'economia globale (25%) rispetto all'inflazione (20%), che rimane comunque tra le minacce principali per i propri investimenti.
A fronte di questi rischi, molti si stanno orientando verso una posizione più difensiva. Guardando ai dati raccolti a livello globale, il numero di investitori con posizioni su titoli energetici, tradizionalmente una copertura contro l'inflazione, è destinato a salire del 4% nei prossimi tre mesi (al 51%), mentre sulle azioni di servizi finanziari e dell'industria (entrambi tipicamente ciclici e non difensivi) gli investitori sono destinati a scendere rispettivamente dal 65% al 57% e dal 45% al 41%.



Speculare la fotografia sugli investitori retail italiani, con il 7% in più che prevede di investire in titoli energetici (dal 48% al 55%), mentre scende rispettivamente del 12% (dal 72% al 60%) e del 5% (dal 50% al 45%) il numero di chi investirà nei titoli finanziari e nel settore industriale.
I dati mostrano inoltre che la maggior parte degli investitori retail ha una mentalità di lungo periodo, con i due terzi (63%) che dichiarano di mantenere le proprie posizioni per un periodo di anni o decenni, mentre solo il 3% si identifica come day trader. A conferma di ciò, un terzo degli intervistati indica la sicurezza finanziaria a lungo termine come il principale obiettivo degli investimenti.
"L'esplosione degli investitori retail nel 2021 ha trasformato lo status di questa fascia di mercato in continua crescita. Tuttavia, persiste l'errata percezione che gli investitori retail siano dei day trader a breve termine che non capiscono i mercati. È evidente che non è così: la maggior parte di loro conserva gli asset per anni e reagisce alle condizioni di mercato, quando necessario, modificando i propri portafogli", aggiunge Manor.


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