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05/10/2022

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Donne, figli e lavoro: una combinazione vincente per la società, se opportunamente sostenuta

Alessandro Raguseo (Reverse): il business, oggi più che mai, ha bisogno di sfruttare tutte le risorse disponibili. Escludere un'ampia fascia di donne dal proprio assetto aziendale significa privarsi di un'estesa fonte di ricchezza

Le aziende assumono meno donne e le donne fanno meno figli, il tasso di natalità in Italia è ai minimi storici e le conseguenze si stanno vedendo già a diversi livelli. La quota dei giovani (15-34) sul totale degli occupati (15-64) è in Italia la più bassa dei 39 Paesi OCSE: 22% contro il 34% della media, con Paesi che superano il 40% come Turchia, Messico e Colombia (fonte il Sole 24 ore). Urgono delle politiche che sostengano le famiglie e incentivino la crescita delle famiglie.
Reverse, azienda specializzata nel settore della ricerca e selezione del personale, ha intervistato 50 head hunter attivi tra Italia e Germania e 10 HR Manager italiani per fotografare le dinamiche reali che regolano il mondo del lavoro femminile oggi, e comprendere quali soluzioni porterebbero risultati reali.
Perché ancora oggi assumere donne, soprattutto tra i 25 e i 40 anni, è complesso per le aziende? Cosa porta gli imprenditori a compiere determinate scelte?



Donne e lavoro: lo Stato può avere un ruolo chiave


ly/3pBP5yQ">L'indagine evidenzia che al 40% degli head hunter intervistati è stato chiesto esplicitamente da parte dell'azienda cliente, almeno una volta nella loro esperienza, di non presentare candidate donne. Al 75% degli head hunter è successo di percepire una netta preferenza per candidati uomini da parte delle aziende, anche se non apertamente dichiarata.
5 su 10 HR Manager intervistati dichiarano che nel management della propria azienda esistono pregiudizi di genere. Le motivazioni sono molteplici:
- il periodo di maternità,
- il diverso approccio al lavoro,
- la gestione della famiglia.

L'azienda risponde che non può permettersi in alcun modo di perdere una risorsa per maternità o per la cura della famiglia. Un maggior supporto dello Stato limiterebbe i permessi delle donne e attenuerebbe questa situazione. Un aspetto quest'ultimo che riguarda soprattutto le aziende meno strutturate.
Tra gli aspetti prevalenti sulle preferenze, emerge la forte percezione dei datori di lavoro che la donna è il genitore a cui viene affidata maggiormente la cura dei figli, non solo durante la gravidanza e nei primi mesi dopo la nascita, ma in tutte le fasi della loro vita



Le donne sono più prudenti verso un cambio lavorativo


Durante il colloquio il 57% degli head hunter dichiara che le donne si dimostrano più caute verso un cambio lavorativo rispetto agli uomini.

Il 51% afferma che le candidate donne mostrano una minore predisposizione verso un cambio di città. Il 52% afferma che le candidate donne sono meno aggressive durante il colloquio (per esempio: fanno meno domande, contrattano meno sullo stipendio). Aspetto riscontrato anche in Germania.

Le aziende preferiscono gli uomini al comando


Il Gender Pay Gap risulta una situazione diffusa in tutti gli ambiti, si conferma il divario salariale: 2 su 10 HR Manager intervistati dichiarano che nella propria azienda non esiste differenza salariale tra uomini e donne. Soprattutto se si considerano le posizioni apicali, le aziende prediligono un controllo maschile



La diversità di genere arricchisce l'azienda


Se all'inizio del periodo di maternità gli aiuti alle madri sono maggiori, con il passare degli anni diminuiscono sempre di più i sostegni a loro disposizione.
Nelle scelte di ogni famiglia è sempre la madre a sacrificare gli impegni professionali quando è necessario occuparsi dei figli anche nel lungo periodo.


E questo rende l'assunzione in azienda di una donna un investimento più a rischio.
Le aziende più strutturate riescono ad assorbire questo e a presentarsi quindi come più virtuose.
Eccetto alcuni casi di PMI guidate da imprenditori sensibili a questa tematica, molti altri si trovano soli e optano per l'investimento più sicuro rinunciando ai benefici della diversità.
Sono numerose ormai le ricerche che certificano i vantaggi portati dall'avere in azienda il giusto mix tra collaboratori uomini e donne: un diverso approccio al lavoro e un diverso stile di leadership sono un'arma in più a disposizione del business.
"Soprattutto in un mondo sempre più attento a diversity e inclusion, - asserisce Alessandro Raguseo, Founder & CEO Reverse - come imprenditori siamo consapevoli dell'arricchimento che una maggiore diversificazione delle risorse può portare in termini di produttività e raggiungimento degli obiettivi. Il business, oggi più che mai, ha bisogno di sfruttare tutte le risorse disponibili: escludere un'ampia fascia di donne dal proprio assetto aziendale significa privarsi di un'estesa fonte di ricchezza.


Il tema è ampio e le sfaccettature molteplici, ma un focus sulle agevolazioni messe a disposizione dei genitori (entrambi i genitori) per tutto il ciclo di vita dei figli potrebbe essere un aiuto all'impresa più cospicuo rispetto a sgravi fiscali o molte altre iniziative.

Le aziende stanno cambiando


Il 67% degli Head Hunter intervistati ritiene che ci sia più sensibilità da parte delle aziende verso il tema donne/lavoro rispetto al passato. Secondo le opinioni degli intervistati, oggi l'apertura e la consapevolezza nei riguardi della tematica sono maggiori rispetto a qualche anno fa, ma la situazione sta cambiando lentamente.

Un esempio virtuoso


Equità, coesione, rispetto, orgoglio e credibilità sono state le aree in cui 20 aziende si sono classificate come Best Workplaces for Women 2022 in Italia. Tra queste Webranking una delle principali agenzie digitali in Italia in cui le donne rappresentano più del 50% delle collaboratrici e che è nella classifica per il secondo anno consecutivo.
Webranking è anche nella classifica 'Best Workplaces in Europe 2022', tra le 150 migliori aziende per cui i dipendenti sono felici di lavorare, si è piazzata al quarantaduesimo posto nella categoria imprese fino a 499 impiegati



Il premio Best Workplaces for Women e Europe e i numeri di Webranking


Ciò che accomuna le aziende presenti nella classifica è una forte presenza femminile, un'elevata soddisfazione delle donne al lavoro e l'equità nelle promozioni e retribuzioni.



Le Webranker in azienda sono più del 50% e alcune delle loro più significative risposte mettono a nudo un ambiente sano e stimolante:
- Il 96% delle donne ha risposto che "le persone qui vengono trattate in modo imparziale indipendentemente dal sesso";
- Il 91% dichiara che "Le persone vengono incoraggiate a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata";
- il 95% che "Qui le persone sono contente di venire al lavoro":
- Il 95% "raccomanderei la mia azienda come un ambiente di lavoro eccellente alle persone che conosco".

Le aziende sicuramente possono fare un grosso sforzo per una politica di inclusione delle donne senza limitazioni, ma non sono le sole a cui si può dare la colpa di certe scelte, chi ci governa ha una grossa fetta di responsabilità. Con delle politiche sociali e di sostegno sia alle famiglie che alle aziende, sarebbe possibile avere delle mamme più felici di mettere al mondo dei figli (aumenteremmo la natalità, con tutto ciò che ne consegue), non si troverebbero a scegliere tra avere un figlio o accettare un lavoro (opportunità per l'azienda di avere una preziosa risorsa) e la loro carriera vedrebbe una crescita più meritocratica.


 


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