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28/09/2022

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Ana Mazzeo (Wobi): World Business Forum occasione di crescita e ispirazione

Sommario

Abbiamo avuto l'occasione di intervistare Ana Mazzeo, recentemente diventata Country Manager di Wobi, per parlare di eventi, innovazione, ma anche come sia possibile emergere e fare carriera in un ambiente internazionale e fortemente competitivo.

Cambio di ruolo, crescita professionale: quanto incidono sui cambiamenti personali?


Non sono cambiata per niente, nel senso che ho sempre mantenuto lo stesso atteggiamento verso l'azienda e verso i colleghi, tentando di ottenere i massimi risultati e la miglior performance possibile. All'interno del World Business Forum sono partita da ruoli commerciali, sono stata Direttrice Vendite Italia e anche a livello internazionale, sono sempre stata molto orientata ai numeri e al fatturato. Questa focalizzazione mi ha portato a raggiugere grandi traguardi e a rivolgermi al management internazionale e agli azionisti in modo sempre più diretto e assumendo responsabilità crescenti.

Ma Ana Mazzeo quanto è cambiata in questi anni in Wobi?


Non sono cambiata come persona, sicuramente adesso ho più responsabilità e devo badare un po' di più al Team, ma per me le persone sono sempre state la cosa più importante, la differenza la fa sempre il livello di ascolto.

Ho sempre cercato di usare l'empatia per sintonizzarmi con le persone, oggi la richiesta è di ascolto ma anche di essere sempre più presente con tutti i collaboratori per metterli in condizione di svolgere i compiti nei migliore dei modi, far circolare le informazioni e farli crescere. Io sono cresciuta in questo modo in azienda, devo restituire quanto ho ricevuto.



Lei è anche una mamma: quanto ha inciso nel lavoro quotidiano?


Sono mamma di due figlie ancora piccole e devo ammettere che la maternità mi ha dato un po' una marcia in più. Avere una vita organizzata credo che stia alla base di tutto ed essere mamma aiuta a darsi tempi e modi in tutto. Per esempio, mi ha aiutato molto nell'essere focalizzata sia in ufficio sia in famiglia, gestire il tempo per lavorare e per tutto il resto, darsi delle priorità e, ripeto, sapersi gestire. Sono molto attenta nel mantenere questo equilibrio tra la famiglia e lavoro, non sempre è facile ma serve disciplina e organizzazione.



Da qualche mese ricopre il ruolo di Country Manager di Wobi: cosa ha rappresentato il passaggio?


Prima vivevo la programmazione, ero focalizzata sugli eventi in arrivo, sul World Business Forum e i webinar, oggi mi trovo a dover pianificare gli anni e guardare tutto con occhi diversi e una visione d'insieme.

C'è un lavoro diverso da svolgere, sono stata nominata a maggio, ci sono state anche le vacanze in mezzo e quindi tutto sommato il cambio di ruolo è avvenuto in maniera non dirompente e sto entrando piano piano in questa nuova dimensione. Sono in Wobi da 18 anni e questo per me è un passaggio molto naturale perché segue quello che già stava succedendo negli anni scorsi, anche se avevo un ruolo internazionale e viaggiavo tanto. Stiamo lavorando al World Business Forum 22 e stiamo e devo pianificare il prossimo, anche se si tireranno le fila alla fine dell'anno con un business plan e forecast. Di fatto, il mio lavoro non è cambiato così tanto, cambia un po' la visione e il tempo da dedicare alle cose, soprattutto a livello organizzativo.

Il World Business Forum è riconosciuto perché volete costantemente alzare l'asticella.


Il nostro è un lavoro di programmazione inserita in un contesto internazionale e Milano è la tappa italiana, ma il lavoro alle spalle è enorme. Le persone hanno la sensazione di vedere un evento, ma in realtà sono tanti eventi, tante occasioni di networking, di conoscenza, di spazi per i partner, ma anche la ristorazione.

Comprendere quali sono gli spazi e le richieste dei partner non è un lavoro semplice, Wobi non significa solo vendere i biglietti per l'evento: è veramente un mondo complesso, composto da tanti tasselli. Il team non è enorme e le cose da portare avanti contemporaneamente sono tante. Si inizia con la programmazione degli speaker, dobbiamo capire se riusciamo a incastrare la loro agende con la nostra di agenda, perché non è tutto così semplice come sembra. Prima scegliamo chi vogliamo portare, poi bisogna contattarli e capire se in quelle date già definite sono disponibili per venire a Milano. Da quel momento parte la programmazione, viene definito un tema che deve essere caldo. Quando abbiamo indicato le date dell'edizione di quest'anno non avevamo ancora un titolo definitivo, un tema, è arrivato un po' dopo. Abbiamo ascoltato le esigenze per definire un mega trend che abbiamo lanciato tra dicembre e gennaio. "The Age of the ideas" è il trend per uscire da questo clima di incertezza. Una parte di lavoro è di organizzazione, trovare un titolo, ma anche vendere i biglietti e trovare gli sponsor che vogliono accompagnarci in questa nuova avventura.


E' un lavoro che è in parte di pensiero, in parte di rapporti e conoscenze e in parte, da settembre in poi, estremamente operativo. Pensiamo agli eventi privati, a trovare gli speaker anche per quelli, gli spazi degli stand, i punti di networking, definire una mappa degli spazi. Insomma, tante cose che portiamo avanti in Italia da 19 anni e nel mondo da 25.

Qual è il ritorno più interessante?


Il World Business Forum ha un impatto molto forte nella società e nella business community. A me è sempre piaciuto questo aspetto.

Ma come si gestisce un team piccolo per un evento così grande?


Il focus sulle cose che dobbiamo fare è determinante, soprattutto se il team è piccolo. Non c'è tempo da disperdere. Anche a livello di indipendenza e delle decisioni tutto deve essere molto chiaro e snello. A me piace che tutti possano venire da me per fare una proposta o chiedere qualche cambiamento o dare un suggerimento e mi piace ascoltare tutto quanto perché ognuno ha un ruolo e una competenza specifica che può essere di aiuto a tutti.


Quando dico che ascoltiamo tutti è proprio così, anche chi arriva per uno stage a tempo può alzare la mano e fare proposte, perché ottimizziamo idee e risorse. Questo è un team molto solido e affiatato da tanti anni di lavoro insieme, si conoscono pregi e difetti, ma non si pongono dei limiti.

Facendo un passo indietro, qual è la differenza tra l'Ana Mazzeo appena entrata in Wobi e quella attuale?


Sono entrata nel 2005, ero molto giovane ma ero attratta da questi eventi. Sono stata sempre una persona molto determinata, mi piace lavorare e devo dire che per me non è una fatica soprattutto se lo faccio su qualcosa che mi piac. Mi sono innamorata subito dell'azienda, non appena mi hanno fatto la proposta di lavoro, era un sogno poter conoscere quegli speaker, lavorare in un ambiente internazionale e nell'eccellenza. Io adoro le lingue e mettermi in gioco, ma la sfida era andare a vivere in Italia, non conoscevo la lingua, un mercato nuovo, un mondo nuovo. Ero una ragazzina che è arrivata qui e ha dovuto costruirsi tutto, non avevo nessun contatto e non potevo contare su nessun aiuto e se ci penso ora, era davvero tutto in salita.


Però avevo molto entusiasmo e ho lavorato traguardo dopo traguardo con la voglia di darsi degli obiettivi per arrivare in cima, sapendo che se non lo facevo con le mie gambe non sarei mai arrivata. Questo mi ha portato oggi a un bellissimo traguardo, ma ora c'è già unnuovo obiettivo da raggiungere, oltre a mantenere questo ruolo. L'obiettivo è sempre fare del mio meglio e lavorare insieme a tutti quanti. La mia storia deve essere di ispirazione per tutti, perché non bisogna porsi dei limiti, ma degli obiettivi.

Obiettivi raggiunti. Ma se pensiamo al World Business Forum 22, cosa ci può anticipare?


Sono molto fiduciosa, già ero contenta dell'evento dello scorso che abbiamo realizzato in presenza. Quest'anno torniamo a pieno regime, senza limitazioni di posti e sedie vuote che dividono le persone, anche se non so ancora se indosseremo o no le mascherine. Sono molto fiduciosa sul fatto che sarà un evento come quello del 2019, ci saranno occasioni di networking e l'opportunità di parlare con tutti. Mi aspetto grandi contenuti, abbiamo speaker di assoluta eccellenza, a partire da Josè Manuel Barroso a Carly Fiorina e ultimo arrivato anche Andrew Winston che parlerà di sostenibilità, diversity e inclusion.


Sono tutti temi molto "hot" perché al Wobi apprezziamo seguire i trend che sono attesi dai partecipanti. Sono convinta che questo sia un evento di grandissima ispirazione, si parlerà di idee che cambiano il mondo e che possono cambiare anche noi stessi e il nostro lavoro.


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