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14/09/2022

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Andrea Mazzalai (Icebergfinanza): sarà una recessione lunga ma poco profonda

La fragilità del mercato azionario proseguirà almeno sino alla primavera del prossimo anno, a questi livelli i Titoli di Stato sia a breve che a lungo termine restano una grande occasione. La BCE sa che l'Europa senza l'Italia non esiste

Inflazione, recessione, mosse delle banche centrali, la corsa del dollaro, le elezioni in USA e l'andamento dei Titoli di Stato. Sono alcuni dei temi affrontati nell'intervista con Andrea Mazzalai, Consulente finanziario e autore del seguitissimo e pluripremiato blog Icebergfinanza.



Il 2022 è stato l'anno del ritorno dell'inflazione. Quali sono state le principali cause e come evolverà?


Una premessa è necessaria per i nostri lettori. Dopo oltre 15 anni di deflazione da debiti in realtà l'inflazione è ripartita. Le cause esclusivamente legate a dinamiche speculative e alla pandemia, ma il trend secolare resta la deflazione e avremo tassi bassi ancora per qualche decennio.
L'attuale livello di tassi in America resta estremamente accomodante.
Ricordo solo che nel 1949, con l'inflazione al 20% la Fed in seguito ad alcuni errori di politica monetaria ancorò i tassi a lungo termine al 2,5%
Riteniamo ancora, nonostante tutto, che senza la speculazione sulla pandemia e sulle commodity soprattutto energetiche, senza inflazione salariale, nel giro di una recessione questa "anomalia" scomparirà.


Principalmente le cause sono da imputarsi alla pandemia, anche se in molti ci hanno marciato sopra, speculando sui costi dei servizi e sui mercati e le banche centrali hanno lasciato fare.
La guerra è più una scusa che una causa, tralasciando la dinamica del gas in Europa, molto dipende dai prezzi energetici. Il rame sta ritracciando sensibilmente da tempo, altre commodity si sono comportate semplicemente come yo-yo, grazie alla speculazione senza alcun sostegno di carattere fondamentale.
Ma i nostri lettori sanno che ormai i mercati sono come un immenso algoritmo in mano all'econofisica, i prezzi si muovono solo dietro a dinamiche determinate dalla fisica.
In America gli aumenti di tasso che hanno ormai portato a oltre il 6% il costo di un mutuo a 30 anni contro il 2,5% dello scorso anno, devastando il mercato immobiliare.
I prezzi degli affitti stanno scendendo, le materie prime sono entrate in gran parte in un mercato ribassista, i colli di bottiglia non esistono più, i prezzi per il trasporti stanno crollando, i magazzini sono pieni e i rivenditori non riescono a vendere la merce se non con ampi sconti.


Certo, se poi arrivano i geniali burocrati americani ed europei a suggerire inutili ed anacronisti tetti ai prezzi del petrolio e del gas, prepariamoci a nuove fiammate nel corso di un autunno che si preannuncia estremamente caldo



Le banche centrali si sono risvegliate dopo anni di torpore alzando i tassi in misura importante e quasi parossistica. A cosa possono portare queste scelte?


Sono inutili ed anacronistici spasmi di politica monetaria, non servono a nulla in quanto i mercati avevano già anticipato queste mosse. Servono solo per portare il livello dei tassi a un punto in cui sia possibile procedere a ribassarli durante la recessione o la prossima crisi finanziaria.
Il mercato ha già dato il suo responso, l'inversione della curva dei tassi è una sentenza inappellabile, ovvero i tassi a lungo chiamano una recessione continua e probabilmente poco profonda, ma pur sempre recessione con crescita zero



L'economia reale però non è la finanza. Contrazione del Pil, aziende che chiudono, disoccupazione in aumento, inflazione e debiti delle famiglie in crescita: sia in Europa sia negli USA il futuro non è rosa?


No, ma come abbiamo imparato in questi anni, le banche centrali possono inondare il mercato di liquidità in qualunque momento per permettere un illusorio rimbalzo anche all'economia.


Resta che il debito speculativo per primo e improduttivo come quello che ha letteralmente distrutto il tessuto economico, è un'ipoteca continua sul livello di crescita che continuerà a rimanere per molti anni ancora sotto il potenziale come è accaduto in Giappone negli ultimi 30 anni. Non escludo comunque il prossimo anno un rimbalzo dell'economia



Come avevi predetto a gennaio 2022, questo è l'anno del dollaro. Che cosa comporta a livello internazionale e, soprattutto, per l'euro?


Nonostante le innumerevoli leggende metropolitane che vogliono la morte del dollaro, un giorno sì e un altro ancora, resta indiscutibilmente valuta di riserva e rifugio globale e lo resterà per tanti e tanti anni ancora. Basti pensare che negli ultimi 20 anni l'euro, destinato dagli oracoli a rimpiazzare il dollaro ha perso quote di mercato e le altre valute, yuan o renmimbi in primis, semplicemente non esistono rispetto allo strapotere del dollaro che insieme all'euro costituisce oltre 80% degli scambi finanziari e commerciali globali.
La stragrande maggioranza del debito in questi anni a livello globale è stata contratta in dollari, soprattutto dalla Cina e dai paesi emergenti.


Con l'economia in contrazione e il crollo dei fatturati in valuta locale, il debito emergente è una mina vagante nell'oceano dell'economia globale. Il dollaro resterà per tanti anni ancora un problema per tutti tranne che per gli Stati uniti. Chi comprende a fondo come funziona oggi il sistema commerciale globale, sa che le barzellette sulla fine del dollaro e sull'avvento di altri sistemi finanziari e commerciali è materia per i prossimi decenni e non certo dei prossimi anni



Negli USA si avvicinano le elezioni di Midterm. Cosa potrebbe cambiare se ci fosse una sconfitta di Biden?


Semplice, se i repubblicani prenderanno il controllo di tutte e due le camere, Biden farà probabilmente la stessa fine di Macron in Francia, una nuova anatra zoppa. La politica americana diventerà ingovernabile, sia a livello locale che internazionale, non solo per le scelte geopolitiche ma soprattutto a livello economico. Ogni atto avrà il compito di preparare il ritorno dei repubblicani alla presidenza



Rimanendo negli USA, si sono inventati una nuova interpretazione del significato di recessione.


A cosa stanno per andare incontro?

Diceva John Kenneth Galbraith che la minaccia per il capitalismo è ciò che agli uomini che sanno che le cose vanno molto male, fa dire che la situazione è fondamentalmente sana, che questa volta è diverso.
Figurarsi se un banchiere centrale o un presidente degli Stati Uniti ammette che qualcosa non va bene, non funziona. Statisti della levatura di Roosevelt non esistono più, uno che diceva che solo uno stolto ottimista come i burocrati europei, potrebbe negare la triste realtà del momento.
Biden è solo un frontman per nulla efficace, talvolta anche imbarazzante. Possono negare qualunque cosa come accadde nella crisi subprime, ma la realtà prima o poi busserà alla porta. La mia sensazione è che la recessione durerà molti trimestri anche se non sarà così profonda come le ultime due recessioni



Con il mercato azionario così volatile, in molti riconsiderano i titoli di stato per ottenere qualche rendimento. Cosa dobbiamo aspettarci, soprattutto per i nostri TdS?


La fragilità del mercato azionario proseguirà almeno sino alla primavera del prossimo anno, a questi livelli i Titoli di Stato sia a breve che a lungo termine restano una grande occasione.


Non escludo che il risultato delle elezioni, l'incertezza che lo accompagna possa essere un'opportunità da non perdere. A differenza di quello che molti credono, non escludo che il mercato possa premiare un'ampia maggioranza se uscirà dalle urne. Fesserie sul rischio default le lasciamo a chi ancora strilla dal famigerato inverno 2011, senza l'Italia non esiste l'Europa e questo la Banca centrale europea lo sa benissimo



Resisterà l'Eurozona all'attacco del dollaro e alla guerra contro la Russia?


Domanda difficile a cui rispondere, nessuno può prevedere il come e il quando, ma prima o poi questa unione vedrà il suo epilogo. Sono 22 anni che l'Europa vivacchia in mezzo a crisi di ogni tipo, un'unione monetaria fragile e politicamente e fiscalmente insostenibile, tenuta insieme solo da interessi e ricatti. Molte aziende stanno chiudendo, molte persone rimarranno a casa senza lavoro. Sopravviveremo anche a questa tempesta perfetta, non ho alcun dubbio, ma il prezzo che pagheremo supererà quello pagato durante la pandemia.



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