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27/07/2022

idee

CFO: cresce l'incertezza e calano le intenzioni di investimento. PNRR grande opportunità

Riccardo Raffo (Deloitte): inflazione, timori geopolitici e strozzature delle catene globali di fornitura rappresentano i principali rischi per le aziende

Il contesto di tensione geo-politica e le prospettive di una stagflazione a livello globale iniziano ad avere ripercussioni sul sentiment dei direttori finanziari italiani, che si attendono un considerevole aumento dell'incertezza (+29%) rispetto allo scorso autunno e un peggioramento delle prospettive economico-finanziarie della propria azienda con effetti inevitabili sulle intenzioni d'investimento, in calo di oltre un terzo. Il 90% dei CFO vede però nei fondi del PNRR un'importante opportunità di rilancio con focus su digitale, transizione green e miglioramento dei livelli di efficienza interni.
È questo il quadro che emerge dalla CFO Survey - Primavera 2022, condotta da Deloitte attraverso interviste ai CFO delle principali aziende che operano nel nostro Paese. In particolare, le opinioni dei direttori finanziari sono influenzate da rischi crescenti come le pressioni inflazionistiche, i timori geopolitici e le strozzature delle catene globali di fornitura. Va tenuto conto che la survey è stata fatta prima della crisi del governo Draghi, fattore che sicuramente avrà accentuato determinate posizioni.



CFO: il 60% intende investire in innovazione per adattare i modelli di business


Le aziende italiane, che ancora non hanno del tutto recuperato dalle conseguenze della pandemia ed in particolare dalla crescente frammentazione del mercato e delle relative catene del valore, si trovano a dover cambiare marcia in un momento storico assai delicato. La definizione di una strategia innovativa per competere all'interno di uno specifico ambito di mercato e l'adattamento del modello di business al nuovo contesto sono una priorità per 6 CFO italiani su 10.
"La figura del CFO sta evolvendo molto rapidamente. Da un lato è innegabile un suo crescente coinvolgimento nella pianificazione strategica, dall'altro non si può non riconoscere un ruolo chiave di stimolo al processo innovativo aziendale. In questa fase di transizione, in un contesto economico molto incerto con i tassi d'interesse in progressivo rialzo, il CFO è chiamato non solo a identificare e utilizzare tutte le leve in suo possesso per consentire l'attuazione della strategia aziendale, ma anche ad adottare nuovi e flessibili approcci volti a stimolare la crescita aziendale", afferma Riccardo Raffo, CFO Program Leader di Deloitte Italia.



Oltre il 90% dei direttori finanziari vede nel PNRR un'opportunità di rilancio


Una delle principali leve su cui i CFO italiani possono contare per favorire il processo di trasformazione della propria azienda, il suo adeguamento al nuovo contesto di mercato con un solido vantaggio competitivo e il conseguente miglioramento della performance è rappresentata dai fondi del Programma "Next Generation EU" ed in particolare quelli riconducibili al dispositivo per la ripresa e la resilienza (191,5 miliardi di euro), organizzati dal Governo Italiano attraverso il Piano "Italia Domani" (PNRR), il più grande intervento di finanza agevolata messo in atto dai tempi del Piano Marshall (1948).
"I direttori finanziari italiani guardano sempre di più all'innovazione come la leva strategica fondamentale per favorire il rilancio dell'azienda e la crescita organica della performance. In questo contesto, il PNRR rappresenta un'opportunità senza precedenti: in totale, circa 83 miliardi verranno dedicati allo sviluppo innovativo delle aziende, una svolta epocale per il nostro Paese, e un grande catalizzatore dell'interesse dei direttori finanziari", sostiene Andrea Poggi, Clients & Industries Leader Deloitte Central Mediterranean e Innovation Leader Deloitte North South Europe.



"La ricerca Deloitte sottolinea come le aree verso cui i CFO italiani stanno orientando maggiormente i propri investimenti non solo abilitano l'innovazione, ma risultano essere anche allineate alle priorità del PNRR. Digitalizzazione dei processi produttivi (42%) e protezione da rischi cyber (36%) guidano l'agenda dei CFO italiani, seguite dalla necessità di ottimizzare le catene di fornitura (36%), potenziare le attività di R&D (35%) e aggiornare le competenze interne in ottica di up/re-skill (32%). In sintesi, le indicazioni fornite dai direttori finanziati italiani evidenziano come i pilastri dell'innovazione, veri determinanti del vantaggio competitivo di un'organizzazione, risultino allineati con le politiche di investimento e di crescita delle aziende", continua Poggi.
"In aggiunta a ciò, la ricerca Deloitte mette in risalto l'importanza dei fondi Next Gen EU per i CFO italiani: 9 su 10 li considerano centrali per il rilancio della propria azienda in qualità di abilitatori di molteplici iniziative innovative a supporto della trasformazione digitale (42%), dell'adozione di un paradigma «green» (33%) e di un miglioramento dei livelli di efficienza interni (25%).


A tal proposito, il 56% dei direttori finanziari italiani manifesta interesse verso le agevolazioni previste dal PNRR, e di questi 1 su 4 dichiara di aver già avviato le procedure necessarie specialmente per l'accesso agli incentivi fiscali a supporto degli investimenti ad alto contenuto tecnologico (43%) e a quelli riconducibili al Piano Transizione 4.0 (38%). I CFO italiani, in ultima analisi, percepiscono il PNRR come un vero abilitatore dello sviluppo innovativo e sostenibile della propria azienda", conclude Poggi.

Governance delle aziende: solo 1 azienda su 4 non ha ancora definito un modello per gestire l'accesso ai fondi del PNRR

"Lo studio Deloitte evidenza la presenza di un concreto interesse da parte dei direttori finanziari italiani nei confronti del programma Next Generation EU e al tempo stesso sottolinea come le aziende si stanno organizzando al proprio interno per cercare di trarne il maggiore beneficio possibile", afferma Raffo. Ad oggi solo 1 azienda su 4 non ha ancora definito un modello di governance per gestire l'accesso alle opportunità del PNRR. Delle altre, invece, il 27% ha già istituito una task-force interna multidisciplinare e oltre il 90% ritiene necessario avvalersi del supporto di terze parti specializzate per gestire in una logica end-to-end il processo di richiesta fondi.


Società di consulenza (42%), studi professionali (25%) e associazioni di categoria (17%) emergono come gli interlocutori privilegiati da parte del panel intervistato.


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