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15/06/2022

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Con la guerra le aziende temono stravolgimenti nei rapporti economici internazionali

Jörg Buck (AHK Italien): preoccupano i prezzi di energia e materie prime, ma si fanno sempre più forti anche i timori relativi a eventuali rimodulazioni strutturali dei rapporti economici e di fornitura legate alla crisi ucraina

Le imprese segnalano un clima più complesso e meno ottimista rispetto alla fine dello scorso anno. E' in sintesi quel che emerge dall'ultimo "Business Outlook" a cura dalla Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien).
In questo senso, nella percezione delle imprese, la crisi ucraina interrompe un inizio di 2022 segnato da una crescita importante, dopo un 2021 già da record. Sulla base dei dati Istat disponibili, infatti, la survey fa seguito a un bimestre molto positivo in avvio di anno, dove l'export e l'import italiani con la Germania (rispettivamente 12,1 e 13,6 miliardi) hanno segnato una crescita importante rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+20,2% e +27%).
Raccolti nel mese di maggio, i dati evidenziano che, al momento, più della metà delle imprese (57,7%) valuta positivamente la propria situazione attuale. Per i prossimi dodici mesi, tuttavia, lo scenario si complica: prevale una previsione di relativa stabilità, segnalata dal 43,6% dei rispondenti, con un aumento delle imprese che si aspettano un peggioramento (21,8%).


Il campione si spacca in modo ancora più netto sulle previsioni relative alla congiuntura economica in Italia nei prossimi dodici mesi: se oltre il 43% si aspetta un andamento stabile, una percentuale altrettanto alta (42,3%) teme un peggioramento congiunturale.
Anche per quanto riguarda investimenti e occupazione, prevale un outlook di stabilità (rispettivamente, 52,5% e 48,7%), ma rispetto alla fine del 2021 aumenta la percentuale di aziende che prevede un calo, soprattutto a livello di investimenti (24,4%).
Alla luce del contesto geo-politico, i prezzi di energia e materie prime sono segnalati quali principali fattori di rischio da circa il 60% delle imprese, in netto aumento rispetto alla fine dello scorso anno.
Guardando in modo specifico agli effetti della crisi ucraina evidenziati dalle aziende, a breve termine sono ancora una volta le fluttuazioni del mercato di energia e materie prime a spaventare di più. Più complesse le conseguenze attese a lungo termine sul piano macroeconomico: a seguito del conflitto in Ucraina, le imprese si aspettano infatti alterazioni nei tradizionali rapporti economici internazionali e un'ulteriore rimodulazione delle supply chain e della logistica, con un sostanziale stravolgimento dei rapporti economici internazionali.


"Se da un lato le preoccupazioni legate a energia e materie prime sono prevedibili e già ampiamente documentate dalle nostre survey e dalle rilevazioni delle altre camere di commercio tedesche all'estero, dall'altro lato le dinamiche più profonde relative al contesto internazionale lasciano trasparire trasformazioni strutturali e a lungo termine", ha dichiarato il Consigliere Delegato della AHK Italien, Jörg Buck. "Se la crisi ucraina finirà effettivamente col ridisegnare i rapporti economici tra Paesi e aree geografiche, la partnership italo-tedesca diventerà ancora più strategica. In questo scenario, infatti, così come già accaduto nelle fasi di più intensa rimodulazione delle catene del valore a seguito della pandemia, il legame storico e strutturale tra Italia e Germania sarebbe una costante, un vero e proprio faro, in un periodo di stravolgimenti politico-economici".


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