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01/06/2022

economia

Politiche monetarie restrittive e inflazione frenano le prospettive di crescita

Mark Baribeau (PGIM): i segnali di un rallentamento negli USA erano già ben visibili anche prima della guerra in Ucraina. E l'aumento dei prezzi delle materie prime avrà effetti esacerbanti

Lo scenario economico e geopolitico sta creando una significativa incertezza per i policymakers e gli investitori.
I piani della Fed di aumentare significativamente i tassi di interesse a breve termine quest'anno e la crisi in corso in Ucraina stanno contribuendo ad aumentare l'avversione al rischio e a smorzare le aspettative della crescita globale; tanto che ora la recessione in Europa è considerata una possibilità reale. Nel frattempo, la variante Omicron sta costringendo ad imporre altri lockdown in tutta la Cina, senza un chiaro percorso di contenimento a breve termine.
L'economia statunitense rimane sana e dovrebbe continuare a generare una crescita più marcata rispetto ad altre regioni sviluppate. Tuttavia, con i tassi di interesse in aumento per combattere le persistenti pressioni inflazionistiche, il ritmo della crescita statunitense è destinato a smorzarsi, anche prima che gli effetti della guerra in Ucraina si possano manifestare. Segni di rallentamento dell'economia hanno cominciato a palesarsi nel livello delle richieste di mutui, nel numero di case in vendita e nei prezzi delle auto usate.

Con la stagione degli utili del quarto trimestre che volge al termine, è chiaro che la crescita degli utili riportata è rimasta robusta fino al 2021 e generalmente in linea con le previsioni.
Le nostre previsioni per il 2022 suggeriscono una significativa moderazione nella crescita degli utili negli Stati Uniti, dopo il rapido rimbalzo dell'anno scorso successivo agli effetti peggiori della pandemia. Prevediamo anche che ci sarà un cambiamento nelle preferenze dei consumatori con una maggior domanda di servizi, in particolare nella spesa per viaggi e tempo libero, rispetto a quella di beni. Le tendenze fino ad oggi continuano a sostenere tali aspettative. Le pressioni inflazionistiche evidenti a fine anno sono continuate e sono state esacerbate dall'aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare del greggio, come risultato della guerra e delle sanzioni. La Fed, pur rimanendo focalizzata sull'evoluzione dei dati, sembra intenzionata a calmierare l'aumento dei prezzi e, quindi, è probabile che nei prossimi mesi continui con un progressivo processo di politiche monetarie restrittive.
I prezzi delle azioni continueranno a riflettere gli effetti dell'aumento dei tassi e della maggiore incertezza dovuta alla guerra e ai suoi effetti sull'attività economica e sul sentiment.


Finora, il conflitto ha rivelato poco sui suoi impatti a lungo termine. È probabile che l'elevata volatilità del mercato azionario persista finché il conflitto non si concluderà. Riteniamo che l'elevata incertezza, possa pesare sulle valutazioni nel breve termine ed anche avere effetti sulle prospettive di crescita nel lungo termine.
A livello settoriale nel primo trimestre, i titoli Value hanno superato i titoli Growth in tutti i settori. Il comparto energetico è stato il settore con la migliore performance su base trimestrale e ad un anno, beneficiando delle preoccupazioni per la scarsità della materia prima causate dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. I settori Growth come i servizi di comunicazione, i beni di consumo discrezionali e l'informatica sono stati i più deboli nel trimestre.

Mark Baribeau, portfolio manager di PGIM Jennison Global Equity Opportunities fund


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