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18/05/2022

idee

Digitalizzazione e sostenibilità sono alla base delle strategie aziendali, ma cresce la richiesta di cybersecurity

Luca Savoia (Mazars): per i primi due fattori è ancora alto il divario tra intenzioni e azioni. Ma la situazione geopolitica sta aumentando la richiesta per maggiori servizi di sicurezza per assicurare la business continuity

Quali sono oggi le priorità dei manager a livello internazionale e italiano? Per rispondere a questa domanda Mazars, gruppo specializzato in servizi professionali di audit, tax e advisory, ha rilasciato il suo barometro dei C-suite 2021 "Tempo per l'azione". Il rapporto è il risultato di un sondaggio approfondito condotto nel Q4 2021, che ha preso il polso di oltre 1.000 dirigenti di 39 Paesi in tutto il mondo.
Mark Kennedy, Partner e membro del Group Executive Board di Mazars, ha affermato che "uno dei risultati più notevoli dello studio è stato il senso di fiducia e resilienza che abbiamo scoperto: con il continuo impatto della pandemia e il susseguirsi di eventi profondamente preoccupanti in Ucraina, queste sono qualità che probabilmente saranno messe alla prova ancora una volta quest'anno".

A livello globale, 3 le direttrici chiave


1 - Trasformazioni future in termini di tecnologia, digitale e sostenibilità
Il sondaggio evidenzia come la transizione tecnologica e digitale sia al primo posto nelle preoccupazioni dei C-Suite (68%).

Emerge inoltre dall'indagine come i leader internazionali si aspettino una grande trasformazione delle loro aziende, con strategie maggiormente legate alla tecnologia e alla sostenibilità. Quasi due terzi (62%), infatti, prevede di trasformare il proprio programma di sostenibilità nei prossimi anni.
2 - Un senso generale di fiducia e resilienza
Le aziende si dichiarano pronte ad affrontare i principali trend futuri. Il 94% è certo di poter rispondere alle tendenze legate a tecnologia e innovazione; il 91% alle aspettative di governance, etica e responsabilità sociale; e il 90% ai nuovi o più alti requisiti normativi. La maggior parte (88%), poi, crede di avere la giusta resilienza per superare una crisi. Di fronte ai crescenti rischi informatici, il 68% è sicuro che i propri dati siano completamente protetti.
3 - Trend ESG: è tempo di trasformare le intenzioni in strategie attuabili
Le aziende prevedono di aumentare gli investimenti in iniziative rivolte alla sostenibilità, anche se sembra sussistere ancora un divario forte tra le dichiarazioni di intenti e le azioni oggettivamente e concretamene messe in campo. La vera sfida sarà passare dagli attuali programmi a un futuro più strutturato.



La situazione in Italia


Contemporaneamente all'importanza della transizione ecologica e digitale, cresce la percezione dei rischi ad essa connessi legata principalmente alla sicurezza: la cybersecurity è ai primi posti tra gli investimenti dichiarati dalle aziende italiane.
Efficienza energetica, salute, e trasparenza sono le aree di investimento su cui le aziende italiane si concentreranno maggiormente in questi anni post-pandemia:
- Il 62% dei C-suite in Italia riferisce che la loro attenzione all'ESG è aumentata a seguito di COVID-19.
- Sei aziende italiane su dieci (60%) sono impegnate a ridurre la loro impronta di carbonio, rispetto al 51% a livello globale.
- Le aziende italiane si stanno concentrando maggiormente sull'efficienza energetica (62% contro il 54% a livello globale), sulla salute (64% contro il 63% a livello globale) e sulla trasparenza (64% contro il 57% a livello globale).
- I C-suite italiani vedono gli investimenti ESG come critici per la crescita (45%) e importanti per il marchio/reputazione (51%). Il marchio/reputazione è anche visto come il più importante a livello globale (45%).




Cybersecurity fattore sempre più importante


Uno dei temi chiave per i C-suite italiani è la sicurezza informatica. La percezione dei rischi ad essa connessi è fortemente aumentata dall'inizio del conflitto Russa-Ucraina. Le aziende italiane si sentono meno sicure di quelle internazionali. Infatti, il 64% si dichiara fiducioso del livello di protezione dei propri dati aziendali; un 4% in meno rispetto alla media globale.
Come dire che in Italia prevale un clima di fiducia ma la percezione è di essere più scoperti rispetto ad altri Paesi.
Secondo Luca Savoia, IT & Risk Advisory Partner, "il particolare periodo che stiamo vivendo dovuto a un'instabilità della situazione geo-politica, sta sicuramente aumentando la richiesta per maggiori servizi di cybersecurity. La crisi in Ucraina ha elevato i rischi informatici in tutto il mondo, ed è per questo che esortiamo le aziende di tutte le dimensioni a valutare e migliorare le loro misure di sicurezza informatica in base al nuovo panorama dei rischi". Continua Savoia: "Stiamo aiutando le imprese ad attutire l'impatto di possibili crisi.


Un attacco hacker - da parte di qualsiasi gruppo criminale - può paralizzare un'azienda. Ecco allora che garantire la business continuity diventa fondamentale per non fermarsi. Avere un piano di recupero per minimizzare l'interruzione e l'impatto sul business è vitale. Un approccio concreto che ci consente di verificare quanto le procedure di difesa e di ripartenza dei sistemi delle aziende siano efficaci".

Il COVID-19 accelera le trasformazioni


La pandemia ha portato grandi cambiamenti a livello aziendale, sia in termini di organizzazione del lavoro che di nuove opportunità di business.
Lo smartworking strutturale rappresenta, per esempio, il più grande cambiamento post COVID. Due aziende italiane su cinque (45%), infatti, dichiarano che lo smart working sarà un'evoluzione destinata a rimanere, il 5% in meno della media globale.
La resilienza, la flessibilità e la capacità di saper gestire le tecnologie emergenti sono viste come competenze ormai fondamentali della leadership in Italia.
- Poco più della metà (58%) delle aziende italiane afferma che il COVID-19 ha cambiato gli stili di leadership.



- I C-suite in Italia danno la priorità alla conoscenza delle tecnologie emergenti e alla resilienza, flessibilità e tolleranza allo stress (43% per entrambi) come capacità di leadership principali. La visione strategica è al primo posto a livello globale (39%).
Cauto ottimismo da parte dei C-suite italiani che si rivelano dunque fiduciosi nella loro capacità di resistenza alla crisi.
- Nove su dieci (92%) prevedono una crescita dei ricavi nel 2022, rispetto all'86% della media globale.
- Nove aziende italiane su dieci (91%) sono anche fiduciose nella loro capacità di saper affrontare una crisi, rispetto all'88% dei dirigenti a livello globale.
Le aziende italiane poi, si stanno preparando soprattutto per le trasformazioni in termini di tecnologia, digitale, ESG e miglioramento delle performance.
- Sette dirigenti italiani su dieci (70%) si aspettano che la loro azienda subisca una trasformazione tecnologica. Un dato simile alla media globale (68%).
- Quasi sei su dieci (58%) prevedono una trasformazione ESG.
- Meno per scontato l'aumento delle performance: poco più della metà (55%) delle aziende italiane afferma che ci sarà una trasformazione in questo campo, 6 punti in meno rispetto alla media globale.



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