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30/03/2022

idee

E' l'inflazione il maggior timore dei consumatori italiani

Andrea Laurenza (Deloitte): aumenta l'attenzione a sostenibilità, benessere e work-life balance. Importante per le aziende che operano in ambito consumer comprendere e intercettare questi cambiamenti

Quali sono i fattori che occupano i pensieri dei consumatori italiani in questo inizio anno? Secondo il Consumer Tracker di Deloitte, sarebbero la crescente paura dell'inflazione (75%), il work-life balance (33%), la preferenza per il lavoro da remoto o smartworking (55%), la ricerca del benessere personale (41%) e l'attenzione per la sostenibilità ambientale (73%).
Consumer Tracker è un monitoraggio permanente che il network Deloitte conduce per indagare le principali abitudini di consumo di 20.000 consumatori in 23 Paesi nel mondo.
"In due anni di pandemia le priorità e le abitudini dei consumatori italiani sono molto cambiate: benessere personale, sostenibilità ambientale e ricerca di una nuova quotidianità improntata al work-life balance sono sempre più importanti per gli italiani. La diffusione del lavoro da remoto, invece, ha spostato molte attività di consumo in casa e ha creato nuove abitudini che potrebbero rimanere anche dopo la pandemia. Sullo sfondo, molto significativa la preoccupazione per i prezzi in crescita: mentre gli italiani stanno progressivamente tornando alla socialità pre-Covid, la paura dell'inflazione riguarda ben 3 italiani su 4.

Per le aziende che operano in ambito consumer è importante comprendere e intercettare questi cambiamenti per potere essere proattive nell'implementare soluzioni che rispondano ai nuovi bisogni dei consumatori", afferma Andrea Laurenza, Consumer Industry Leader di Deloitte.

Italiani alla ricerca del benessere e del work-life balance


Quando è stato chiesto agli italiani di riflettere sull'ultimo anno, la stragrande maggioranza ha dichiarato di sentirsi molto più concentrata sui cambiamenti in atto nella sfera personale. Secondo i dati del Consumer Tracker, infatti, il 45% degli intervistati ha dichiarato di essere alla ricerca di un cambiamento personale, dando priorità al proprio benessere (41%). In linea con questo nuovo atteggiamento, il 45% degli italiani dichiara che negli ultimi 12 mesi ha preferito ridurre gli oggetti e beni materiali in proprio possesso. Inoltre, per il 33% è molto importante trovare più tempo per vivere il presente, a fronte di meno ore di lavoro straordinario. Un cambiamento che attraversa tutte le fasce di reddito, ma che è concentrato soprattutto tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni.



La casa come nuovo centro di lavoro, spese e consumi


I dati del Consumer Tracker rivelano che gli italiani lavorano da casa in smartworking mediamente 2,4 giorni a settimana, un valore al di sotto della media globale. Tuttavia, già oggi circa il 55% degli intervistati del nostro Paese dichiara di poter lavorare dalla propria abitazione e, potendo scegliere, preferirebbe poter restare lontano dagli uffici per buona parte della settimana (in media fino a 3,4 giorni).
Così, la nuova centralità della casa ha un impatto significativo da una parte sulle bollette e spese per la casa di vario genere, dall'altro sul giro di affari di bar e ristoranti. Nelle prossime quattro settimane, infatti, l'80% degli italiani pianifica di spendere per affitto, mutuo e bollette tra i 100 e i 750 euro, mentre l'86% spenderà fino a 225 euro per internet e servizi di streaming. Il 70% invece è intenzionato a spendere per cenare in ristoranti o ordinare cibo da asporto, ma con una spesa massima di 100 euro.
Nonostante la casa sia sempre più la base operativa in cui alternare lavoro, svago e vita privata, i dati mostrano che gli italiani continuano ad avere una forte propensione alla socialità.


Infatti, a fronte dei timori per la salute legati alla pandemia, rispetto a 12 mesi fa, circa un italiano su tre (29%) ritiene di cercare una maggiore interazione di persona, quasi doppiando coloro che sentono la necessità di sostituire o mediare l'interazione di persona con i servizi digitali (17%). L'emergere di due gruppi distinti, uno che cerca l'interazione di persona e l'altro che la sostituisce, è una scoperta interessante che si riscontra anche in altri Paesi, ad esempio gli Stati Uniti (44% pro-interazione di persona vs 24% pro-interazione digitale), Germania (37% vs 12%), Francia (33% vs 13%), Spagna (32% vs 17%).

La paura dell'inflazione per 3 italiani su 4


Gli Italiani confermano di essere più propensi al risparmio (47%) che alla spesa nel presente (29%), mostrando un certo timore verso un contesto economico ancora instabile. Ad inizio 2022, i timori degli italiani legati ai risparmi sono cresciuti di 22 punti percentuali, interessando oltre sette consumatori su dieci. La principale preoccupazione economica percepita nella quotidianità dal 75% degli italiani è l'aumento dei prezzi.




In crescita l'attenzione alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici


Dalle ultime rilevazioni del Consumer Tracker emerge che il 68% degli italiani risulta preoccupato dai cambiamenti climatici, l'86% crede che sia un'emergenza e almeno 1 su 2 è stato testimone diretto di eventi climatici estremi negli ultimi sei mesi, tra caldo, incendi, inondazioni, forti temporali o siccità. Ancora più significativo il fatto che, proprio per la preoccupazione legata al cambiamento climatico, ben il 73% degli italiani ultimamente ha cambiato i propri comportamenti di acquisto e il 62% si è impegnato ad acquistare almeno un prodotto o servizio sostenibile nelle scorse quattro settimane.
Prima dell'acquisto di questo tipo di beni, ancora relativamente nuovi sul mercato, i consumatori adottano due diversi tipi di approcci: da una parte ci sono coloro che arrivano preparati dopo un'iniziale ricerca e scouting del prodotto che possa soddisfare al meglio le proprie esigenze (55%); mentre dall'altra ci sono coloro i quali si lasciano influenzare principalmente dalla pubblicità o dall'etichetta (46%).


La maggioranza (66%) rimane intenzionata a ricomprare i prodotti del brand con i quali si sono trovati a proprio agio.


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