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23/03/2022

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Italia e Startup: un ecosistema in salute e che può giovarsi dell'Open Innovation

Gabriele Ronchini (Digital Magics): la crescita dei progetti e la presenza di operatori stranieri è un segnale di crescita

Quando si parla di startup si pensa sempre a idee, innovazione, cambiamenti, disruption. In realtà, quello che conta, al di là del diventare degli "unicorni", è mettere le idee a terra, fare impresa e quindi crescere.
Abbiamo intervistato Gabriele Ronchini di Digital Magics per capire come sta andando il mondo delle startup in Italia e quali sono le nuove aree di interesse.

Il sistema startup italiano è in crescita?


Dal nostro punto osservazione privilegiato devo dire che c'è stata una fortissima crescita del mercato rispetto all'anno precedente, nel senso che tutti gli indicatori stanno dando dei numeri incredibili, come il raddoppio degli investimenti e tre volte tanto il numero di investimenti fatti. Noi abbiamo fatto addirittura quattro volte e mezzo il numero delle operazioni e possiamo dire che è un momento magico. Una grande crescita che è figlia però non solamente di una sorta di rimbalzo, ma è figlia del fatto che il mercato è cresciuto tanto in termini di valore delle startup. C'è un altro elemento secondo me che è molto interessante, su cui noi abbiamo lavorato tantissimo, che è l'open innovation, quindi portare le grandi aziende più vicino alle startup, ma vale anche il ragionamento nell'altro senso.

C'è un altro indicatore che racconta che il sistema startup è in salute nel nostro paese: la presenza costante di operatori stranieri. Questo è un bel segnale.

Quanto ha contato la diffusione del digitale?


C'è stata una fortissima spinta al digitale per cui per le grandi aziende è diventata una necessità e priorità, e il modo migliore per farlo è l'innovazione aperta, l'open innovation, perché riduce i tempi, ma anche i rischi. Abbiamo fatto in questi anni, lasciatemi passare il termine, intermediazione culturale e i risultati si vedono. Dieci anni fa le aziende e le startup facevano fatica a parlarsi, poi si sono conosciute e questo ha accelerato il processo.

Voi comunque operate in un vero e proprio mercato.


Questo è un business, ossia è necessaria una base numerica importante per poter raggiungere determinati profitti, ma c'è anche una variabile tempo da considerare. Le risorse finanziarie sono fondamentali, ma anche quando queste risorse possono entrare nel mercato. Per questo dico che c'è stata un'accelerazione, i programmi all'interno di un settore specifico durano 4-6 mesi, dove startup e aziende lavorano insieme e questo mix fa sì che si riducano tantissimi i tempi dall'idea alla realizzazione.



Ma come si fa?


Noi, da player di riferimento del mercato, abbiamo messo a punto in questi ultimi 36 mesi delle metodiche, strumenti e approcci per far sì di poter accelerare anche noi stessi da questo punto di vista, siamo diventati più bravi a scalare. Siamo passati da pochi investimenti all'anno, 5-10, a 50, e quindi anche per noi è un momento di fortissima crescita. Questo si rispecchia nel nuovo piano industriale, molto ambizioso. Anche questo è un segno del cambiamento. Abbiamo dei programmi di accelerazione, che sono già partiti, per passare da un programma all'anno per arrivare a 5 programmi nel 2024, tutti avviati in contemporanea. Un programma di accelerazione, per come lo intendiamo noi, deve avere una visibilità di almeno tre anni, avere almeno davanti a sé le risorse finanziare per poter affrontare almeno tre anni. L'obiettivo è la crescita del nostro portafoglio e quindi del fair value. Il 2021 è stato un anno buono, abbiamo impostato le fondamenta per il futuro. Questi programmi di accelerazione coinvolgono oltre 25 milioni di euro di investimenti.


Dobbiamo anche tenere conto dei fallimenti, che rappresentano un 30/35%.

Abbiamo notato anche una crescita di professionalità.


Dobbiamo osservare quello che succede nel mondo, in particolare anche quello che succede in Europa. Capire quali sono i tassi di crescita degli altri mercati in modo tale da comprendere meglio i fenomeni. Per capirci, per poco più di un miliardo di investito dell'anno scorso, metà è dovuta al food tech, poi il fintech e noi abbiamo puntato molto e investito tantissimo, ma sono settori e ci stanno dando grandi soddisfazioni. Sono settori dove è richiesta preparazione e professionalità per riuscire a raggiungere i risultati. C'è un altro tema che sta venendo fuori con forza, ed è la sostenibilità, che è un tema trasversale e coinvolge tutti i settori.


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