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29/12/2021

idee

Gli investimenti in startup e innovazione crescono in Europa e l'Italia deve correre

Gianluca Dettori (Italian Tech Alliance): mai come in questo periodo il tech ha attratto l'interesse degli investitori. L'Italia non deve perdere questo treno

Investimenti nell'innovazione in crescita in tutta Europa. Abbiamo intervistato Gianluca Dettori, Presidente di Italian Tech Alliance, l'associazione del Venture Capital, nonché Chairman e partner di Primo Ventures.

Mai come in questo momento le startup e i venture capital, ma in generale l'innovazione e la tecnologia digitale, sono stati al centro dell'attenzione. Gli investitori vivono questo momento molto particolare di tutto il settore tecnologico in Europa, direi un momento speciale, magico, come non si era mai visto prima. Agli incontri partecipano centinaia di VC e investitori e ci sono delle buone ragioni per questo interesse. Oggi abbiamo accesso ai dati di 200 fondi, cosa rara in questo mestiere, e possiamo riscontrare che è stato creato un valore positivo dal 2009. 



Cosa significa?


Che il valore sottostante che è nel fondo è superiore al cash che si è investito. Quindi, in teoria, se la valutazione dell'asse tempo dell'investito nelle società che si ha in portafoglio e corretta, il delta tra quanto è stato speso e quanto vale oggi, considerando tutte le spese, è positivo, ossia porta valore aggiunto.

 



L'Europa è diventato un mercato attrattivo?


Ho trovato una cosa curiosa: questi 200 investitori, VC, agiscono in 80 città diverse, un dato enorme. Di fatto, abbiamo diverse di queste città con con società che sono diventate gigantesche e questa è una grande opportunità. Un altro dato importante è che nel momento in cui gli investitori a livello mondiale si sono accorti di questo cambiamento, sono arrivati a investire in Europa con maggiore convinzione. L'area ha ha quasi triplicato il valore raggiunto nelle varie startup.



Gli USA sono meno attrattivi?


Gente come me che fa questo mestiere da tempo ne ha viste e vissute di situazioni particolari, ma il motore è sempre la ricerca del valore. Le valutazioni dipendono dal mercato e in questo momento l'Europa offre molte opportunità e ci sono tante aziende interessanti. In Europa sono arrivati a società giovani e altamente competitive ben 120 miliardi in cash.

E l'Italia?


In Italia la situazione è positiva, ma non brillante.

Come associazione siamo ottimisti perché il mercato cresce, ma deve "catturare" maggiore attenzione. Molti investitori internazionali iniziano a guardare con interesse il nostro mercato, ma non posso essere soddisfatto perché è ancora troppo piccolo. C'è lo spirito giusto, ci sono tante realtà importanti, ma dobbiamo essere bravi a far cogliere questa finestra temporale di interesse verso queste imprese, un po' come è accaduto nel 98-99.

E cosa pensa dei nostri giovani?


Io e i miei soci incontriamo questi ragazzi e vediamo che sono preparati, hanno progetti ambiziosi. Nonostante i problemi delle banche, i soldi per i progetti non sono un problema insormontabile e si possono trovare in vari modi. Recentemente ho fatto alcuni incontri con i settori istituzionali e sono a disposizione centinaia di miliardi di asset under management. Il problema è la scala temporale degli investimenti, che per questi attori è piuttosto lunga e devono riflettere su cicli di lungo termine non solo sul trimestre e sul patrimonio. E' una questione di gestione del rischio.


Il fatto nuovo, e mi ripeto, è vedere i dati storici e capire che questa asset class genera valore e quindi viene presa in considerazione come tante altre. Si tratta poi di mercati per lo più privati, per cui i prezzi li decidono gli investitori, ma c'è molto fermento nel settore tech. Stiamo parlando di un settore che è il motore del cambiamento del business di questo periodo.

Cosa significherebbe per il Paese avere maggiori investimenti?


Il settore delle startup potrebbe raccogliere 3-4 miliardi di investimenti dall'estero, soldi freschi che potrebbero entrare nel mercato ogni anno e rappresenterebbero un cambiamento importante. Vedo in giro per le società e nelle Università tante opportunità interessanti che potrebbero sfruttare questi investimenti per crescere e creare ulteriore valore. Si aprirebbe una strada e si apriranno tante altre porte per avere altri investimenti. Il momento è complesso, ma l'occasione va colta ora, tra tre anni potremmo non avere più questo spazio e questa attenzione.

Le istituzioni però hanno fatto il loro dovere.




Un emendamento in Commissione Finanza ha deciso di dedicare fino a 3 miliardi all'innovazione e quindi alle startup. Attivando queste risorse, che sono pubbliche, si potrebbe dare un grosso punto di svolta, perché poi ci sarebbero tutti gli investimenti privati. L'associazione Italian Tech Alliance, di cui sono Presidente, raggruppa gli operatori di Venture Capital, e vuole spingere su questo fronte il più possibile per narrare questo mondo tech italiano che è in forte espansione. Vogliamo costruire un mercato fertile dell'innovazione. Dobbiamo cambiare marcia per non rimanere indietro visto che l'Europa è diventata un mercato importante per gli investitori.


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