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17/11/2021

leisure

Quell'intreccio tra organizzazione e progettazione degli spazi

Questo libro riflette sul nuovo ruolo che riveste l'ufficio nel modello ibrido del lavoro, su come si organizzeranno le aziende, su come cambiano i rapporti professionali fino all'organizzazione dello spazio casalingo

Quarta ondata permettendo, il lavoro torna in presenza. Ma con quali regole e, soprattutto, con quale consapevolezza che l'ambiente dei nostri luoghi di lavoro incide sulla produttività e crescita personale dei dipendenti?
A queste, come ad altre domande, cerca di dare risposto concrete l'ultimo scritto di Luca Brusamolino dal titolo "Lo smart working comincia dall'ufficio. Gli spazi di lavoro nel modello ibrido", edito da FrancoAngeli.
Lo studio parte dall'assunto secondo il quale il luogo di lavoro, a cominciare da metà Ottocento, è rappresentato dall'ufficio ma nel corso del tempo ha subìto modifiche sostanziali e profonde. La storia dell'ufficio, oggi, sta segnando un nuovo radicale passaggio, accelerato dalla situazione pandemica che ha costretto a velocizzare cambiamenti in atto e trovare soluzioni nuove per rispondere a mutate esigenze.
Lo scenario di oggi e del prossimo futuro non è la chiusura dell'ufficio a favore di spazi alternativi, bensì, nel periodo di ripresa e a pandemia - auspicabilmente - terminata, un modello ibrido.

La nuova realtà, che vede in previsione l'aumento del lavoro da remoto da 1 giorno a 2,5 giorni a settimana, è accompagnata da una nuova architettura degli spazi: la casa si modifica per accogliere e creare uno spazio destinato al lavoro; le aziende modificano le aree, destinando - secondo ricerche recenti - il 74% dello spazio a quelle comuni.
Una rivoluzione, rispetto all'ormai lontanissimo e superato modello classico, basato sulle gerarchie e sulla postazione assegnata a seconda della mansione. Il lungo iter evolutivo dall'ufficio cellulare al "phygital workplace" è ben raccontato nel libro in un capitolo dedicato a inizio opera, anche attraverso planimetrie esplicative. Nella sua ultima versione, quella più futurista, lo spazio "viene concepito per essere fruito sia fisicamente che virtualmente, permettendo ai collaboratori di scegliere la miglior modalità di lavoro".
Nonostante ciò il modello di Desk based working - uffici chiusi per i manager, open space per lo staff e sale riunioni per incontri pianificati - è tuttora il più diffuso in Italia, e andrà rivisto sia nella considerazione degli spazi che rimarranno inutilizzati, sia nell'ottica delle nuove organizzazioni del lavoro stesso, in accresciuta mobilità.


Il libro entra nel dettaglio di pro e contro di ogni modello, partendo dalla constatazione che "lo shock dato dal lockdown e l'impossibilità di recarsi al lavoro ha di fatto obbligato le aziende ad attuare un processo di digitalizzazione che era sì in corso ma che è stato accelerato di almeno 10 anni".
Ciò detto si prefigurano i nuovi ambienti dell'Activity Based Working, dove ogni spazio risponde a esigenze specifiche: la riunione pianificata, la riunione estemporanea e la conversazione informale, la riunione veloce in piedi, la sala di lavoro per un team di progetto. E, ancora, sono individuati tutti gli spazi della comunicazione, della concentrazione, della contemplazione.
Si passa poi all'analisi allo spazio casa rinnovato, anche qui entrando nel merito di ogni dettaglio: la seduta, il piano di lavoro, la postazione, l'illuminazione.
Infine, la terza via, nel capitolo "I coworking come modello organizzativo e calamita dell'organizzazione liquida". Considerazioni e studi che certo non limitano la visione ad una questione organizzativa o logistica, ma che si basano su un dato di fatto: l'ambiente fisico di lavoro influisce sul benessere e quindi su creatività e produttività.





Titolo: Lo smart working comincia dall'ufficio. Gli spazi di lavoro nel modello ibrido
Autore: Luca Brusamolino
Editore: FrancoAngeli
Pagine: 148

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