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27/10/2021

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Commodity: la scarsa disponibilità peserà sui mercati e la crescita globale

Il report curato da Daniela Corsini, CFA e Senior Economist Direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, rivela nella scarsità delle materie prime uno dei prossimi gravi problemi a livello internazionale

Nonostante diversi fattori alimentino pressioni al ribasso, i prezzi della maggior parte delle materie prime sono ben sostenuti, grazie a mercati fisici tesi. La scarsità di offerta resta infatti un problema significativo in molte filiere. La mano invisibile del mercato riuscirà gradualmente a ripristinare l'equilibrio, poiché le elevate quotazioni stanno sollecitando una risposta sul fronte dell'offerta, mentre l'erosione della domanda e i progressi tecnologici potrebbero frenare i consumi di alcune materie prime. Tuttavia, questi processi di adeguamento richiederanno tempo e dovremmo prepararci a quotazioni delle materie prime che si mantengano su livelli superiori alla media a cinque anni per un periodo prolungato. Questo è ciò che emerge dal report trimestrale sulle commodity curato da Daniela Corsini, CFA e Senior Economist Direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Ma procediamo con ordine all'interno del report.
L'estate 2021 è stata ricca di sorprese. In primo luogo, la diffusione della variante Delta del virus, più contagiosa, ha reso necessarie nuove chiusure in diversi Paesi e ha rallentato la ripresa economica.

In secondo luogo, lo scenario macroeconomico ha evidenziato alcuni segnali di debolezza, dovuti sia a colli di bottiglia logistici, che hanno rallentato l'attività delle filiere produttive globali, sia a un temporaneo aumento dell'inflazione, che ha acuito i timori dei mercati finanziari riguardo le tempistiche del tapering della Fed. In particolare, l'incertezza sulla prossima adozione di politiche monetarie più restrittive e un rafforzamento del dollaro americano superiore alle attese hanno rappresentato ostacoli per molte materie prime.
In terzo luogo, in Cina le Autorità hanno portato avanti le preannunciate riforme volte a raffreddare i mercati del credito e il settore immobiliare e a ridurre l'inquinamento atmosferico. Le misure adottate hanno avuto un diretto impatto negativo sulla crescita cinese - evidenziato da un rallentamento superiore alle attese nei dati di produzione industriale e negli indici PMI - e, di conseguenza, sulla domanda cinese di materie prime. L'adozione di misure restrittive che hanno interessato interi settori e l'imposizione di regolamenti ad hoc da parte delle Autorità per far fronte a problemi specifici hanno avuto un impatto estremamente negativo anche sui mercati finanziari, spaventati dall'intervento del governo e dall'incertezza riguardo future decisioni dettate dalla politica.


Nello scenario di base della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, il recente indebolimento della congiuntura macroeconomica globale dovrebbe avere natura transitoria e, in futuro, la crescita dovrebbe consolidarsi. Per questo motivo si mantiene sostanzialmente stabile la maggior parte delle previsioni a lungo termine su energia e metalli industriali.
Nonostante diversi fattori alimentino pressioni al ribasso, i prezzi della maggior parte delle materie prime sono ben sostenuti. Infatti, la scarsità di offerta resta un problema significativo in molte filiere collegate a energia, materie prime agricole e metalli industriali. La mano invisibile del mercato riuscirà gradualmente a ripristinare l'equilibrio, poichè le quotazioni elevate stanno sollecitando una risposta sul fronte dell'offerta, mentre l'erosione della domanda e i progressi tecnologici potrebbero frenare i consumi di alcune materie prime. Tuttavia, questi processi di adeguamento richiederanno tempo e dovremmo prepararci a quotazioni delle materie prime che si mantengano su livelli superiori alla media a cinque anni per un periodo prolungato.
Tra i principali ostacoli che potrebbero determinare una revisione al ribasso delle stime di crescita economica e, di conseguenza, delle previsioni sui prezzi delle materie prime nella prossima nota trimestrale, il report di Intesa Sanpaolo sottolinea: timori epidemiologici legati a bassi tassi di vaccinazione in diversi Paesi; prezzi di gas ed energia eccezionalmente elevati; colli di bottiglia che continuano ad influenzare produzione industriale e flussi logistici; rischi finanziari legati all'adozione di politiche monetarie più restrittive e alle riforme di mercato in atto in Cina; imprevedibili dinamiche meteorologiche legate a cambiamento climatico e riscaldamento globale, che potrebbero creare condizioni eccezionali sui mercati fisici, alimentare volatilità sui mercati finanziari e sospingere le quotazioni delle materie prime verso nuovi record.



Petrolio: positivi, con cautela


Il mercato mondiale del petrolio dovrebbe attestarsi vicino all'equilibrio nel 4° trimestre 2021 e nel 1° trimestre 2022, per poi tornare in surplus nel 2022. Tuttavia, la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo resta cautamente positiva sulle quotazioni e si attende un moderato potenziale di crescita per il petrolio Brent, a fronte di uno scenario macroeconomico ancora favorevole: la domanda sarà sostenuta dal ritorno della crescita economica mondiale a livelli pre-crisi e dalla progressiva ripresa di scambi commerciali e trasporti.

Mercati energetici: l'inverno sta arrivando


In Europa, depositi di gas notevolmente più vuoti rispetto alla media stagionale destano dubbi sulla stabilità del sistema nell'eventualità di un inverno freddo, che amplificherebbe la domanda di gas per riscaldamento.

Metalli industriali: ancora bullish, nonostante difficoltà nel breve termine


Nello scenario di base di Intesa Sanpaolo, il recente peggioramento del contesto economico globale dovrebbe avere natura transitoria e la crescita dovrebbe consolidarsi in futuro.


Per questo motivo, si confermano la maggior parte delle previsioni a lungo termine sui metalli industriali.

Agricoli: volatilità e cambiamento climatico


I prezzi della maggior parte delle merci agricole dovrebbero diminuire nei prossimi mesi, a fronte delle aspettative di mercati meno tesi. Tuttavia, i timori legati alle condizioni meteorologiche restano in primo piano e potrebbero alimentare volatilità, a causa degli impatti più gravi e meno prevedibili di cambiamento climatico e riscaldamento globale sul settore.


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