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22/09/2021

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Equità, diversità e inclusione: aziende italiane ancora indietro

Federico Francini (Workday): auspico che le realtà lavorative capiscano quanto sia importante far fronte al benessere dei dipendenti e accelerare nelle iniziative su questi temi. Solo così le aziende potranno trarre reali vantaggi anche per il proprio business

Le aziende del nostro Paese stanno maturando rispetto ad una cultura aziendale sempre più attenta al benessere dei dipendenti. Lo rivela un'indagine condotta da Sapio Research per Workday.
Questo cambiamento lascia largo spazio alla speranza che nel prossimo futuro un gran numero di organizzazioni saranno pronte ad abbracciare ampliamente strategie inclusive.
Meno di due quinti degli intervistati da Sapio Research (37%) ha affermato che nella propria organizzazione la diversità è riconosciuta e apprezzata, la leadership esecutiva sembra essere coinvolta ed attenta alla tematica, il 78% ha dichiarato ritenere che equità, diversità e inclusione siano importanti, anche se tra questa solo il 42% le considera di vitale importanza per l'azienda. Questo dato si concretizza con l'esistenza di un team all'interno delle risorse umane dedicato alla gestione dell'ED&I (equità, diversità e inclusione) nel 33% delle organizzazioni e 4 su 5 affermano che la propria organizzazione dispone di un budget per le iniziative ED&I (81% in totale, 44% per progetti sia a lungo che a breve termine e i restanti 23% solo per progetti a breve termine.

). Il dato promettente è sottolineato dal 43% delle aziende che dichiara di prevedere un aumento gli investimenti in iniziative ED&I nel prossimo anno finanziario guidato da obiettivi aziendali nel 74% delle aziende.
Come vengono gestite le iniziative ED&I? Il 98% utilizza la tecnologia ma solo il 39% la impiega in modo continuativo. Comunemente vengono svolti sondaggi sul sentiment (43%) che rilevano informazioni sulla percezione dell'appartenenza in azienda, mentre il 41% utilizza strumenti di gestione dei talenti ma solo il 16% monitora l'engagement dei dipendi per trattenerli all'interno dell'organizzazione. Le realtà lavorative (78%) dichiarano che hanno abbastanza dati a disposizione per gestire le iniziative ED&I e sono parte dei propri sistemi HR (72%), l'87% afferma che i report sono pronti per essere utilizzati internamente dai manager o professionisti ED&I. Ma solo il 17% ne misura l'impatto sul business delle organizzazioni e ne percepisce il valore.
Il 34% ha affermato che la propria organizzazione ha bisogno di leadership e impegno dall'alto per passare alla fase successiva in relazione a ED&I e inoltre, 3 su 5 (62%) hanno affermato che censire i dati necessari non sia del tutto semplice, solo il 38% ritiene di avere sufficienti mezzi a disposizione per la gestione dei dati di interesse.

Da questo dato si evince che il restante 62% non sia ancora pronto ed attrezzato.
Il 47% delle aziende monitora l'età e il 43% la disabilità all'interno della propria forza lavoro anche durante la fase di assunzione, mentre l'appartenenza al genere viene monitorato il 42%, l'etnia il 33% e l'orientamento sessuale il 26%.
Di questi, solo l'età (73%) e il sesso (68%) hanno maggiori probabilità di avere degli obiettivi legati alle prestazioni ma sono in linea con etnia (67%), orientamento sessuale (66%), orientamento religioso (64%), disabilità (62%), realtà socio-economica (62%) e infine, stato civile (61%).
Secondo Federico Francini, country manager Workday Italia, "in questa ampia fotografia vediamo i progressi e l'impegno delle aziende nell'individuare la necessità di orientarsi verso realtà professionali attente all'equità, alla diversità e all'inclusione ma anche chiare aree di miglioramento. In Italia, sappiamo quanto questo tema stia destando attenzione e quanto sia necessario aprirsi a nuove opportunità senza pregiudizi. In Workday abbiamo un Chief Diversity Officer e abbiamo chiaro il concetto, per questo motivo siamo VIBE, acronimo che sta per Value Inclusion, Belonging ed Equity, aiutiamo le aziende a capire, gestire e misurare la cultura aziendale con obiettivi precisi per ogni organizzazione.


Ritengo che sia arrivato il momento di approcciare l'ED&I come un processo aziendale vitale da integrare nelle strategie aziendali e da implementare con sistemi informativi per gestirlo in modo efficace. Auspico che in un prossimo futuro molto vicino, le realtà lavorative capiscano quanto sia importante far fronte al benessere dei dipendenti e accelerare nelle iniziative di equità, diversità e inclusione. Solo così le aziende potranno trarre reali vantaggi anche per il proprio business".


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