Il Quantum computer sarà per tutti (ma non per tutto)

La rivoluzione informatica è in atto, però non sarà disponibile a breve

Si fa un gran parlare di Quantum Computer, di potenze di calcolo impressionanti e di un cambio di epoca per la computer science.
Ma, realmente, a che punto siamo?
L'occasione dell'intervista a Federico Mattei di IBM per il Late Tech Show è stata ghiotta, un po' per capire dove sta andando l'industria e la ricerca, ma anche per smarcare una serie di argomenti interessanti intorno al Quantum Computer.
Il lancio di un computer quantistico in Europa da parte di IBM, con tanto di interesse di Angela Merkel, mostra il livello di attenzione. A questo, vale la pena sottolineare che all'iniziativa IBM Quantum Network partecipano oltre 140 entità, tra aziende Fortune 500, istituzioni accademiche, laboratori nazionali e startup.
Queste organizzazioni hanno l'opportunità di utilizzare il Quantum Computer e quindi, di fatto, per loro è una realtà.
Per cosa usano la potenza del Quantum?
Per affrontare problemi complessi a partire dalla finanza, che ne fa ampio uso, ma anche per i materiali nuovi, la logistica e ovviamente la chimica.

Ma il Quantum Computer sostituirà quelli attuali?
Per il momento certamente no, non è nemmeno pensabile che l'investimento possa essere alla portata di tutti. Si parla di Quantum da tanti anni, del passaggio dai bit ai Qbit, ma il passaggio è proibitivo.
Di fatto, si noleggerà, come avviene per il cloud computing, la potenza di calcolo per un determinato tempo.
In sostanza, si tratterà a lungo di un servizio che sarà disponibile a seconda delle necessità.
Si parla sempre di Quantum e i problemi legati alla sicurezza, perché la potenza di calcolo permetterebbe di forzare una chiave crittografica oggi inaccessibile in pochi secondi.
E' un problema, certamente, ma di fatto piuttosto remoto, più nella fantasia che nella realtà.
In conclusione, il Quantum c'è, è per tutte le applicazione ma per ora non è per tutti.