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07/04/2021

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Impennata di listing sull'AIM Italia nel quarto trimestre 2020

Manuel Coppola (BDO Italia): nonostante la pandemia le PMI italiane continuano a investire e a crescere grazie all'accesso a nuovi capitali. Bene il credito d'imposta sulle spese di consulenza per il processo di IPO

Nel 2020 l'impatto delle ondate pandemiche non ha risparmiato le operazioni di listing: nel 2020, infatti, le IPO registrate su AIM Italia sono state 23 (di cui 21 IPO e 2 ammissioni), contro le 31 avvenute nel corso del 2019. Queste vanno ad aggiungersi alle altre 115 società già quotate per una capitalizzazione di mercato pari a 5,9 miliardi di euro, un valore in flessione rispetto all'anno precedente, quando si era attestato a 6,6 miliardi. La raccolta media delle IPO nel 2020 è stata pari a 6,5 milioni, in incremento del 9% rispetto al dato del 2019. E' quanto emerge dal recente studio sulle IPO nel segmento AIM della Borsa Italiana nel corso del 2020 di BDO Italia, tra le principali organizzazioni di consulenza e revisione aziendale.
Nel corso dell'ultimo trimestre dello scorso anno si è registrata una netta accelerazione delle quotazioni: tra ottobre e dicembre 2020, infatti, sono approdate sul listino AIM 14 società contro le 7 dei primi nove mesi, confermando in questo modo le previsioni fatte durante il terzo trimestre dello scorso anno. Questo sprint si spiega con il fatto che l'incertezza sui mercati e gli impatti della pandemia da COVID-19 hanno fatto ritardare la «finestra» temporale di quotazione, generalmente collocata in seguito all'approvazione dei bilanci di esercizio (tra aprile e agosto), concentrando quindi nell'ultimo trimestre dell'anno le operazioni di IPO.

Il trend mette anche in evidenza come, nonostante la pandemia, le PMI italiane proseguano i programmi di investimento e sviluppo grazie all'accesso a nuovi capitali.
Sebbene i numeri siano inferiori rispetto a quelli del 2019, il segmento AIM ha confermato la sua resilienza rispetto agli altri listini: la volatilità di AIM nel 2020, infatti, è pari al 16%, significativamente inferiore rispetto a quella del segmento STAR, che si situa attorno al 27%. Si conferma, inoltre, il trend che vede il segmento AIM presentare più IPO rispetto all'MTA (21 vs 1 nel corso del 2020).
"L'ultimo trimestre del 2020 ha rappresentato un periodo molto intenso in termini di debutti su AIM: molti progetti avviati prima della pandemia si sono conclusi con successo e, elemento ancora più importante, altre IPO sono partite e si sono concluse nel contesto attuale, segno che il processo può essere gestito anche da remoto senza pregiudicare il successo dello stesso. Per questo motivo ci aspettiamo che il 2021 segua il trend degli ultimi mesi del 2020, sia su AIM che su MTA mediante il 'translisting', e metta in vetrina le aziende che si sono mostrate più resilienti alla pandemia.

Questo è anche il sentiment nell'ambito della IPO Community, creata da Borsa Italiana a febbraio 2021 e a cui abbiamo deciso di aderire", ha dichiarato Manuel Coppola, Partner Audit & Assurance BDO Italia. "Inoltre, un fattore sicuramente incentivante per le imprese è il poter beneficiare del credito d'imposta pari al 50% sulle spese di consulenza per il processo di IPO che è stato confermato fino al 31 dicembre 2021".
Nel corso del 2020 il settore a capitalizzazione più alta è risultato essere quello dei «Consumer Services» che, con 158 milioni di euro su un totale di 513 milioni, rappresenta il 31% della capitalizzazione complessiva delle quotazioni avvenute durante lo scorso anno, seguito da «Technology» e «Utilities», rispettivamente con una quota pari al 28% e al 15%.
Lo studio ha, inoltre, confermato che quello tecnologico rappresenta, in uno scenario complicato e in costante evoluzione, un settore che offre importanti stimoli e opportunità: appartengono infatti al comparto 6 IPO sulle 21 totali avvenute sull'AIM ed è quindi il segmento che ha presentato il maggior numero di quotazioni.



La ripartizione settoriale nel listino AIM risulta molto eterogenea, confermando, in questo modo, la sua validità come strumento per lo sviluppo delle aziende operanti in tutti i settori produttivi.
Infine, durante lo scorso anno, in scia alle prime richieste avvenute nel 2019, diverse aziende quotate hanno avviato dei processi di reporting volti alla pubblicazione dei bilanci di sostenibilità. Questo rappresenta un percorso di maturità verso tematiche ESG che segnala come anche per il mercato AIM stia emergendo la necessità di dare una disclosure non finanziaria esaustiva, che risponda sempre più alle richieste degli investitori.


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