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Editoriale
La PA che non paga fa chiudere le imprese

I media hanno rilanciato le parole di Christine Lagarde in cui il capo della BCE ha affermato che il debito degli stati verso la banca centrale non può esser cancellato perché è vietato dai trattati.
Risposta corretta di chi in politichese, da buon avvocato, ha dato un input ai burocrati per modificare gli stessi trattati: se vogliono possono cambiarli.
E siccome causa COVID-19 tutti gli stati dell'eurozona stanno incrementando il loro debito pubblico in modo pesante, Lagarde ha fornito loro la via, anche se questa è vista peggio del coronavirus dai frugali del Nord.
Vedremo cosa accadrà, visto che del Next Generation EU o RRF non vi è ancora traccia proprio a causa di una clausola sulla Rule of Law inserita da una manina nell'ultima stesura (assente in quella estiva) e che sembra esser stata messa apposta per far bocciare l'istituzione del fondo da parte di Ungheria, Polonia e Slovenia.
I frugali del Nord sono sempre stati contrari al RRF e casualmente ottengono così il loro risultato facendolo bloccare proprio dai Paesi maggiormente beneficiari. Diabolici.
Ma in tema di spregiudicatezza, cosa dire di un Paese che in piena pandemia, con la liquidità che scarseggia e con le aziende che chiudono, non paga i propri fornitori?
E' il caso dell'Italia, che vanta il maggior importo di debiti commerciali della Pubblica Amministrazione di tutti i Paesi EU.
Una cifra ben oltre i 210 miliardi di euro.
Un primato di cui fare tranquillamente a meno, ma che rispecchia la volontà dello Stato di esser controparte ostile al sistema economico privato.
Al 31 dicembre del 2018 i crediti delle aziende rappresentavano il 3% del Pil, contro l'1,5% in Germania e Francia.
E successivamente le cose sono pure peggiorate.
Una follia, vista la necessità di risorse economiche che in questo momento più che mai servono alle imprese anche solo per sopravvivere.
Invece, per assurdo, il MEF ci dice che abbiamo una giacenza record di cassa, quindi di soldi spendibili subito.
Anziché pagare i fornitori, si preferisce trattenere il denaro nella cassa centrale, con il risultato di diminuire ulteriormente il denaro circolante.
Una mossa suicida in tempi di credit crunch, e con aziende e banche alle prese con la nuova norma europea sugli NPL che metterà in ginocchio il nostro sistema economico. 
Dove non arriva il coronavirus ci pensa lo stato. 



Claudio Gandolfo

In questo numero


 

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