Non avrai altro brand all'infuori di me
Il personal branding è uno dei temi più caldi nel dibattito manageriale
Lo Ionismo, religione fai da te oggetto di un film di qualche anno fa, si attaglia perfettamente allo scritto "Personal Branding", di Maria Carmela Ostillio, edito da Egea oggetto della nostra riflessione settimanale. L'autrice propone un'interessante lettura del fenomeno in forza della quale la persona, con il suo sapere, con ciò che pensa e con le scelte quotidiane che compie (molte della quali nell'agorà digitale) finisce per farsi promotore di un brand.
Si potrebbe leggere lo stesso fenomeno come approccio che occorre darsi, ovvero essere sé stessi un brand, capace di promuovere valori e posizioni condivise da una massa crescente di individui.
Cresce quindi l'interazione marca individuo, marca valori consumo e dimensione sociale dell'individuo. Fin tanto ad arrivare ai credo della persona. Questo per consentire quella che gli ingegneri genetici, i virologi, i microbiologi chiamerebbe zoonosi della marca nell'individuo.
Del resto viviamo in un'epoca in cui la natura ci riserva terribili minacce e non abbiamo idea di cosa ci possa attendere nel prossimo futuro.
Tornando alla marca, è certo che più si avvicina al cuore della persona più sarà questa la sua migliore ambasciatrice.
Il testo, partendo così dall'esperienza nel marketing passa a tratteggiare come la persona possa accreditarsi, distinguersi e accrescere il suo valore utilizzando gli strumenti in auge per il marketing.
Ma come si realizza tutto questo?
Il testo lo spiega in modo chiaro. Riferendosi agli ambasciatori delle marche, per emergere e farsi memorizzare in una prima fase necessariamente scelti tra i Vip.
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