Debito pubblico: opportunità o costo)
Alessandro Tentori (Axa IM): l'abbondanza di risorse pubbliche e il sostegno delle banche centrali - politiche economiche sincronizzate - sono una opportunità epocale che non va sprecata
Vorrei fare due commenti sul debito pubblico, senza però entrare nel merito delle scelte politiche dei governi. Non sarà sfuggito al lettore, che l'interazione tra il bilancio della banca centrale e l'emittente di debito pubblico (in genere un Ministero delle Finanze o una agency da esso controllata, come per esempio la Finanzagentur) influenza non solo la valutazione di tutte le asset class, ma anche le strategie di investimento del pubblico e del privato. Alcuni economisti si sono anche spinti oltre, resuscitando teorie relegate con diffidenza nei cassetti del mainstream per anni. Si evoca così lo slogan di una Moderna Teoria della Moneta (MMT).
Il mio primo commento riguarda l'utilizzo o meglio l'utilità marginale di ogni nuovo dollaro di debito pubblico. La finanza pubblica deve avere uno scopo, deve essere funzionale al raggiungimento di un obiettivo, che nel caso dei teorici post-Keynesiani non può essere che la piena occupazione.
Ecco che entra in gioco la "functional finance" di Abba Lerner, discepolo di due titani come Hayek e Keynes. In effetti, la dottrina di Lerner è già in uso in quasi tutte le economie: la spesa pubblica e la massa monetaria devono aumentare per fronteggiare una situazione di disoccupazione e di tassi di interesse reali troppo alti. Il tema dei tassi di interesse è sicuramente di attualità , perché le maggiori banche centrali già oggi a combattono contro i mulini a vento del cosiddetto "lower bound", il limite oltre il quale la politica monetaria convenzionale non si può spingere.
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